Dipinto del pittore Salvatore Tricarico raffigurante la croce e le mani offerenti il pane nel significato eucaristico

 

La Croce e il pane Eucaristico

Il dipinto della Croce con di fronte le mani che offrono pane ha un significato spirituale eucaristico. Il pittore Salvatore Tricarico nato a Calvello nel 1949 e vivente a Milano ha realizzato questo dipinto di cm 20×30 su cartone telato nel marzo 2020 e lo tiene nella sua collezione privata.

La croce ha l’aspetto spettrale tipico dello strumento d’esecuzione della pena di morte in uso dal secolo quinto avanti Cristo soltanto per gli schiavi, ben prima che fosse per i Romani il mezzo più umiliante e doloroso, segno di fallimento totale. Eppure, come testimonia l’evangelista Giovanni la croce è  considerata come segno della vittoria di Gesù Cristo che ha dovuto portare il legno trasversale (Gv 19,17) che fu tirato in alto e fatto poggiare sul legno perpendicolare sul Golgota a Gerusalemme. Il monito cristiano del rinnegamento necessario per seguire Gesù, risponde al suo detto: «Chi non prende la propria croce e non mi segue non è degno di me» (Mt 10,38). La sequela cristiana avviene nel cammino terreno che è diretto verso l’eternità. Il pane è il viatico che offre l’energia di sostentamento nel fare il percorso come alimento dell’umana energia (Sal 104,14s; 1Re, 19,6ss). In generale il pane raffigura concretamente la vita umana e la benedizione di Dio (Sal 37,25; Pro 12,11) con la promessa divina: “Sazierò di pane i suoi poveri “ (Sal 132,15). C’è il pane dell’allegrezza: «Mangia con gioia il tuo pane» (Qo 9,7).

Nell’antica alleanza si usavano i pani della presenza (1Re 7,48; 2 Cron 13,11) nel tempio anche nel rituale del sacrificio (Es 23,18; 34,25). Questo culto è ricordo e presenza della Pasqua d’uscita dall’Egitto (Es 12,8.11.39): Dio ha nutrito il suo popolo nel deserto e così manifestava e continua a dare la sua assistenza, come evento presente. I profeti equiparano il pane alla parola di Dio (Am 8,11 poi Mt 4,4) e al banchetto messianico (Is 55,1ss). La sapienza divina chiama: «Venite mangiate il mio pane» (Pro 9,5).

L’evangelista Giovanni indica il Cristo come il pane del cielo e il vero pane (Gv 6,32s.49ss) pane vivo (Gv 6,35.48). Il mangiare questo pane comunica la nuova vita all’uomo (Gv 6,51). I cristiani seguono le parole di Gesù: «Prendete e mangiate: questo è il mio corpo» (Mt 26,26; Mc 14,22). Realtà di presenza del Cristo immolato e risorto. «Questo è il mio corpo che è dato per voi: fate questo in memoria di me» (Lc 22,19).

 

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