Trascrizione di una pergamena di Servigliano dalla copia fattane da Pennesi Giuseppe circa l’anno 1895. Traduzione Tomassini. Digitazione di Vesprini Albino belmontese.
<PIO IV nel 1562 dicembre 4 concede privilegi ALLA CONFRATERNITA DEL CORPO DI CRISTO DI SERVIGLIANO>
Pio vescovo servo dei servi di Dio a perpetua memoria. La cura che per divina disposizione è affidata a noi, nonostante l’insufficienza dei nostri meriti, ci spinge e induce a vigilare e a dirigere in modo salutare ogni chiesa, specialmente quelli parrocchiali e volentieri favoriamo coloro che vogliono accrescere il culto divino per confortare spiritualmente i parrocchiani con la spirituale consolazione e in tali cose li sosteniamo con opportune concessioni. Già abbiamo riservato alla sede Apostolica di disporre e conferire tutti i benefici ecclesiastici, che abbiano o che non abbiano la cura delle anime, quando sono vacanti e in futuro lo saranno e abbiamo decretato d’ora in poi che non è valida, ma è nulla qualunque cosa che a questo riguardo capitasse sia tentata di fare da qualsiasi autorità consapevolmente o per ignoranza. Attualmente, la chiesa parrocchiale della pievania di San Marco del Castello di Servigliano nella diocesi di Fermo è stata riconsegnata per la rinuncia che ne ha fatto il diletto figlio Brancadoro Tornabuoni da Petritoli attuale rettore di essa e spontaneamente l’ha presentata alla Sede Apostolica nelle nostre mani e noi l’abbiamo accettata, pertanto questa è chiesa vacante al presente e nessun altro può disporne se non noi per la riserva decretata come già detto. Dato che è stata presentata a noi la richiesta da parte della Confraternita dei diletti confratelli in onore al sacratissimo Corpo di Cristo istituita canonicamente in detta chiesa (di San Marco) sollecitando che se noi uniamo, ammettiamo incorporiamo con la loro Confraternita tale chiesa certamente si riceverebbe un grande vantaggio con l’aiutare nelle necessità di questa Confraternita, senza causare alcun incomodo alla cura delle anime dei diletti figli <nostri> parrocchiani della stessa chiesa, e gli stessi confratelli forniranno con molto decoro i paramenti e le altre cose necessarie per il culto divino e la manterranno lodevolmente nel servizio divino. Da parte di questi confratelli che dichiarano che i frutti annessi, i redditi e i proventi di questa chiesa, secondo l’estimo comune, non superano il valore annuo di 500 ducati d’oro della Camera abbiamo ricevuto la supplica affinché questa chiesa fosse annessa e incorporata, unendola alla loro Confraternita e la nostra benignità Apostolica si degnasse opportunamente provvedere a quanto detto; noi, pertanto, che già abbiamo voluto che i richiedenti i benefici ecclesiastici siano tenuti ad unirsi ad altri per una somma di valore annuo stimato come detto sopra, altrimenti l’unione non avrà valore, e sempre l’unione sia fatta convocando le parti interessate, siamo favorevoli alla predetta unione assolvendo con il presente atto che esegue tale unione da qualsivoglia condanna, scomunica, sospensione, interdetto e pena che siano stati inferti in qualsiasi modo e causa giuridica, se ce ne fossero per i predetti confratelli mentre concediamo la predetta Chiesa vacante sia nel modo predetto sia in altro modo, se per spontanea riconsegna del detto Brancadoro di altri presso la Curia Romana o fuori di questa presso un pubblico notaio con i testimoni, anche all’effetto della costituzione del Papa Giovanni XXII predecessore nostro che inizia “Esecrabile” per conseguire altro beneficio ecclesiastico vacante da qualsiasi autorità e la sua collazione, secondo i decreti del Concilio Lateranense è devoluta legittimamente a disposizione della Sede Apostolica, o riservata ad essa in qualsiasi modo speciale o generale, pur se esistesse una lite indecisa su ciò fra alcuni, purché in questo caso spetti a noi la decisione, pertanto con il presente atto vogliamo unire, annettere, incorporare tale chiesa alla stessa Confraternita con tutte le cose annesse, con i diritti e con le pertinenze a vigore dell’autorità apostolica. A questi confratelli, dunque, è