XXXIII DOMENICA ORDINARIA (Mt25, 14 ss
“AD UNO DIEDE CINQUE TALENTI, AD UN ALTRO DUE, AD UN ALTRO UNO, A CIASCUNO SECONDO LA SUA CAPACITA’ E PARTI’“.
Un padrone, prima di partire per un lungo viaggio, affida i suoi talenti a dei servi. Dona a ciascuno secondo le proprie capacità.
Il talento simboleggia il messaggio di Gesù. E’ un messaggio unico e di valore straordinario: “Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi“.
Gesù mette al centro l’uomo. E’ un messaggio che si deve trasmettere a tutti con amore. E’ un messaggio che trasforma e sostiene la vita. E’ la vera sapienza; è la luce e la guida di ogni cristiano.
Il padrone, consegnati i talenti, parte e lascia ai suoi servi la responsabilità di trafficarli.
Il messaggio evangelico è una proposta di vita che deve essere presentata a tutti. E’ un messaggio che deve essere proposto con coraggio, ma non bisogna mai imporlo: “Se vuoi essere perfetto… vieni e seguimi“. Il cristiano è chiamato ad essere simile a Cristo: “Imparate da me che sono mite ed umile di cuore“. Il cristiano deve imitare il Padre Celeste: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro Celeste“, “Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro“.
Due servi rispondono alle attese e alla fiducia del padrone: sono abili e fedeli, guadagnano una somma incredibile e al ritorno del padrone entrano a far parte della sua gioia. Chi accoglie il messaggio di amore di Cristo e lo vive e lo trasmette, entra nella pienezza della vita. Chi riceve il talento e non lo fa fruttificare è simile all’uomo che costruisce la casa sulla sabbia. La rovina è grande e non entra nella festa del suo Signore.
Il terzo servo restituisce il talento come lo ha ricevuto:
“Ecco qui il tuo”.
Al terzo servo gli è mancato il coraggio di impegnarsi. Non rischia.
Il messaggio evangelico è gioia che non si tiene per sé
ma bisogna manifestarla.
“Chi segue Gesù senza riserva e chi ascolta e mette in pratica la Sua Parola” entra nella gioia piena.