XXXII DOMENICA ORDINARIA (Lc 20,27-38)
“Si avvicinarono alcuni Sadducei i quali negano che vi sia la Risurrezione”.
Alcuni Sadducei, che appartengono alla classe dirigente in Israele e detengono il potere economico, si avvicinano a Gesù per metterlo alla prova. Essi negano che ci sia la risurrezione.
Gesù, che non teme alcuno, risponde ai Sadducei trattandoli da ignoranti della Sacra Scrittura e della potenza di Dio. Gesù dice ai Sadducei che non basta leggere la Sacra Scrittura per comprenderla, ma è necessario anche un cuore disposto ad aiutare i fratelli nelle loro necessità.
Chi orienta la propria vita ad aiutare il prossimo comprende il significato della Parola di Dio.
“Chi fa della propria vita un pane per gli altri, cioè chi mette la propria vita al servizio degli altri, conosce la Parola di Dio e ha già da ora una vita di una qualità tale che è indistruttibile. L’unica cosa che vale nell’esistenza della persona è il bene che si fa agli altri, tutto il resto è fatica inutile“.
Chi vive facendosi pane per gli altri, dimora già in Gesù, cioè è entrato nella sfera divina. Chi vive per gli altri si muove nell’ambito della realtà divina.
“Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi, perché tutti vivono per Lui “.
Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe è vicino all’uomo, lo protegge e gli comunica vita: è il Dio dei viventi. Nel momento della morte fisica ha la potenza di ricreare l’uomo per donargli la Sua stessa vita.
Dopo la morte fisica la persona tutta intera continua la sua esistenza terrena nella sfera divina.
La vita eterna è un dono gratuito di Dio per chi ama i fratelli.
Per Gesù la vita eterna non risiede nel futuro, ma è una condizione nel presente. “Chi crede in me ha la vita eterna“.
Già in questa terra si può avere una vita di una qualità tale da dirsi eterna. “In questa esistenza terrena si può avere una vita indistruttibile e capace di superare la morte”.