Il parroco don Mario Blasi evangelizza Matteo 24, 37 ss Avvento anno A
COME AL TEMPO DI NOE’, COSI’ SARA’ LA VENUTA DEL FIGLIO DELL’UOMO”.
L’Avvento è il tempo che prepara il cristiano alla festa del Natale. E’ il tempo in cui si ricorda Gesù Figlio di Dio fatto uomo.
Il Dio invisibile si rende visibile nella storia per mezzo di Gesù.
Il cristiano è chiamato a scoprire e ad annunciare la presenza di Dio nella storia. Ha il dovere di conoscere e di far conoscere che Colui che è venuto, che viene e che verrà è il Salvatore di tutti.
E’ l’Atteso dell’umanità.
Nell’Avvento si celebra la venuta di Gesù nella storia come uomo-Dio e si invoca il Suo ritorno come Signore per la salvezza di tutti i popoli. Il Suo ritorno sarà un Avvento pieno e definitivo. In questa attesa bisogna vegliare per non essere sorpresi al Suo ritorno. Nessuno può prevedere la venuta del Signore. Tutto è nelle mani di Dio.
La Signoria di Dio nella storia è assoluta.
Come al tempo di Noè, così in ogni epoca è evidente il contrasto tra chi vive di fede e di interesse personale, tra chi vive nel cammino della legge dell’amore di Gesù: “Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi“, e chi percorre la strada dell’egoismo.
L’uomo, con la sua libertà, può perdere l’orientamento della vita.
“Siate pronti, perché nell’ora che non immaginate il Figlio dell’Uomo verrà”.
Il cristiano veglia quando ama e serve il fratello con dedizione sincera. Il credente di ogni tempo corre il rischio di appesantire il cuore nelle preoccupazioni giornaliere, perciò deve pregare, cioè invocare lo Spirito Santo perché doni l’Amore di Cristo e il cuore del fedele lo accolga.
Vegliare è duro. Rimanere desti, ossia amare come ha amato Lui, il Signore Gesù, non è facile. Tenere gli occhi aperti quando il sonno ci opprime è faticoso perché servire il fratello con cuore sincero richiede impegno costante e preghiera fiduciosa.
Il cristiano, in questo periodo di Avvento, invochi lo Spirito Santo perché doni a tutti la capacità di amare con la stessa forza di Dio.
Avvento anno A domenica prima (Mt 24,37-44)
“Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’Uomo “.
Il Padre conosce quando il discepolo di Gesù raggiunge la maturazione e quando rende testimonianza alla Sua Parola. Quel giorno e quell’ora stanno ad indicare l’incontro personale del discepolo con il Padre.
Il Padre stabilisce un rapporto di figliolanza con il discepolo di Suo Figlio. Egli solo conosce la sua crescita, la sua maturazione e l’incontro in cui la vita si manifesta in forma nuova nella Sua Casa.
Il discepolo, lungo il cammino della vita, deve impostare la sua esistenza perché cresca in sintonia con l’insegnamento di Gesù.
La vita ha un valore grande: è divina; nulla deve andare perduto. La vita deve sviluppare fino al massimo, non bisogna perciò lasciarsi sfuggire le occasioni per la sua crescita.
Allora il giorno dell’incontro con il Figlio dell’Uomo sarà gioioso. E’ il giorno in cui la vita del discepolo si rivelerà in forma piena. Il rischio del discepolo, però, è quello di trovarsi impreparato ad affrontare la verifica della propria vita. Per questo Gesù dice:
“State pronti, perché nell’ora che non immaginate il Figlio dell’Uomo verrà “.
Al tempo di Noè le persone non si accorsero di nulla; cosa molto grave e triste! Stava per accadere una cosa straordinaria e nessuno se ne accorgeva!
“Vigilate”, dice Gesù, “Siate pronti!”.
Egli porta l’esempio di due persone che fanno lo stesso lavoro nei campi e alla mola; una è presa e l’altra lasciata. Sono persone che fanno le stesse azioni: azioni semplici della vita quotidiana, ma con una qualità diversa: una sola è unita a Cristo nell’amore e compie un servizio per il bene degli altri.
Il cristiano è colui che fa i lavori come gli altri nei campi, nella fabbrica, nell’impiego, ma ha una consapevolezza diversa: compie un servizio per i fratelli con l’amore di Cristo nel cuore.
Blasi Mario Parroco I AVVENTO (Mt.24, 37-44) “Vegliate”.
L’Avvento è il tempo dell’attesa e della manifestazione gloriosa del Signore che viene. Egli viene a trasformare il mondo e a realizzare l’uomo ad immagine del Risorto.
