Fermo nella storiografia. Gabriele Nepi.
Fermo manda sentinelle a vigilare la Rocca di S. Benedetto del Tronto
Non sembra, ma sono passati più di 6 secoli! Fermo, che aveva San Benedetto del Tronto sotto il governo dei suo Stato. Il 29 settembre 1389 manda dei soldati in quella località, per la vigilanza della rocca e del castello tutto. Tale rocca, con Monte Falcone Appennino, Smerillo, Moresco, Porto San Giorgio, Gualdo e S. Angelo in Pontano (questi due ultimi ora in Provincia di Macerata) costituiva la difesa turrita dello Stato Fermano.
Non è facile né semplice poter trovare un documento di oltre sei secoli come il nostro, dal momento che il castello di San Benedetto è stata tappa obbligata di passaggi di eserciti, devastazioni, incendi, assedi, e tant’altro. Tale atto risulta in archivio in un registro detto bastardello di verbali del Comune di Fermo, risalente al secolo XIV.
Gli statuti fermani stabilivano che il castellano e i militi preposti alla vigilanza ed alla difesa, dovevano dimorare e rimanere nella rocca giorno e notte e potevano addirittura portare con sé la propria famiglia e una scorta di provviste bastanti tre mesi, per far fronte ad eventuali assedi.
Diciassette furono i militi mandati da Fermo, quali sentinelle della costa sambenedettese.Erano: Nicoluccio Nicolai, Cola Camannucci, Ciccone Gentile, Antonio Nicoluzzi, Massio di Pietro Matteo, Vanne Marini, Bartolomeo Puctii, Giacomo Beneditti, Cola Carfangi, Vanne Benvenuti, Angeluccio Iacobucci, Angelo Dominici, Cicco Iacobucci, Paluzio Cappella, Nicola Gualtierucci, Mingiuzio Antoni.
A loro gli onori militari per l’assidua missione di vigilanza contro le incursioni interne ed esterne, specie per quelle provenienti dal mare!