Blasi Mario Parroco evangelizza Natale anno A
NATALE DEL SIGNORE(Lc.2,1-15)
“CESARE AUGUSTO ORDINO’ CHE SI FACESSE IL CENSIMENTO DI TUTTA LA TERRA. QUESTO CENSIMENTO…FU FATTO QUANDO ERA GOVERNATORE DELLA SIRIA QUIRINIO”.
Dio, Creatore del Cielo e della terra, entra visibilmente nella nostra storia per mezzo di una piccola, ma straordinaria famiglia: la famiglia di Nazaret.
Dio va cercato, riconosciuto e accolto nella famiglia.
Tutto sembra che cammini per l’autorità dell’imperatore. Chi comanda, chi decide è Cesare Augusto. Egli è il padrone di “tutta la terra”. Egli decide “tutto”. Ha orgoglio smisurato. Ha il potere di censire “tutta la terra”, ma non si accorge che è un piccolo strumento di Colui che è veramente Signore.
Giuseppe obbedisce al comando di Cesare, va a Betlem con “Maria sua sposa che era incinta“. Il germoglio di Jesse deve nascere a Betlem. Così avviene.
Dio guida la storia, non Cesare. Dio decide, non l’imperatore.
Colui che ha disteso i cieli si fa bambino, bisognoso di tutto e di tutti, ma è lo specchio del volto di Dio Creatore.
Dio va amato, riconosciuto nell’uomo.
L’uomo è al centro del creato, Dio al vertice di tutto.
Tutto cammina verso di Lui.
Chi contempla per primo il volto di Dio fatto uomo? Sono gli emarginati e i lontani da Dio: i pastori.
“Oggi è nato per voi… un Salvatore”.
I pastori, considerati peccatori incalliti, non sono esclusi dalla salvezza, ma sono i primi ad accoglierla. Proprio a costoro l’Angelo del Signore si rivolge e la gloria di Dio li avvolge.
“La gloria di Dio si manifesta visibilmente comunicando pace (felicità) a tutti gli uomini in quanto destinatari del Suo amore… I pastori vanno a Betlem a trasmettere la buona notizia che hanno ricevuto” (A.Maggi).
Dio dimostra il Suo Amore ai lontani e ai vicini. “Tutti vengono sconvolti da questa straordinaria novità, Maria compresa, ma lei non la rifiuta, la accoglie”
(A.Maggi).
Tutti gli uomini sono chiamati a fare l’esperienza del Dio-Amore.
NATALE DEL SIGNORE(Lc.2,1-15)
“C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo guardia al loro gregge “.
I pastori erano per lo più servi dei proprietari del gregge, sfruttati e malpagati e si rifacevano con il furto al padrone o ad altri pastori. Vivendo per gran parte dell’anno isolati, senza altra compagnia oltre agli animali e senza alcuna sorveglianza, i pastori avevano una cattiva fama, erano considerati dei selvaggi, dei bruti che vivevano di ruberie. Emarginati dalla società, i pastori erano discriminati anche dalla religione.
Trascorrendo il loro tempo sempre tra gli animali, con scarsa possibilità di accedere alla Sinagoga o al Tempio, i pastori vivevano in una condizione di totale impurità e si pensava che per essi non ci fosse alcuna possibilità di salvezza.
Ai pastori spettava solo il castigo che Dio avrebbe inflitto ai peccatori attraverso il Messia.
Proprio ai pastori, che erano rifiuti della società e ritenuti i più lontani da Dio, per primi viene annunciata la nascita del Figlio dell’Altissimo. E ai pastori che furono presi da grande spavento, perché sanno che non è possibile vedere Dio e rimanere in vita, l’Angelo dice di non avere alcuna paura perché è portatore della buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà:
“Oggi è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo Signore “.
La grande gioia di questa buona notizia non è solo per i pastori, ma per tutto il popolo. La buona notizia è che il Signore non premia i buoni e castiga i malvagi, ma a tutti, senza distinzioni, comunica il Suo Amore.
L’Amore di Dio non dipende dal comportamento dell’uomo e dalle sue risposte, ma viene riversato su tutti, “perché Egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi“.
Dio non concede il Suo Amore e il Suo perdono agli uomini perché questi lo meritano, ma perché ne hanno bisogno.
L’Amore di Dio non va meritato, ma accolto come espressione gratuita e generosa della Sua infinita misericordia.
I pastori non hanno alcun merito per ottenere la salvezza del Signore. Il Signore li avvolge nella Sua Luce, non perché i pastori ne siano degni, ma perché Dio è solo Amore.
( da A.Maggi)
“Oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore “.
Dio, per amore degli uomini, si è fatto Bambino.
In un mondo che sembra sprofondare nelle tenebre del male, una luce risplende! Nasce un Bambino per dare agli uomini una realtà nuova e una speranza che non delude.
Il Figlio di Dio, Gesù, entra nella storia degli uomini e incomincia così una nuova creazione. La nascita di Gesù chiede a tutti un nuovo stile di vita: vivere tutti i giorni come figli di Dio amando e servendo i fratelli con serenità di spirito.
Gesù nasce in una grotta-stalla adiacente all’abitazione perché non c’è alloggio nella sala comune della casa. “Suo padre legale, Giuseppe, aveva allestito tutto ciò per quando Egli fosse venuto al mondo. Ma per ragioni storiche, nel momento in cui venne alla luce, c’erano altri che ne avevano bisogno”. “Quindi Giuseppe, con gesto decisivo, risolse di lasciare il posto previsto e di scendere nella oscura stalla.
Gesù non nacque povero perché le circostanze lo esigevano, ma per una scelta di Giuseppe”.
“E quando crebbe, scelse di abbracciare perpetuamente la povertà cui fu fedele per tutta la vita. Visse povero, condivise quello che possedeva, si circondò dei più bisognosi, mangiò quello che gli davano e morì nella più assoluta indigenza. Non pretese nulla per Sé. Non volle occupare qualcosa che ad altri poteva mancare. Lo si vide applicare costantemente il principio per cui, se qualcuno aveva bisogno della Sua stanza, lui doveva scendere nella stalla”.
“Troverete un Bambino adagiato in una mangiatoia”.
I primi destinatari dell’annuncio della nascita di Gesù sono i pastori.
“Proprio ai pastori, che erano rifiutati dalla società e ritenuti i più lontani da Dio, per primi viene annunciata la nascita del Figlio dell’Altissimo”. “All’epoca di Gesù erano bistrattati ed emarginati come persone impure di poco conto e inaffidabili, esclusi: umili e poveri. Essi sono i primi destinatari della buona notizia, caparra di una gioia che sarà di tutto il popolo. Gioia per il perdono dei peccati. Gioia per un nuovo rapporto con Dio”.
“Lo stupore è di tutti, Maria compresa”. “Ma Lei non si scandalizza di quel che i pastori dicono”. “Lei non rifiuta la novità su Dio, cerca di comprenderla! Maria, da parte sua, custodiva tutti questi fatti meditandoli nel suo cuore. Lei si mette sempre in sintonia con Dio che fa nuove tutte le cose”.