Anno 996 ottobre
Enfiteusi con confusione di nome del concessionario e cessione di beni.
(Arch. Fermo Liber 1030 ed. pp. 685-688)
Nel nome di Dio. “Prestaria”. Io Uberto vescovo della Chiesa Fermana, insieme con la volontà di consenso dei sacerdoti primari messi a capo nell’ufficio della Chiesa Fermana, concediamo a te, Attone <nel seguito è chiamato ?Ugo, !?> figlio di Ildeprando e ai tuoi figli e nipoti fino alla terza generazione, come prestito in usufrutto, una proprietà della nostra Chiesa Fermana, nel fondo Paperino, vocaboli Acciano, entro il ministero <amministrativo> di Forcella terre di moggi duecentocinquanta. <Confini> Da capo la terra nostra e la terra di Pertone(ne); <da piedi> fino alla metà del “rigolare” (fossato?); da un lato fino a metà rivo; dall’altro lato fino al limite (greppo) e alla terra dei singoli uomini. Inoltre cento moggi di terre in località Accullaragera, vocabolo Gleria. <Confini> Da capo fino alla strada ed alla terra tua; da piedi la terra della Chiesa Fermana; da una lato fino a metà del “rigolare”; dall’altro lato fino alla strada. Inoltre quindici moggi di terre e una ‘rota’ in località Rota di Fusioni, presso il fiume Tenna. <Confini> Da capo fino a metà del fiume Tenna; da piedi la terra tua e la terra di Perto(ne); nelle due restanti parti, la terra della Chiesa Fermana. Inoltre moggi dieci di terre e una ‘rota’ in località detta Marro Mantio, vicino al fiume Tenna. <Confini> Da capo la terra tua e quella di Perto(ne); da piedi e da un lato fino alla metà del fiume Tenna; Dall’altro lato la terra della Chiesa Fermana. Ciò soltanto fino alla terza generazione, per lavoro, fruttificazione, senza poter vendere, né donare, né permutare,, Né alienare in alcun modo, neanche a luoghi venerabili. Voi, Ugo (?!?) avete dato trecento soldi in oro, argento e beni mobili, che riceviamo per l’opera e per l’uso della Chiesa Fermana. Inoltre tu e i tuoi <eredi> fino alla terza generazione, dovete dare direttamente o tramite altri, ogni anno, nel mese di ottobre, una censo (canone) del valore di sei denari in argento o beni mobili, ponendolo sopra all’altare dell’episcopio (in chiesa) o consegnandolo al custode. Se nel primo anno non avreste pagato il censo, lo aggiungerete a quello del secondo anno. Dopo terminata la vostra terza generazione, queste cose devono essere riconsegnate alla proprietà della nostra Chiesa Fermana, senza inganno. Se tu, Ugo, o i tuoi <eredi> non pagherete <il censo> o non adempirete tutto quello che sopra è scritto, oppure se da parte nostra ci fosse mancanza nella concessione, o in caso di lite, stabiliamo una composizione.
Io notaio Adamo, scrissi su richiesta questa prestarla nell’anno 996 dell’incarnazione di Gesù Cristo, a tempo di Ottone imperatore per divina grazia, anno primo del suo impero nel nome di Cristo, nel mese di ottobre; indizione decima. In questa prestarla le firme di +Uberto vescovo di mia mano. + Io arciprete diedi consenso. + Io Giovanni presbitero e custode sottoscrissi e diedi consenso. + Io Pietro presbitero scrissi e diedi consenso. + Io Rodaldo presbitero e cantore diedi consenso e scrissi.
<Nota che alla fine non è scritto il nome dell’arciprete. Inoltre non si spiega come il concessionario sia chiamato prima Attone e alla fine Ugo.>