Il Parroco Mario Blasi evangelizza nella XV domenica ordinaria anno C Vangelo
XV TEMPO ORDINARIO Lc. 10, 25-37
“Si prese cura di lui”
La parabola del Samaritano capovolge il significato di prossimo che si ha nella mente e cambia il significato di credente.
Chi è il prossimo? “Non è colui che è amato, ma colui che ama “
E’ colui che si prende cura del fratello.
Il prossimo non è una persona da amare per ottenere una ricompensa divina, ma è “colui che ama come ama Dio”.
“Per questo essere prossimo non dipende da chi si trova nel bisogno, ma da chi gli si avvicina (approssima) per aiutarlo”.
Nella parabola Gesù fa capire che “farsi prossimo dell’ altro significa mettersi a suo servizio offrendogli i mezzi necessari per vivere”.
“Il Samaritano, nemico per eccellenza dei giudei, è l’ unico che si dimostra capace di amare”.
Solo attraverso il servizio esercitato con amore si passa dalle tenebre del male alla vita. L’ amore di Dio è gratuito “che non guarda i meriti della persona, ma i suoi bisogni”.
Il Samaritano dona gratuitamente il suo tempo ed anche il suo denaro senza alcuna speranza di poter ottenere qualcosa in cambio. Gesù, con la parabola, cambia anche “il concetto di credente”. “Per Gesù il vero credente è colui che assomiglia al Padre praticando un amore simile al Suo”. Il credente è colui che ha amore verso tutti gli uomini buoni e cattivi. “E’ l’ amore che determina chi crede e chi non crede” (1Gv. 4,7). Il vero credente è colui che cerca il bene dell’ uomo.
“Il Samaritano, avendolo visto, ebbe compassione”.
Il sacerdote e il levita vedono il povero uomo mezzo morto, ma passano oltre. Dio chiede a tutti di soccorrere gli oppressi. Tre sono le persone che vedono il ferito, ma “uno solo trasforma questa visione in un atteggiamento (la compassione) che comunica vita”.
“La compassione è un’ azione divina con la quale si restituisce vita”. La compassione è l’ amore di Dio che dà vita. Gesù applica al Samaritano “le stesse azioni compassionevoli proprie di Dio, il tre volte Santo”. Il Samaritano è l’ uomo capace di amare come ama Dio : vuole restituire vita al moribondo. Cura, trasporta come un servo, spende tempo e denaro senza alcuna ricompensa.
Gesù dice al dottore della legge:
“Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.
“Gesù invita il dottore della legge ( e ogni uomo) a scendere dal piedistallo del prestigio e dell’ onore per mettersi al servizio dei fratelli, come il Samaritano si è fatto servo dell’ uomo ferito”. (da Parabole come pietre di A. Maggi).
XV DOMENICA ORDINARIA (Lc 10,25-37)
“Quegli rispose: chi ha avuto compassione di lui”.
Gesù espone la parabola del buon samaritano ad uno scriba che gli chiede come deve agire per avere la vita eterna.
Gesù gli presenta un samaritano, un meticcio, un eretico, un uomo fuori della legge capace di farsi prossimo ad un uomo ferito dai briganti lungo la strada.
Il moribondo non ha più la speranza di vivere. Per fortuna in quella medesima strada passa un sacerdote che viene dal tempio. E’ giunta la salvezza per quell’uomo? Il sacerdote vede, non si ferma, passa oltre. Ha paura di diventare impuro toccando il moribondo: sacrifica l’uomo, ma osserva la legge del levitico(chi tocca un ferito o un moribondo, diventa impuro).
Passa un levita, ma anche per lui la legge del levitico è più importante del bene dell’uomo!
Dio preferisce l’osservanza della legge del levitico o il bene dell’uomo?
Arriva infine un samaritano; vede, ha compassione e si avvicina. Tre persone vedono, ma uno solo ha compassione! Uno solo ha l’amore nel cuore che comunica vita! Uno solo è capace di amare come ama Dio!
Per il samaritano, la cosa più importante in quel momento è restituire la vita al moribondo. Tutto il resto passa in secondo piano, anche il viaggio che sta compiendo.
Il sacerdote e il levita vedono, ma passano oltre.
I briganti spogliano, ma il samaritano riveste!
I briganti percuotono, il samaritano cura le ferite!
I briganti abbandonano il moribondo, il samaritano si china per risanare!
Gli ascoltatori del tempo di Gesù conoscono bene i luoghi descritti. Gli ascoltatori di ogni tempo si stupiscono: il samaritano cede la propria cavalcatura al ferito e affronta a piedi i disagi del difficile e faticoso percorso del deserto. Il samaritano si comporta come un servo che conduce l’animale con il suo padrone. Il samaritano dona anche gratuitamente il suo tempo e il suo denaro senza alcuna speranza di ricevere qualche cosa in contraccambio.
“Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.
Solo attraverso il servizio esercitato con amore si può uscire dalle tenebre eentrare nella vita.
La comunità cristiana nutrita alla Mensa del Signore operi misericordia verso ogni fratello bisognoso!
( Da A.Maggi,”Parabole come Pietre” , Cittadella Editrice, 2001)