SISTO V E S. MARIA DELL’AMBRO (Crocetti Giuseppe)
Non siamo in grado di dire se il Card. Felice Peretti, il futuro Sisto V, quand’era vescovo <amministratore della diocesi> di Fermo (1571 – 1577), abbia mai raggiunto il Santuario dell’Ambro, in qualità di pellegrino o in visita pastorale. Mons. G. Cicconi nelle sue “Memorie Storiche sul Santuario dell’Ambro” (Fermo 1910), si dice convinto.
Bisogna tener presente che il Cardinal Montalto, com’egli amava chiamarsi in omaggio alla sua città natale, in realtà non risiedette quasi mai a Fermo e governò la diocesi con delega ai suoi Vicari Generali; dando disposizioni dirette per le cose più importanti, come il restauro dell’episcopio, la Visita Pastorale, la nomina di nuovi parroci. Durante il suo episcopato fermano, nella diocesi furono attuate due Visite Pastorali negli anni 1573 1574. La prima, detta “Visita Apostolica”, fu fatta da Mons. Maremonti, vescovo Uticense, per ordine del papa Gregorio XIV; la seconda dal Vicario Generale, Paolo Pagani di Monterubbiano, che, in seguito, fu Vicario Convisitatore di S. Carlo Borromeo nella diocesi di Milano.
La chiesa di S. Maria dell’Ambro fu visitata da Mons. Maremonti il 15 agosto 1573, prima della costruzione del Santuario quale appare oggi <costruito in seguito>. In quel tempo figurava come una devota cappella, nella quale pochi anni prima, nel 1562, era stato collocato il: gruppo scultoreo raffigurante la “Madonna dell’’Ambro”. Nella sua relazione riferì che ne era rettore il canonico fermano D. Costanzo Sideri (ma egli scrive come gli riferiscono: Costantinus Ididorius), però, da molti anni era fuori d’Italia, oltre i monti; pertanto ordinò il sequestro delle rendite beneficiali spettanti al medesimo, condannando lui e i suoi successori a cederne la quarta parte ed assegnarle alla costruzione della nuova chiesa fino a quando non fosse ultimata.
Nella chiesa c’erano due altari: in quello della B. Vergine Maria, poiché mancava della pietra sacra, ordinò di provvedervi; circa l’altro, portatile ed “indecoroso”, decretò l’eliminazione. Per la parte amministrativa raccomandò il resoconto annuale.
Nella terza decade di luglio dell’anno successivo si recò a Montefortino per la Visita Pastorale, indetta dal vescovo fermano, Card. Felice Peretti, il suddetto Vicario Generale Paolo Pagani. Constatata la persistente assenza del rettore, non visitò personalmente la chiesa di S. Maria dell’Ambro, ma confermò il sequestro delle rendite beneficiali. Il 26 luglio 1574 visitò la chiesa rurale di S. Gaudenzio, o S. Lorenzo vicino Sossasso di cui era rettore negligente il canonico Fratadocchi di Fermo. Avendo riscontrato che non aveva eseguito i lavori di restauro alla tribuna (presbiterio) ed alle porte, ingiunti nella precedente Visita Apostolica, ordinò il sequestro delle rendite beneficiali, deputando l’agostiniano Fra Fulvio Fortuni in virtù di santa obbedienza di provvedervi entro sei mesi, sotto la pena di 5 scudi da destinarsi ad arbitrio dell’Ordinario. Detto religioso nel 1600 dal papa Clemente VIII fu nominato Vicario Generale Apostolico dell’Ordine Agostiniano.
Il Visitatore Pagani, facendo il giro della diocesi, annotò che il suddetto Canonico Sideri, resosi irreperibile da diversi anni, era titolare di altri sette benefici semplici, cioè senza cura d’anime, esistenti in varie chiese del Fermano, e sottopose il caso, come di dovere, al Card. Montalto.
Era desiderio del Card. Peretti di dotare la sua Cattedrale di un organista e di una Cappella Musicale per dare maggior decoro e dignità alle funzioni religiose che vi doveva svolgere il Capitolo. Pertanto, affinché, il divin culto non fosse trascurato, e la devozione del popolo non si raffreddasse, probabilmente per suggerimento del suo Vicario Generale, assegnò alla Mensa Capitolare tutti i benefìci semplici dei quali era investito il canonico fermano D. Costanzo Sideri, assente ed apostata dalla Chiesa Romana.
Ciò fece con sua bolla “In prima visitatione” del 28 ottobre 1574. Il fruttato di questi benefici doveva essere erogato in perpetuo a beneficio della Cappella Musicale, gestita dal capitolo Fermano.
I benefici, oggetto di incameramento, erano i seguenti: la chiesa di S. Cipriano di Smerillo; l’altare di S. Giacomo nella chiesa parrocchiale di S. Maria delle Vergini in Fermo; l’altare di S. Giacomo nella chiesa di S. Maria di Marano (Cupra Marittima); l’altare di S. Andrea e quello dei SS. Tommaso e Caterina nella chiesa di S. Donato a Montegranaro; la chiesa di S. Egidio a Monterubbiano; la chiesa di S. Maria dell’Ambro in territorio di Montefortino; l’altare di S. Maria, volgarmente detta della Celestra, nella chiesa parrocchiale di S. Giorgio nel castello del Porto di Fermo (Porto S. Giorgio).
Non ci è dato di conoscere con esattezza quanto fossero estesi e quanto rendessero i beni di S. Maria del-l’Ambro al tempo dell’incameramento delle rendite. Da un estratto catastale, rilasciato dal Comune di Montefortino nel 1734, la Madonna dell’Ambro possedeva 23 appezzamenti di terra per complessivi 38 moggi di estensione in superficie, ed estimi di fiorini 245,55.
Crocetti Giuseppe
<Edito in “La voce del santuario Madonna dell’Ambro anno 1991>