BLASI MARIO PARROCO EVANGELIZZA NELLA SETTIMA DOMENICA tempo ordinario anno C. Lc 6. 27

Blasi Mario parroco evangelizza VII TEMPO ORDINARIO (Lc.6,27-38) “A voi che ascoltate io dico: Amate i vostri nemici”.
Il nemico non è solo l’avversario a causa della fede, colui che si oppone alla comunità, ma anche colui che odia personalmente.
“Chi è capace di rallegrarsi nelle persecuzioni, è in grado anche di rispondere al male con il bene”. Questo è il pensiero delle Beatitudini. E’ la logica di amare ogni uomo che svolge la sua attività nel piano giuridico, economico e politico.
L’amore per il prossimo espresso nelle Beatitudini si deve manifestare nella vita semplice di ogni giorno. E’ l’amore che supera il male con il bene! Di fronte al male è necessario agire con l’intelligenza del bene. Il cristiano è chiamato a manifestare nella vita un comportamento nuovo, un modello di vita sociale che, se accolto, può costruire una realtà più giusta e umana.
Agli orecchi di chi non crede, amare il nemico è una contraddizione; per il cristiano invece è la logica per costruire una società nuova. Chi ha l’amore di Cristo nel cuore stima il fratello, lo accoglie e accetta di costruire con lui rapporti veramente sinceri. L’amore per l’avversario politico o religioso si manifesta nel fare il bene a tutti, nel benedire, ossia nell’augurare la vita gioiosa e nel pregare a favore di chi ha sbagliato. Chi veramente ama, però, non deve aspettare di avere la ricompensa dagli uomini; la ricompensa consiste nel diventare figli dell’Altissimo.
Amare gli oppositori non solo è la meta da raggiungere, ma è l’occasione per immergersi nell’essere di Dio ed entrare nell’agire di Gesù che ha sempre risposto al male con il bene.
“Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro”.
I figli sono chiamati ad imitare il Padre. Il Vangelo non dice mai di obbedire, ma di imitare. Chi obbedisce è schiavo, chi imita è figlioPregando, e pregando insieme, i cristiani diventano più consapevoli del loro stato di fratelli, anche se ancora divisi; e, pregando impariamo meglio ad ascoltare il Signore, perché solo ascoltando il Signore e seguendo la sua voce possiamo trovare la strada dell’unità.

L’ecumenismo, certamente, è un processo lento, a volte forse anche scoraggiante quando si cede alla tentazione di “sentire” e non “ascoltare”, di parlare a mezza bocca, invece di proclamare con coraggio. Non è facile abbandonare una “comoda sordità”, come se il Vangelo immutato non avesse la capacità di rifiorire, riaffermandosi quale provvidenziale lievito di conversione e di rinnovamento spirituale per ognuno di noi. L’ecumenismo – ho detto – è un processo lento, è una strada lenta e in salita, come ogni strada di pentimento. Un cammino però che, dopo le iniziali difficoltà e proprio in esse, presenta anche ampi spazi di gioia, soste rinfrescanti, e permette di tanto in tanto di respirare a pieni polmoni l’aria purissima della piena comunione.

L’esperienza di questi ultimi decenni, dopo il Concilio Vaticano II, dimostra che la ricerca dell’unità tra i cristiani si compie a svariati livelli e in innumerevoli circostanze: nelle parrocchie, negli ospedali, nei contatti tra la gente, nella collaborazione tra le comunità locali in ogni parte del mondo, e specialmente nelle regioni dove compiere un gesto di buona volontà nei confronti del fratello richiede un grande sforzo ed anche una purificazione della memoria.
Ci affidiamo alla costante intercessione della Madre di Dio e dei nostri Santi protettori, perché ci sostengano e ci aiutino a non recedere dai buoni propositi; perché ci incoraggino a intensificare ogni sforzo, pregando e lavorando con fiducia, certi che lo Spirito Santo farà tutto il resto”.
(Papa Benedetto XVI nell’Udienza di Mercoledì 24 Gennaio 2007). Siamo tutti chiamati ad essere figli di Dio, quindi ad imitarlo.Il cristiano è chiamato a vivere nella misericordia del Padre e di essere amorevole nei confronti dei fratelli. Chi cammina nella logica della bontà di Dio va verso la vita piena e si realizza come vero uomo.
La strada della riconciliazione e del perdono può essere lunga: richiede il tempo. La solidarietà e l’affetto delle persone aiutano a ricostruire la vita spezzata dall’odio. “Pregando impariamo ad ascoltare”
Il papa Benedetto XVI chiama a pregare per l’ecumenismo. ”
“A voi che mi ascoltate io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi calunniano ”
Gesù espone delle leggi per vivere in armonia nel Suo Regno. Il Regno di Gesù è un Regno di amore e di perdono. Gesù mette il violento davanti all’amore del fratello perché cambi condotta.
Nella comunità possono esistere comportamenti errati nei confronti di altre persone.
Colui che è stato offeso, come si deve comportare?
Gesù vuole che si vada da colui che ha offeso. L’iniziativa deve partire dalla parte di colui che ha subito il torto. “Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che il tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono” (Mt.5,23-24).
Gesù vuole che l’iniziativa parta da colui che ha subito il torto. Se colui che ha offeso va, c’è il rischio di essere respinto e umiliato. C’è il rischio di una doppia umiliazione.
Nella famiglia di Gesù tutti devono vivere in armonia. Se non c’è armonia tra i componenti non si può sperimentare la presenza di Gesù nella comunità.
In una grande orchestra ci sono diversi strumenti, ma nella diversità si crea una grande armonia che rallegra il cuore.
Nella comunità ci sono diversi carismi per l’utilità comune, ma tutti devono essere armonizzati dall’Amore di Cristo.
Il male si vince con l’amore di Cristo nel cuore. Perdonare non è facile per nessuno! Il perdono è difficile, è un super-dono, è la misura traboccante dell’amore. Il perdono è dono totale dell’amore di Dio. Per questo Gesù dice:
“Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro”.
Gesù invita i Suoi ad imitare il Padre e a manifestare la grandezza del Suo Amore: Amore senza misura! Il premio del cristiano è quello di essere figlio dell’Altissimo. Nella vita quotidiana il cristiano riveli la grandezza dell’amore di Dio, costruisca un’accoglienza servizievole ed amorosa e viva in modo conforme a ciò che veramente è!

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