lecito prendere possesso corporale di essa chiesa, dei diritti e delle pertinenze annessi, facendolo direttamente da sé o per mezzo di altri, con propria libera autorità e tenere, avere la rettoria e l’amministrazione di questa chiesa nei beni temporali e nei frutti, i redditi, proventi, diritti, sovvenzioni, emolumenti e in ogni cosa annessa che essi percepiscano, esigano, prelevino, recuperino, ed inoltre rivolgano questi all’uso e alla utilità della loro Confraternita e di questa chiesa per mezzo di uno o più cappellani, secondo il volere di essi confratelli con potere di porli, rimuoverli, secondo l’approvazione dell’ordinario <diocesano> del luogo in modo che siano approvati o rimossi nel servizio divino e nell’esercitare la cura delle anime dei parrocchiani, amministrando i divini sacramenti e prendendosi carico di ogni incombenza, senza chiedere in ciò la licenza dell’ordinario <diocesano>. Questi confratelli non possono essere rimossi mai, in alcun tempo, dal governare questa chiesa e dall’amministrarne i redditi e proventi ed altro come detto sopra, da parte di nessuna autorità, neanche Apostolica. Essi non debbono essere molestati né turbati, né impediti nel loro ruolo né per le offerte, le elemosine, i lasciti, i legati, le donazioni fatte al loro e a questa loro chiesa, in qualsiasi modo e cosa. La Chiesa stessa non può essere data legittimamente in commenda o in amministrazione ad alcun altro né può essere da alcuno richiesta, né praticarsi la provisione da alcuna autorità, né disporne. Gli annessi frutti, i redditi, i proventi, i diritti, le sovvenzioni, gli emolumenti, le offerte, le elemosine, i lasciti, i legati, i beni, le cose non possono essere governati, né amministrati altrimenti se non dai predetti confratelli e da chi essi a ciò deputano. E tutte le collazioni, le provisioni, le commende o altre disposizioni che in futuro fossero fatte in contrasto con il presente atto da parte nostra della sede Apostolica o da legati o anche dell’ordinario <diocesano> e qualora ciò capitasse siano atti senza conseguenza, né validità, di nessun valore giuridico, vani, inutili e qualsiasi giudice di qualsiasi autorità anche uditore delle causa del palazzo apostolico deve essere privo di potere di giudicare, interpretare, definire su ciò. Qualora in contrario si tentasse consapevolmente o ignorantemente da ora in seguito qualcosa, lo dichiariamo senza validità e nullo. Per volontà da noi già deliberata e secondo il Concilio Lateranense ultimamente celebrato, le unioni perpetue di benefici non subiscono pregiudizi che capitasse lo per casi giuridici di proibizioni o di pia memoria o di editti apostolici, sinodali o di costituzioni speciali, ordini contrari o provvisioni fatte per benefici ecclesiastici o atti speciali e generali della Sede Apostolica, o dei suoi legati per interpretazione e al fine di inibizione, riserva, decreto o qualsiasi procedimento. Vogliamo che siano senza valore né effetto giuridico le lettere, i processi, le loro conseguenze che possano recare pregiudizio nel ricevere benefici come detto, neanche per privilegi, indulgenze, lettere apostoliche generali e speciali di qualsiasi tenore. Il loro valore è impedito in ogni modo, senza che abbiamo effetto e differiscano il presente atto. Ogni parola qui espresse sia tenuta valida per la provvisioni e l’unione e l’incorporazione di questa predetta Chiesa che non sia privata del dovuto rispetto e non sia negata la cura delle anime e siano sopportati i consueti oneri di questa chiesa in modo congruo. A nessun uomo è lecito contrastare con temerarietà né distruggere queste pagine con cui noi assolviamo, uniamo, annettiamo, incorporiamo per volontà e decreto. Se qualcuno presumerà di attentare ciò sappia che incorrerà nell’indignazione dell’onnipotente Dio e dei beati apostoli Pietro e Paolo.
Data a San Pietro nell’anno dell’incarnazione del signore 1562 nel giorno precedente alle 9 dicembre (4) nell’anno terzo del nostro pontificato.
PIO IV
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Pius Episcopus Servus Servorum Dei ad perpetuam rei memoriam.
