Massignano
Presentazione del nuovo libro: “Due millenni di fede cristiana …. 40 anni insieme …”
a cura di Angelini Mario. Tipografia Rosati Pedaso 2020
Sono conosciute a Massignano le molte realizzazioni che testimoniano l’operosità costante dei cristiani di moltissime generazioni, come si vede negli edifici delle chiese, nelle creazioni di pittura, di scultura, di argenteria e insieme nel vissuto delle persone che manifestano lo Spirito del battesimo nella fede, nella speranza in Cristo e nella carità.
Massignano è una cittadina d’altura che ha l’aria salubre e il paesaggio godibile che aiutano ad essere operosi. Di recente è edito il libro che collega la storia di due millenni di cristianesimo al presente e la proietta nel futuro.
Si valorizzano e si mantengono in buone condizioni le creazioni dell’arte e della cultura.
Lodevole è il fatto che i parrocchiani condividendo il Vangelo e i sacramenti, da parte loro sostengono le iniziative della parrocchia. PARROCCHIA è una parola che deriva dal verbo greco “paroikeo” che significa “abitare, stare insieme in una località” condividendo le esperienze.
Dall’epoca antica di Roma, la villa del primo secolo della famiglia di Masinio, ”Villa del podere Masiniano”, ha lasciato il nome Massignano. La millenaria storia ha camminato con vicende e il cristianesimo ha valorizzato al meglio e continua ancor oggi la speranza cristiana rinnova la società perché opera con lo Spirito Santo e allieta la vita popolare dei Massignanesi. La bellezza è la consapevolezza goduta da chi medita il dono della vita.
La presenza della fede cristiana è stata alimentata dai cristiani che qui iniziarono a battezzarsi con San Marone martirizzato nel Piceno alla fine del primo secolo. La diocesi di Fermo conserva le reliquie di questo martire evangelizzatore.
Le persecuzioni hanno distrutto molte antiche testimonianze. Rimane molto significativa e davvero interessante l’epigrafe del secolo quinto trovata in territorio massignanese sul versante del fiume Menocchia presso l’antichissima chiesa di San Pietro, ora diruta. Nella lapide è incisa la croce onorata da due colombe, segno delle anime e vi sono scritti i nomi della famiglia dei due sposi cristiani Paolo ed Eufemia.
I ruderi di un’altra chiesa paleocristiana sono a Villa Santi dove si stabilirono i monaci benedettini con un loro monastero. Senza voler elencare le chiese più antiche, accenniamo ad una decina di esse ben documentate. La chiesa di san Felice e quella di san Gervasio dei benedettini farfensi hanno documenti sin dall’anno 867. Presso Boccabianca sul finire del XII secolo risultano documentate due chiese: una di santa Giuliana e l’altra dei santi Benedetto e Claudio. Nel 1188 è menzionata la chiesa di S. Quirico. Nell’eredità del conte di Forcella in questo territorio un testamento dell’anno 1199 le chiese di S. Adaucto, San Gregorio, San Giacomo.
Il progetto di vita dei religiosi benedettini è espresso nel motto: “prega e lavora”. Lo hanno diffuso favorendo la tranquillità delle famiglie distribuite nell’insediamento sparso sul territorio.
Questa spiritualità popolare è caratterizzata dall’attenzione verso gli altri sicché le persone non usano lamentare i timori delle solitudini individuali. I canti, le meditazioni, le sacre funzioni hanno sempre incoraggiato i genitori e i figli a mantenere viva la fede nelle famiglie.
Nel museo parrocchiale permangono molti oggetti benedetti: calici, patene, pissidi, ostensori ed altri di uso liturgico che fanno comprendere quanta partecipazione ci sia sempre stata a Massignano all’Eucaristia. Molti antichi dipinti e gli arredi sono pervenuti a noi per merito dei parroci, dei confratelli e consorelle di pie unioni che hanno sostenuto con tenacia le creazioni utili al culto cristiano.
Un documento dell’anno 1828 fa conoscere che la famiglia Laurantoni donò i propri beni alla confraternita del Suffragio che divenne composta da 130 persone, uomini e donne che partecipavano alle celebrazioni eucaristiche per le quali i papi avevano concesso privilegi spirituali di indulgenze celebrando nell’altare maggiore di San Giacomo.
