II DOMENICA DI PASQUA (Gv 20,19-31)
“Pace a voi. Detto questo mostrò loro le mani e il costato. I discepoli gioirono nel vedere il Signore”.
“E’ nel Crocifisso Risorto che si manifesta ciò che l’uomo va cercando:
Che l’Amore è il volto di Dio e dell’Uomo (il Crocifisso) e che questo Amore – che troppo spesso appare sconfitto e inutile (la croce) – è in realtà forte al punto da aprirsi una strada attraverso la morte (il Risorto)“.
Gesù sta in mezzo ai Suoi discepoli e “si fa riconoscere con i segni della croce. Le tracce del Suo martirio lo accompagnano.
La Risurrezione non fa dimenticare la croce: la trasfigura.
Gesù mostra i segni del costato e delle mani. Le tracce della crocifissione sono ancora visibili, perché sono proprio loro ad indicare l’identità del Risorto, la Sua vittoria sulla morte, la permanenza del Suo Amore (il fianco trafitto da cui sono scaturite l’acqua e il sangue). Le mani di Gesù sono importanti. Sono le mani a cui il Padre ha affidato ogni cosa e sono le mani che hanno lavato i piedi dei discepoli. Mani che tutto hanno ricevuto e che tutto hanno ridonato. Mani che tengono strette le pecore che il Padre gli ha affidato, al sicuro, come si tiene stretta una cosa preziosa o molto amata, che non si vuole in nessun modo perdere: “Io do loro la vita e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano“.
“Vi do la mia pace”.
“La pace che dona Gesù è diversa da quella che dà il mondo.
E’ diversa nella natura e nel modo con cui viene proposta;
E’ diversa perché dono di Dio, non conquista della buona volontà dell’uomo;
E’ diversa, perché va alla radice, là dove l’uomo decide la scelta della menzogna o della verità;
E’ diversa perché è una pace che sa pagare il prezzo della verità: è la pace vissuta dal Crocifisso“.
“La pace di Gesù non promette di eliminare la croce – né nella vita del cristiano, né nella storia del mondo – ma rende certi della Sua vittoria: “Io ho vinto il mondo”.
Pace e gioia sono al tempo stesso il dono del Risorto e le tracce per riconoscerlo”.
( da B.Maggioni).