Conclave del 1846: le tabelle dell’elezione di Pio IX
“Il Prof. Gabriele Nepi, il quale rivela precedenti storici sul papato che si riferiscono al Conclave che portò all’ elezione di Pio IX (conclave che si svolse nei giorni 15-16 giugno 1846), nel corso del quale si ebbero soltanto quattro votazioni e fu, pertanto, uno dei più brevi della storia”.
Nonostante tutte le proibizioni, i “bruciamenti” ed i segreti con cui sono coperti i risultati di tali elezioni, abbiamo trovato le tabelle di scrutinio, che portarono all’elezione di Pio IX.
In queste tabelle sono elencati i nomi dei 62 Cardinali che allora componevano il Collegio Cardinalizio. Vi si riporta persino il numero dei Cardinali in conclave: 49; uno assente per malattia, mentre i Cardinali di Curia assenti erano 12. Le tabelle riguardano la votazione al mattino del 15 giugno 1846, quella della sera del 15 giugno, e le successive del mattino e della sera del giorno 16 che portarono all’elezione.
C’è da notare che nell’ultimo scrutinio, fra i tre scrutatori figurava anche il Cardinale Mastai che ha potuto così vedere in prima persona il “crescendo finale” della votazione che lo portò all’elezione. Fra i nomi dei cardinali, spiccano i nomi di Micara, Macchi, Lambruschini Luigi (ligure), Castracane e Mattei. Tutti questi dell’ordine dei vescovi! Dell’ordine dei preti vediamo invece: Opizzoni, Fransoni (di Torino), Barberini, Patrizi, Polidori, Della Genga, Mezzofanti (il famoso poliglotta che conosceva oltre cento lingue, lo dice G. Ricciotti in “Osservatore Romano” del 18-2-1949), De Angelis Filippo (il Cardinale Arcivescovo di Fermo), Ferretti (di Ancona), il nostro Giovanni Mastai-Ferretti, Gizzi, Gagiano de Azevedo, immortalato da Leopardi (Italo ardito a che giammai non posi).
Dell’ordine dei diaconi (ricordiamo solo i più noti): Tommaso Riario Sforza, Tommaso Bernetti, nativo di Fermo, che formò in conclave un forte gruppo e che sarà poi segretario di Stato di Pio IX, come lo fu per Gregorio XIV. E altri.
Le votazioni del primo scrutinio danno i numeri di voti al modo seguente: Cardinale Lambruschini n. 15; Mastai n. 13; Soglia 4; Falconieri n. 4; De Angelis n. 4; Fransoni n. 3; Micara n. 1; Opizzoni n. 3; Polidori n. 2; Della Genga n. 2; Mai n. 1; Orioli n. 1; Ferretti n. 1 ; Pianetti n. 1 ; Gizzi n. 2. Quindi nella prima votazione si fronteggiano il Cardinale Mastai con n. 13 e Lambruschini con n. 15.
Il secondo scrutinio del pomeriggio del 15 giugno dà i risultati seguenti: Lambruschini n. 13; Mastai n. 17; Macchi n. 4; Fransoni n. 3; Soglia n. 2; Patrizi n. 4; Alberghini n. 1; Polidori n. 2; Della Genga n. 2; Mai n. 1; Falconieri n. 4; Orioli n. 1; De Angelis n. 4; Ferretti n. 1; Acton n. 7; Altieri n. 1; Gizzi n. 2.
Terzo scrutinio del 16 abbiamo: Mastai n. 27; Lambruschini n. 11; Macchi n. 4; Ostini n. 1; Opizzoni n. 1; Patrizi n. 3; Mai n. 1; Soglia n. 2; Falconieri n. 6; Orioli n. 2; de Angelis n. 5; Ferretti n. 1; Altieri n. 1; Gizzi n. 2; Antonio Cadolini n. 1 (sono due i Cadolini: Ignazio e Antonio).
La votazione finale che ha luogo nel pomeriggio del 16 giugno, ha per scrutatori i Cardinali Amati, Mastai e Fiaschi. I risultati sono: Mastai voti n. 36; Lambruschini n. 10; Macchi n. 2; Fransoni n. 1; Patrizi n. 3; Falconieri n. 4; Orioli n. 1; De Angelis n. 6; Altieri n. 1; Gizzi n. 1. Così il Cardinale Mastai-Ferretti viene eletto Sommo Pontefice; data l’ora tarda, l’annuncio al popolo viene dato il giorno dopo dal balcone del Quirinale.
C’è da notare a questo punto che, insieme al Mastai, era in predicato per l’elezione al pontificato un altro marchigiano, il Cardinale Giovanni Soglia. Già sin dal 2 giugno 1846 nei rapporti dei vari ambasciatori ai loro governi sui nomi dei papabili si facevano i nomi di Mastai e del Cardinale Soglia, Vescovo di Osimo (Rassegna Italiana Risorgimento 1940, pag. 40).