Di singolare rilevanza il culto della Madonna di Loreto che è documentato nel 1406 come dedicazione di altare nella chiesa di san Giacomo. Con pii lasciti i fedeli di Massignano sostenevano questo culto di cui si ha un’eco nel pregevole dipinto della tavola del 1450 del pittore Vittore Crivelli dove il Natale è espresso raffigurando la Madre che prega inginocchiata davanti al Figlio di Dio incarnato. Le feste mariane continuano. E la campana dell’AVE Maria ricorda l’annunciazione e l’incarnazione di Gesù Cristo.
Le feste liturgiche hanno suscitato motivazioni valide a vivere nella pace, nella collaborazione. Permangono vantaggiose le forme religiose sostenute e ordinate dai vescovi nella prioria di San Giacomo, nella pievania dei santi Gervaso e Protasio, nella chiesa di Santa Giuliana, anche a Villa Santi.
Per la volontaria generosità della gente, il culto è stato abbellito con l’arte e il decoro si apprezza in architravi, colonne, cornici, pitture, oggetti di argenteria. Sono opere artistiche ancor oggi visibili e fruibili.
Nello spirito della cristiana fraternità, fin dal secolo XVII il vescovo fermano decise che restasse aperto a Villa Santi un ospedale per le necessità dei pellegrini e dei poveri. L’aumento della popolazione ha fatto creare nuove parrocchie: nel 1842 Santa Maria della misericordia e nel 1961 a Villa Santi.
L’arcivescovo di Fermo, cardinale Gabriele Ferretti, nella visita pastorale del 1838 diede nuovo assetto all’amministrazione dei beni ecclesiastici per le parrocchie, per le scuole e per gli ospedali. A Massignano, a servizio dei parrocchiani, c’erano due diaconi ed il maestro che insegnava nella scuola pubblica era un suddiacono.
Si usavano fare le processioni per benedire le campagne. Gli agricoltori ponevano una croce fatta con legno di canne tra le coltivazioni e vi mettevano un rametto di ulivo benedetto in parrocchia la domenica delle palme.
Sono stati conservati molti edifici sacri perché sono stati rafforzati o completamente ricostruiti in modo che fossero accoglienti, decorosi, luminosi e ampi.
E’ una cultura storica di tradizione antica. Nel 1772 Giuseppe Callisto Gentili di Massignano, personalità politica vissuta a Roma, ha fatto un lascito notarile dei suoi beni e oggetti alla confraternita del Santissimo Sacramento per sostenere le necessità di culto. Sicché nel 1779 si iniziò a demolire l’edificio della vecchia chiesa di San Giacomo e lo si ricostruì nuovo, come si vede oggi.
Nello stesso tempo si procuravano aiuti per la sopravvivenza delle persone povere. Qui esistevano i monti frumentari che prestavano grano, anche il monte pecuniario per prestiti di denaro. Qui c’è la tradizione dell’ospitalità e si pratica degno rispetto per le persone di passaggio. Presso la prioria di San Giacomo c’erano locali di ospitalità. E durante l’ultima guerra molte persone bisognose hanno trovato un valido soccorso ad opera delle donne e della gioventù di Azione Cattolica.
La parrocchia ha sempre sostenuto la formazione della gioventù e Massignano ha dato vocazioni sacerdotali e religiose anche di missionari, e di persone dedite al bene del prossimo. I parroci hanno sempre promosso la famiglia unita nell’unico matrimonio con i doveri di paternità, maternità e filiazione. La formazione cristiana ha favorito un ambiente umano valido, sano e utile a migliorare la società civile.
La popolazione ed i visitatori fruiscono dell’eredità del passato perché mai la storia della parrocchia si è dissociata dalla vita sociale e in questa cittadina tutti ricordano che le celebrazioni delle feste sono fatte nella libera partecipazione solidale.
In questo clima rimane diffusa la fiducia nel Papa, oggi verso papa Francesco che incoraggia tutti alla fraternità operosa. Sappiamo che, pur tra varie fragilità, non cessa il miglioramento che viene sostenuto dallo Spirito di Dio, sicché l’esperienza cristiana delle molte generazioni apre la speranza ad un futuro migliore. La Chiesa è sostenuta dall’uomo-Dio e dalla Madre dello stesso salvatore, Maria, la generosa madre della Chiesa e dell’umanità.