Pastoralis officii cura nobis meritis licet imparibus divina dis(positi)one commissa Nos excitat et inducit ut salubri ecclesiarum quarum(libet) presertim parochialium directioni invigilantes votis illis per que divinus in eis / cultus cum spirituali parochianorum (suorum) consolatione augeatur libenter annuamus eaque favoribus prosequamur opportunis; dudum siquidem omnia beneficia ecclesiastica cum cura et sine cura apud sedem apostolicam/ tunc vacantia et in antea vacatu(ra) collatione et dis(positio)ne nostre reservavimus/ decernentes ex tunc irritum et inane super his a quoqua quavis auctoritate scienter vel ignoranter contigeret attemptari /cum itaque postmodum parochia(lis) ecclesia plebania nuncupata sancti Marci castri Servigliani firmane diocesis per liberam resignationem dilecti filii Branchadori Tornabuoni de Patritulo / nuper ipsius ecclesie rectoris plebani nuncupati de illa quam tunc obtinebat in manibus nostris sponte factam et per nos admissam apud sedem predictam vacaverit et vacet ad presens nullusque de illa pre/ter nos hac vice disponere potuerit sive poterit reservatione et decreto obsistentibus supradictis, et sicut exhibita nobis nuper pro parte dilectorum filiorum confratrum confraternitatis in honorem / sacratissimi Corporis Christi in dicta ecclesia canonice institute, petitio continebat si dicta ecclesia eidem confraternitati perpetuo uniretur annecteretur et incorporetur, ex hoc profecto/ confratribus ipsis quo dicte Confraternitatis necessitatibus subvenire possent magnum pararetur commodum nec propterea cura animarum dilectorum filiorum parrochianorum ipsius ecclesie aliquod pate/retur jncommodum verum ipsi confratres illam paramentis et aliis inibi divino cultui necessariis decentius fulcitam manutenerent eisque in divinis laudalabiter deserviri facerent; quare pro parte / dictorun confratrum asserentium dicte ecclesie et illi forsan annexorum fructus redditus et proventus quinquaginta ducatorum auri de camera secundum comune extimationem valorem annui non exce/dere nobis fuit humiliter supplicatum ut ecclesiam predictam eidem Confraternitati unire annectere et incorporare ac aliter in premissis oportune providere de benignitate apostolica dignaremur; nos igitur / qui dudum inter alia voluimus (quod) petentes beneficia ecclesiatica aliis uniri tene… (antur) munere verum illorum valorem annuum secundum extimationem predictam aliquin unio non valeret et / semper in unionibus commissio fi(at) ad partes vocatis quorum interesset eadem confratres et eorum singulis a quibusvis excommunicationis suspensioni et interdicti aliisque ecclesiasticis, sententiis, censuris et penis a / iure vel ab homine quavis occasione vel causa latis, si quibus quomodolibet innodati existunt, ad effectum presentium dumtaxat consequendum harum serie absolventes et absolutos fore censentes huismodi suppli/cationibus inclinati ecclesiam predictam sive premisso sive alio quovis modo aut ex alterius cuiuscumque persona seu per similem resignationem dicti Branchadori vel cuiusvis alterius de illa in / Romana Curia, vel extra eam etiam coram notario publico et testibus sponte factam aut constitutionem felicis recordationis Ioannis pape XXII predecessoris nostri que incipit Execrabilis vel / assecutionem alterius benefici ecclesiastici quavis auctoritate collati vacet etiam si tanto tempore vacaverit quod eius collatio, iuxta Lateranensis statuta Concilii ad sedem eandem legitime devoluta; ipsaque / ecclesia dispositioni apostolice speciali vel alias generaliter reservata, existat et super ea inter aliquos lis cuius statum presentibus haberi volumus pro expresso pendeat indecisa dummodo eius dispositivo ad nos hac / vice pertineat cum annexis huiusmodi ac omnibus iuribus et pertinentiis sive eidem Confraternitati apostolica auctoritate tenore presentium perpetuo unimus annectimus et incorporamus; itaque liceat eisdem / confratribus per se vel alium seu alios corporalem possessionem ecclesie et annexorum, iuriumque et pertinentiarum predictarum propria auctoritate libera apprehendere et retinere nec non ipsam ecclesiam in temporalibus regere et gubernare ac ….. eique annexorum eorumdem fructus redditus proventus iura obventiones et emolumenta quecumque percipere exigere et levare ac recuperare, nec non in confrater/nitatis