Ma ora, l’interrogativo: come mai le tabelle di scrutinio, documento tanto segreto e tanto importante, sono finite nelle Marche e precisamente della biblioteca comunale di Macerata, dove sono custodite gelosamente? Ciò sorprende, data la scrupolosa cura ed il segreto con cui sono coperti tali atti. Forse saranno pervenute a Macerata attraverso canali sconosciuti del palazzo del Quirinale dove, come visto, si sono svolte quelle elezioni (vi si svolsero i conclavi che videro eletti Leone XII (1823), Pio VIII (1829), Gregorio XIV (1831) e il nostro Pio IX).
Dopo la presa di Roma (20-9-1870), tutti gli altri conclavi ebbero luogo in Vaticano e non è escluso che nella confisca di archivi e biblioteche di Roma (oltre 60 raccolte bibliotecarie ecclesiastiche arricchirono quella che è oggi la Biblioteca Nazionale) qualcuno, al fatto del demanio dei beni, abbia preso le tabelle, ora finite nella biblioteca di Macerata. Non sappiamo nulla di certo! Queste sono soltanto ipotesi. Sappiamo però che questo è il solo ed unico documento del conclave del 1846, esistente fuori dal Vaticano dove (sono parole di P. Martina il più profondo conoscitore della vita di Pio IX) non si ritrova la relazione ufficiale del conclave del 1846. Alberto Serafini autore di una voluminosa vita su Pio IX, asserisce che fortunatamente si conserva un resoconto almeno (questo ns.) del conclave… in cui riuscì eletto Pio IX.
Non escludiamo la possibilità che vi possano essere in qualche parte altri documenti, simili al nostro. Tuttavia è certo che Macerata ha l’alto onore di possedere questo documento importantissimo, che registra le fasi che portarono al soglio di Pietro, Giovanni Maria Mastai Ferretti, il Papa che dal 1846 al 1878 ha avuto il pontificato più lungo di tutti i Pontefici.
Due fermani protagonisti nel conclave che elesse Pio IX
Il 116 ottobre ricorreva l’anniversario dell’elezione al pontificato di Papa Woityla. Un altro Papa fu eletto il 16 di un mese, era il 16 giugno1846 e il Papa si chiamava Pio IX. Nella vicenda dell’elezione furono protagonisti due fermani: uno “purosangue”: il Cardinale Tommaso Bernetti; uno di adozione: il Cardinale Filippo de Angelis, Arcivescovo di Fermo. Come si ricorderà, Pio IX fu uno dei personaggi di spicco della storia del Risorgimento. Nato a Senigallia, dopo vari importanti incarichi, divenne Vescovo di Imola e cardinale.
Morto Gregorio XVI (spirato il le giugno 1846), il Cardinale Ma- stai Ferretti parte per il conclave la sera dell’8 e giunge a Roma il 12. Il mattino del 15 giugno, iniziano le votazioni; subito si delinea una contrapposta bipolarità: su 52 Cardinali presenti, spiccano due nomi: il Cardinale Luigi Lambruschini (da non confondere con l’omonimo pedagogista), genovese ed il “nostro” Cardinale Giovanni Mastai Ferretti. Quattro le votazioni. Nella prima Lambruschini riporta 15 voti; Mastai 13.
Entra allora in scena il Cardinale Tommaso Bernetti, che capeggia una corrente a favore di Mastai Ferretti. Seconda votazione: Lambruschini ha 13 voti; Mastai Ferretti 17; terza votazione: Lambruschini ottiene 11 voti; Mastai Ferretti 27; quarta: Lambruschini scende a 10 voti; Mastai Ferretti sale a 36; ha raggiunto i 2/3: è lui il Papa! Tutto ciò avviene non in Vaticano ma al Quirinale, dove in anni precedenti erano stati eletti altri Papi: Leone XII (1823-1829), conclave durato 18 giorni; Pio Vili (1829-1830), conclave durato 36 giorni; Gregorio XVI (1831-1846), conclave durato 50 giorni! Sono tutti Papi marchigiani, eccetto Gregorio XVI.
Come si vede, il conclave di Pio IX fu il più breve: durò soltanto due giorni. Ma in tutta questa vicenda, emerge un protagonista finora sconosciuto: il Cardinale Filippo De Angelis. Dalle tabelle di scrutinio di tale conclave, che grazie ad un colpo di fortuna abbiamo trovato, si può rilevare (anche se le schede vengono bruciate) la “vittoria ’ di tale Cardinale. Egli, nella prima votazione, ottenne 3 voti; nella seconda 4; nella terza 5; nella quarta 6. E il terzo della graduatoria, venendo dopo il neo Pontefice Pio IX che ottiene voti 36 e dopo Lambruschini che ha voti 10. In seguito, De Angelis (che era nato ad Ascoli nel 1792) verrà perseguitato dal governo piemontese per la sua opposizione all’invasione dello Stato Pontificio; per odio a lui, Vittorio Emanuele II toglierà a Fermo la provincia. Nel 1870, sarà presidente del Concilio Ecumenico Vaticano I. Il terzo posto del De Angelis, denota la stima di cui era circondato.