“I loro occhi non avevano la forza di riconoscerlo “.
“Lungo il cammino che li allontana da Gerusalemme i due discepoli discutono su quanto è accaduto. Perché discutono? Evidentemente avvertono che qualcosa sfugge alla loro comprensione. I due hanno perso la speranza e tuttavia continuano a pensare, a parlare e a discutere sulla speranza perduta. Certamente avevano l’impressione che il Crocifisso nascondesse qualcosa rimasto sconosciuto.
La ricerca dell’uomo non riesce da sola a comprendere tutto quello che è accaduto.
Il Risorto si avvicina e si fa compagno di viaggio.
La comparsa del Risorto è un evento improvviso, senza premesse, del tutto gratuito. Gli eventi di Dio sono indeducibili: semplicemente accadono.
I due non lo riconoscono. Il Risorto rimane uno straniero. Gesù prende in mano la situazione, non per cambiare la direzione del viaggio, bensì per mutarne il significato: non più un semplice cammino verso Emmaus, ma verso l’incontro conLui.
Il cammino dell’allontanamento diventa il cammino dell’incontro. Questo avviene perché il Signore si inserisce nel cammino degli uomini”.
“O stolti e tardi di cuore nel credere”
“Gesù ha ascoltato in silenzio il loro racconto. Ora prende la parola rimproverandoli. Un rimprovero duro che tocca la persona nel profondo: la mente e il cuore. Il loro racconto mostra infatti che sono privi di intelligenza, superficiali nel valutare la storia di Gesù. E mostra che il loro cuore è lento e pigro nel cambiare schemi e abitudini, incapace di aprirsi alla novità e alla sorpresa“.
· · “Lo riconobbero”
“Il discepolo impari a riconoscere sul proprio cammino la presenza del Signore, senza pretendere però alcuna visione. Gli basti il segno del pane spezzato e della dedizione. Gli basti aver compreso la bellezza del Crocifisso.
Queste sono le tracce del Crocifisso risorto, questo è il luogo non solo dell’incontro ma del riconoscimento” (B.Maggioni)