Don Mario Blasi parroco evangelizza
XXIV TEMPO ORDINARIO anno C (Lc.15,1-32)
“Rallegratevi con me”.
La Parabola del Padre misericordioso è straordinaria. Brevissima riflessione sulla figura del Padre, del figlio minore e del figlio maggiore. Che Padre! Alla richiesta del figlio minore di avere l’eredità, il Padre divide i Suoi beni anche con il figlio maggiore. “Egli divise tra loro il patrimonio”. E’ un Padre che rispetta la volontà e la libertà del figlio; sembra un debole! Il Suo volto non manifesta nulla. Il Suo dolore è muto. Non perde però mai la speranza di riabbracciarlo.
Il figlio maggiore è un grande lavoratore; è modello di obbedienza, non abbandona mai la casa paterna, non si sente figlio ma servo. Dopo una giornata di lavoro torna a casa; sente musica e danze. Domanda ad un servo per sapere cosa succeda.
“E’ tornato tuo fratello”.
Il lavoratore dei campi accoglie male la notizia. Va in collera e rifiuta di entrare. Il Padre, allora, esce a pregarlo. Il figlio, però, sotto l’impatto dell’ira, risponde al Padre in modo spregiudicato: “Tuo figlio ha sciupato tutto con donne di cattivo costume, e tu fai festa”.
Il Padre lo supplica, ma non gli comanda di entrare nella sala del banchetto. E’ un Padre che rispetta la libertà del figlio. Non fa leva sulla Sua autorità di capo di famiglia, ma sul convincimento. Non ordina ma supplica.
Il figlio maggiore non si considera figlio del Padre, né fratello del minore. Si sente servo. Egli obbedisce e lavora con la speranza di una minima ricompensa. Non comprende che il vero Padre non chiede obbedienza, ma somiglianza al Suo Amore. Il Padre non ha due figli, ma due schiavi! Anche il figlio minore nella casa non si sente libero, vuole l’eredità per costruirsi una vita, ma fuori casa sperpera tutto con falsi amici. Tutti lo abbandonano quando non hanno nulla da prendere. Per vivere trova un padrone. Aveva creduto di aver fatto una scelta di vita, invece si trova sulla via della morte: “Qui muoio”.
Spinto dalla fame ritorna alla casa paterna; prepara la preghiera e desidera che il Padre lo tratti da garzone.
Il Padre, che aspettava il ritorno, lo vede, gli corre incontro e profondamente commosso, lo abbraccia con una gioia incontenibile. Non ascolta la preghiera del figlio. Non lo rimprovera, parla solo ai servi che devono preparare la festa.
Il figlio era morto ed è tornato in vita.
Il cristiano fa festa quando ritorna uno che si era perduto? La festa indica VITA NUOVA!
“Ora che questo tuo figlio ha divorato i tuoi averi è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso”.
Che Padre! E’ solo Amore!
I figli non comprendono la grandezza della Sua bontà. Il figlio minore che sciupa tutto vivendo da dissoluto, non immagina un Padre così buono. Ha nel cuore la speranza di essere accolto come salariato. Il Padre, nel vederlo ritornare, esplode di gioia, lo riveste: gli dona una nuova dignità. Fa festa, banchetto, musica e danze.
Il Padre vede un figlio da amare, un figlio perduto, ritrovato.
Il figlio maggiore, fedele servitore, è uno che non trasgredisce un solo comando. “Ecco, da tanti anni ti servo, non ho trasgredito un tuo comando e tu non mi hai dato un capretto“. E’ fedele ma considera il Padre una persona ingiusta. L’ingiustizia si rende palese quando il Padre fa ammazzare il vitello grasso per il figlio ritrovato.
Il figlio servitore non ha mai ricevuto un capretto da mangiare con i suoi amici. Il Padre, per lui, è un pessimo padrone, non riconosce il suo lavoro speso per il patrimonio della famiglia e non vede i danni arrecati dal figlio minore.
Il fratello maggiore si sente servo obbediente, non un figlio amato. Il Padre gli dice: ” Figlio, tutto ciò che è mio è tuo “.
“Il figlio obbediente non ha nulla in comune con il trasgressore dal quale prende le distanze diffamandolo”; ha sciupato tutto con donne di cattivi costumi e il Padre lo reintegra nella famiglia senza alcuna punizione; anzi fa festa grande e dice al fratello maggiore:
- · · · · · “E’ tuo fratello”.
“La festa non è solo per il Padre, ma anche per i fratelli. Il Padre invita il figlio ad essere capace di rallegrarsi e di festeggiare, perché chi era perduto è stato ritrovato, è suo fratello“.
“I peccatori sono fratelli anch’essi amati dal Signore che è benevolo verso gli ingrati e i malvagi”. “Gesù insegna che il perdono di Dio non viene ottenuto per i meriti dell’uomo, ma accolto come dono gratuito dell’Amore del Padre“.