Nel tempo dell’attesa il cristiano deve compiere il suo dovere con gioia per percepire la presenza di Dio che ama.
L’Avvento è il tempo della preparazione al Natale in cui si celebra la prima venuta del Figlio di Dio tra gli uomini. E’ il tempo in cui, attraverso questo ricordo, i cristiani si orientano verso l’attesa della Sua seconda venuta.
Durante l’Avvento, non soltanto si rende grazie a Dio per la venuta storica del Salvatore, fonte di vita e di gioia per tutti, ma si celebra anche il compiersi dell’opera della salvezza: vita piena per l’uomo.
La liturgia non è solo un momento sacro della settimana riservato a Dio, ma è il momento in cui il cristiano riceve la grazia, cioè l’amore di Dio per realizzare la Sua opera nel Cristo.
Il cristiano deve manifestare con amore la gloria di Dio nella sua attività quotidiana. La gloria di Dio, che splende nell’universo, deve esser resa visibile in modo particolare dal cristiano. Il discepolo di Gesù deve impostare la sua vita in modo tale che la bontà di Dio sia rivelata a tutti con la vita. La vita del cristiano è divina. Essa si deve sviluppare al massimo; nulla gli deve sfuggire per la sua crescita. Allora il giorno dell’incontro con il Figlio dell’Uomo sarà gioioso. E’ il giorno in cui la vita del discepolo si rivelerà in pienezza.
Ma per il discepolo di Gesù, come per ogni uomo, esiste il rischio di trovarsi impreparato all’incontro con il Figlio dell’Uomo, per questo Gesù dice:
“Siate pronti”.
Per il cristiano può esistere il pericolo di trascorrere la vita semplice di ogni giorno in modo distratto e superficiale; per questo motivo Gesù lo invita ad essere pronto, ad agire cioè con serenità di spirito e amore in ogni situazione, anche se a volte ciò costa molta fatica!
Gesù dice che due persone fanno lo stesso lavoro nei campi o alla mola, ma una è presa e l’altra lasciata. Fanno lo stesso lavoro semplice della vita quotidiana, ma con spirito diverso. La qualità della vita è diversa. Una è unita all’amore di Cristo e compie un servizio per il bene proprio e per gli altri, ed è pronta per entrare nel Regno di Dio, come un frutto maturo che viene colto; l’altra no! Il cristiano è colui che lavora come tutti, nei campi, nella fabbrica, nell’impiego, ma con una consapevolezza diversa: realizza un servizio per i fratelli con la bontà di Cristo nel cuore.
Riflessioni liturgiche = AVVVENTO tempo di attesa e di conversione
Avvicinarsi al Natale non sia solo allestire doni e luminarie, ma prepararsi nell’animo “all’evento straordinario che ha cambiato la storia”.
E’ il compito che spetta ai cristiani, di fronte ai tanti che spesso non solo vivono come se Dio non esistesse, ma a volte lo considerano un ostacolo per la loro realizzazione. E se “proprio la storia di questi ultimi 50 anni dimostra l’attesa di una salvezza a basso prezzo”, che produce “cocenti delusioni”, “pur con le sue contraddizioni, le sue angustie e i suoi drammi”, l’umanità di oggi “cerca un Salvatore e attende, talora inconsapevolmente, l’avvento di Cristo”.
“L’umanità del nostro tempo attende ancora il Salvatore?”.
“Si ha la sensazione che molti considerino Dio come estraneo ai loro interessi. Apparentemente non hanno bisogno di Lui; vivono come se non esistesse e, peggio, come se fosse un ostacolo da rimuovere per realizzare se stessi”. E “anche fra i credenti alcuni si lasciano attrarre da allettanti chimere e distrarre da fuorvianti dottrine che propongono illusorie scorciatoie per ottenere la felicità”.
La strada da seguire invece è prepararci ad avvicinarci alla grotta di Betlemme dove si è compiuto “il prodigio: il creatore dell’universo è venuto per amore a porre la sua dimora tra gli uomini” con lo stesso animo che avevano Maria e Giuseppe. “Non è difficile immaginare come abbiano trascorso gli ultimi giorni nell’attesa di stringere il neonato nelle loro braccia”. Il loro atteggiamento sia il nostro, in modo che “nascendo tra noi non ci trovi distratti o semplicemente impegnati ad abbellire con luminarie le nostre case”.
Allestiamo piuttosto le nostre anime per accogliere degnamente “l’avvento di Cristo, l’unico redentore dell’uomo e di tutto l’uomo”.(Papa Benedetto XVI)