BLASI MARIO EVANGELIZZA TERZA DOMENICA AVVENTO ANNO A

Il Parroco don Mario Blasi evangelizza l’Avvento di Gesù nella terza domenica anno A

III DOMENICA DI AVVENTO (Mt 2, 2-11)

ANDATE E RIFERITE A GIOVANNI CIO’ CHE VOI UDITE E VEDETE: I CIECHI RECUPERANO LA VISTA… AI POVERI E’ PREDICATA LA BUONA NOVELLA”.

Il messaggio evangelico è una forza che interpella continuamente l’uomo. Chi lo accoglie liberamente e con amore ha la vita. Chi non lo accoglie vive nella tenebra: va verso la propria rovina. Chi vive il messaggio dell’Amore di Dio passa però attraverso il vaglio della prova. Anche Giovanni Battista è nella dura prova della fede. Il giovane profeta di Nazaret è il Messia annunziato, “sì o no?”. Giovanni Battista pensa ad un Messia forte e potente che separi i buoni dai cattivi e giudichi i peccatori con estrema severità.

Gesù, invece, si presenta mite ed umile di cuore; accoglie i peccatori e i pubblicani e mangia con loro. Ha un cuore tenero verso quelli che sbagliano.

Giovanni Battista, nella prigione, ripensa alla sua missione: il Messia non deve agire con forza, non deve avere in mano il ventilabro per separare il grano dalla pula, non deve abbattere con l’ascia le piante che non portano frutti buoni?

Giovanni, da uomo di fede, non tiene i dubbi nel cuore, ma li sottopone al giudizio di Gesù. Solo la Parola di Gesù può rafforzare la sua fede. Gesù, attraverso i messaggeri di Giovanni, risponde dicendo che i poveri sono evangelizzati, i ciechi vedono, gli storpi camminano e i peccatori sono perdonati. I segni che Gesù compie rivelano la Sua bontà e la misericordia di Dio verso tutti.

Il messaggio di Gesù è compreso solo da quelli che si chinano sulle miserie umane. Solo la Parola di Gesù fa capire quanto è grande l’Amore di Dio per questa piccola creatura umana. Chi comprende questo amore aiuta il fratello a risollevarsi dalla miseria morale e materiale.

Chi non ama il fratello non comprende il messaggio di Gesù.

“Beato chi non si scandalizza di me”.

Non è facile comprendere la misericordia di Dio verso i peccatori. E’ beato colui che accetta la bontà misericordiosa di Dio. Dio non si rivela nella potenza del giudizio, ma nella grandezza del Suo Amore. Dio è sempre vicino a quelli che hanno bisogno del Suo Amore: gli umili, i poveri, i sofferenti.

“Andate e riferite ciò che voi vedete… “.

“In carcere scoppia la drammatica crisi del Battista nei confronti di Gesù.

Il Dio che Gesù manifesta con le Sue azioni e con il Suo messaggio è infatti differente dal Dio predicato da Giovanni.

Giovanni è l’ultimo dei grandi uomini di Dio che chiudono un’era, quella di un Signore che nessuno aveva veramente conosciuto… perché “Dio nessuno l’ha mai visto” (Gv.1,44).

L’unico che lo può rivelare pienamente è quel Gesù che il Battista aveva pubblicamente testimoniato come il “Figlio di Dio” (Gv.1,34). Il Battista aveva proclamato che “ogni albero che non dà frutto, viene tagliato e gettato nel fuoco” (Lc.3,9).

Gesù gli risponde con la parabola dell’albero infruttuoso. Mentre colui che ha piantato l’albero dice: “taglialo. Perché deve sfruttare il terreno?” (Lc.13,7), Gesù, che non è venuto per distruggere, ma per vivificare, restituisce vita all’albero, creduto ormai completamente sterile (tre anni) e chiede di pazientare “finché gli avrò zappato attorno e vi avrò messo il concime” (Lc.13,8).

Con Giovanni Battista un’epoca si è definitivamente chiusa perché, con Gesù, Dio non è più una profezia, ma una realtà visibile, nella quale non si incontrano atteggiamenti di giudizio o di condanna, ma solo proposte di pienezza di vita, e un amore esteso anche a chi non lo merita: l’Amore del Padre si estende a tutti, ingiusti compresi, perché “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui” (Gv.3,17).

Giovanni non riesce ad accettare la novità portata da Gesù, e dal carcere gli manda un ultimatum:

“Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro? “.

Gesù risponde con i fatti, elencando le azioni positive con le quali ha restituito vita: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i sordi odono, i morti risuscitano.

Gesù chiude la Sua risposta con un monito a Giovanni che è un invito ad aprirsi alla novità di un Dio amante di tutti:

“E’ beato colui che non trova in me motivo di scandalo”.(A.Maggi)

“Beato è colui che non trova in me motivo di scandalo”.

Giovanni Battista è in carcere per ordine di Erode. Nella prigione, però, può accogliere i suoi discepoli i quali gli narrano la predicazione di Gesù che lui aveva indicato come Messia.

La predicazione di Gesù non risponde all’idea che Giovanni ha del Messia. Per Giovanni Battista il tratto caratteristico di “Colui che viene” deve essere la forza. Le sue idee della natura di questa forza sono molto precise.

Giovanni paragona il Messia all’agricoltore che afferra la sua scure per abbattere l’albero infruttuoso e buttarlo nel fuoco: “già la scure sta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene reciso e gettato nel fuoco”. Egli presenta l’attività del Messia con l’immagine del contadino che pulisce la sua aia, bruciando tutto ciò che non è grano buono: “Ha in mano il suo ventilabro e monderà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio e brucerà la pula con il fuoco inestinguibile”.

“Giovanni chiama i peccatori a penitenza e offre loro un battesimo per la remissione dei peccati; si affrettino prima che venga colui il cui battesimo di Spirito e fuoco, sarà un bagno distruttore”.

“Giovanni vede in “Colui che viene” il terribile giudice che estirperà con il fuoco inestinguibile tutti i peccatori che non si saranno pentiti dei loro peccati e non avranno cambiato vita prima che sia troppo tardi”.

“Giovanni si considera incaricato a preparare Israele al terribile giudizio: il suo esempio e la sua parola intendono condurre i peccatori alla conversione per sfuggire così al castigo eterno chi incombe su di loro”.

La predicazione di Gesù, tuttavia, non risponde all’idea che Giovanni ha del Messia. Ed ecco la domanda di Giovanni:

“Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”

Gesù risponde a Giovanni descrivendo la Sua attività benefica verso gli infelici. Egli restituisce la vista ai ciechi, apre gli orecchi ai sordi, guarisce i lebbrosi, risuscita i morti e annuncia ai poveri la Buona Novella. Ciò che Egli compie, attua ciò che il profeta Isaia aveva predetto per il tempo messianico.

“Gesù intende la Sua missione in modo diverso dall’idea che si era fatta Giovanni. Gesù si presenta non come il forte che spiega contro i peccatori la potenza vendicatrice della collera di Dio, bensì come la manifestazione della bontà misericordiosa del Signore verso i poveri e i sofferenti. Il contrasto è grande”.

“Arriverà Giovanni ad accettare la rivelazione dell’Amore che si rivela nell’umiltà e nella debolezza?”.

Il cristiano di oggi accetta l’Amore misericordioso di Gesù?

 

AVVENTO: TEMPO DI ATTESA E DI SPERANZA

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