Tempo della santa Pasqua terza domenica anno B evangelizzatore don Mario Blasi parroco
III DOMENICA DI PASQUA (Gv 21,1-19)
“Disse Simon Pietro: vado a pescare. Gli risposero: anche noi veniamo con te”.
Gesù si manifesta ai discepoli in un giorno della settimana: non è il giorno dopo il Sabato. Si manifesta non al termine del giorno ma al mattino durante il lavoro.
Sono sette i discepoli che decidono di andare a pescare: essi vivono insieme. Il numero sette indica la totalità, cioè tutta la comunità di Gesù aperta ai popoli. Il messaggio di Gesù è per ogni uomo.
E’ Simon Pietro che prende l’iniziativa di andare a pescare e gli altri lo seguono. In quella notte non prendono nulla. “La notte significa l’assenza di Gesù, Luce del mondo”. I discepoli, di notte, non percepiscono la presenza di Gesù e la Suaazione. “Nella notte non si possono realizzare le opere del Padre, vale a dire non possono aprire gli occhi ai ciechi, mostrare agli uomini il progetto di Dio su di loro, progetto che si realizza in Gesù e che Gesù stesso realizza”.
Pietro decide di lavorare di notte, gli altri lo seguono. Il loro lavoro non produce nulla. Essi non sono uniti al Cristo Risorto. “Chi rimane con me ed io con lui, produce molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Gv.15,5).
Chi è unito al Risorto e ama come Lui porta molto frutto. L’amore di Gesù nel cuore del discepolo è luce e forza. “Gesù è Luce del mondo, la Sua presenza è giorno che consente di lavorare realizzando le opere del Padre. La missione, per portare frutto, deve essere necessariamente unita al Cristo Risorto. Egli è il centro della vita cristiana. Egli è l’origine della missione ed è presente in essa” (Mateos/Barreto).
“Gettate la rete al lato destro della barca e troverete”.
“I discepoli seguono le indicazioni di Gesù e la rete si riempie di pesci. Il sorprendente risultato dell’iniziativa di Gesù fa sì che un discepolo lo riconosca. E’ il discepolo che lo riconosce. E’ il discepolo cui Gesù voleva bene. Questo discepolo riconosce la presenza del Signore nell’abbondanza della pesca”.
La missione è efficace se è presente il Risorto. La Sua presenza permette di lavorare con gioia.
Chi accoglie l’amore di Gesù e lo ridona ai fratelli, porta frutto.
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III DOMENICA DI PASQUA (Gv.21,1-19)
“Figlioli, non avete nulla da mangiare?”
Per l’iniziativa di Simon Pietro, sette discepoli di Gesù vanno a pescare. Ritornano alla vecchia vita di pescatori. Il tempo propizio per la pesca è la notte. Pur essendo pescatori esperti, non prendono nulla. Senza Gesùl’attività è nulla.
La notte indica la lontananza dei discepoli da Gesù. La missione senza Gesù è un fallimento. Ogni attività è fruttuosa con la Sua presenza.
Nella Sua vita terrena Gesù diceva: “Senza di me non potete far nulla”.
Chi adempie ad una missione e in modo particolare nella Chiesa, deve sapere che senza l’aiuto di Gesù, tutto è un fallimento. La Sua grazia dà la forza e il coraggio per superare le prove. La Sua Parola accolta e vissuta rende efficace la missione dei discepoli di ogni tempo.
Gesù, all’alba, sta sulla riva, mentre i discepoli sono sul mare. La luce è simbolo della vita; è giunto il momento della salvezza. Gesù dona ai Suoi discepoli il premio dei loro sforzi.
Gesù li chiama “Figlioli”. E’ una parola profondamente umana. Gesùli smuove dal loro fallimento e dà loro un ordine:
“Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”.
I discepoli obbediscono alla parola di Gesù. La pesca è straordinaria. La rete si riempie di centocinquantatre grossi pesci e non si rompe.
La rete rappresenta la Chiesa. “La missione non rompe l’unità della comunità anche se questa ingrandirà a dismisura. A condizione però che la missione avvenga unicamente sulla Parola del Signore. Altre parole dividono.
Se un missionario annunciasse un suo personale vangelo, la rete si romperebbe!” (B.Maggioni).
Dopo la pesca Gesù invita i Suoi discepoli a mangiare e tutti lo riconoscono Signore. “Riconoscono il Risorto quando ripete il gesto più simbolico di tutta la Sua vita terrena: il servizio a mensa. Gesù distribuisce il pane e i pesci, un silenzioso memoriale della moltiplicazione dei pani e della cena.
Il Risorto si fa riconoscere nel gesto della dedizione che è stata la verità del Suo intero cammino.
La nota della dedizione appartiene al Gesù terreno e al Signore Risorto. E’ l’identità che lo accompagna in ogni Sua condizione di vita” (B.Maggioni).