et ecclesie predictorum usus et utilitatem convertere ipsique ecclesia per Capellanum, seu Capellanos, ad ipsorum confratrum nutum quoties eis videbitur, ponendum et amovendum seu ponendos et/ amovendos ac per loci ordinarium approbandum vel approbandos in divinis deserviri et curam animarum parochianorum huismodi exerceri illique ecclesiatica sacramenta ministrari nec non alia dicte / ecclesie incumbentia onere supportare facere eiusdem ordinarii loci vel cuiusvis alterius licentia desuper minime requisita; et insuper confratres predictos a dicta ecclesia illiusque / regimine gubernio ac fructum redditum proventum et bonorum administratione aliisque premissis nullo unquam tempore etiam per eundem loci ordinarium vel alium seu alios/ quoscunque quamvis etiam apostolica (auctoritate) predicta fungentes amoveri vel super illis ac etiam ecclesia et Confraternitati predictis pro tempore quomodolibet factis oblationibus eleemosinis relictis / legatis et donationibus pecun(iaris) bonorum et aliarum rerum quorumcunque impediri molestari inquietari vel perturbari ipsamque ecclesiam alicui in (legitimam) commendam seu administrationem concedi / seu per quosvis impetrari aut alias de illa quamvis auctoritate cuiquam provideri vel disponi nec non illius ac annexorum fructus et redditus proventus iura obventiones et emolumenta ac oblationes/ elemosinas relicta legata ac res et bona huismodi aliasque per dictos Confratres at eorum ad id deputatos recipi gubernari et administrari non posse neque debere ac quascumque / collationes provisiones commendas set alias dispositiones que in futurum de ecclesia et eius bonis predictis etiam per nos et sedem predictam vel eius legatos seu ipsum loci ordinarium / vel alium seu alios contra tenorem presentium fieri contigerit et quecumque pro tempore inde secuta irrita et inania nulliusque roboris vel momenti existere et sic in premissis omnibus et / singulis per quoscumque iudices quavis auctoritate fungentes etiam causarum palatii apostolici auditores sublata eius et eorum cuilibet quavis aliter iudicandi et interpretandi facultate et auctoritate / iudicari et diffiniri debere ac p…………….. si secus super his a quoquam quavis auctoritate scienter vel ignoranter attemptatum forsan esset hactenus vel in posterum attemptari contigerit / irritum et inane decernimus …. (presen?)tibus priori voluntate nostra predicta ad Lateranensis Concilii novisime celebrati uniones perpetuas nisi in casibus a iure permissis fieri prohi/bentis nec non pie memorie ……….. etiam predecessoris nostri ac quibusvis (aliis?) apostolicis nec non in provincialibus et sinodalibus conciliis editis generalibus vel specialibus constitutionibus / et ordinationibus contrariis (quibucumque) … si ali(…..) super provisionibus sibi factis …… huismodi vel aliis beneficiis ecclesiaticis in illis partibus speciales vel generales dicte sedis vel eius legatorum littera interpretarint etiam si per eas ad inhibitionem reservationem et decretum vel alias quomodolibet sit processum; quas quidem litteras et processus habitos per easdem ac inde secuta / quecumque ad ecclesiam predictam volumus non extendi sed null(ius) <…momenti…> quoad assecutionem beneficiorum aliorum preiudicium generari; et quibuslibet aliis privilegiis indulgentiis et litteris apostolicis / generalibus et specialibus quorumcumque tenorum existant per que (partibus) non expressa vel totaliter non inserta effectus earum impediri valeat quomodolibet vel differri et de quibus quorumque totis / de verbo ad verbum habenda sit in nostri litteris mentio specialis provisio quod propter unionem annexionem et incorporationem huismodi ecclesia predicta debitis non fraudetur obsequiis et predicta / animarum cura in illa nullatenus neg…tur sed ipsius ecclesie congrue supportentur onera consueta. Nulli ergo omnino hominum liceat hanc paginam nostre absolutionis unionis annexionis incorpo/rationis decreti et voluntatis infringere vel ei ausu temerario contraire. Si quis autem hoc attemptavere(!) presumpserit indignationem omnipotentis Dei ac beatorum Petri et Pauli apostolorum eius / se noverit incursurum.
Datum apud S. Petrum. Anno Incarnationis Domini millesimo quingentesimo sexagesimo secundo pridie Nonas decembres, Pontificatus Nostri anno tertio.
<digitazione di Albino Vesprini>