Blasi Mario Parroco evangelizza
VI TEMPO ORDINARIO (Lc.6,17.20-20) “Beati voi poveri, perché vostro è il Regno di Dio”.
I seguaci di Gesù sono chiamati a manifestare a tutti il dono della salvezza di Dio. Essi devono affrontare con coraggio e con amore l’odio e la diffamazione per portare l’Amore di Cristo nel cuore dei fratelli, sanno però di avere anche la stessa sorte di Gesù: pienezza di vita nel mondo di Dio.
Le Beatitudini sono proposte di vita che conducono gli uomini alla felicità piena.
Gesù si rivolge ai discepoli perché devono rendere felici quelli che la società disprezzano. “Quelli che la società ha reso poveri sono proclamati beati perché ci sarà chi si prenderà cura di loro. E quelli che decidono volontariamente di vivere poveri, vengono dichiarati beati perché il Padre si prenderà cura di essi” (A.Maggi).
E’ beato chi si mette accanto al povero per risollevarlo con i doni materiali e morali ricevuti da Dio. Gesù dice: “Beati voi poveri” al plurale perché tutta la comunità si deve prendere cura dei bisognosi. Tutta la comunità è chiamata a manifestare la bellezza delle Beatitudini. Le Beatitudini sono un dono proposto da Gesù per la realizzazione del Regno di Dio.
“La necessità della scelta volontaria per la povertà, perché il regno abbia inizio, fa comprendere che questo non può venire imposto, ma solo proposto da Dio e accettato dall’uomo. Quanti accolgono Dio come unico Re della vita non vengono governati mediante l’imposizione delle leggi cui obbedire, ma con l’incessante comunicazione del Suo Spirito, che rende capace ogni uomo di diventare Suo figlio. La sua realizzazione non è infatti dovuta a una straordinaria manifestazione di potenza da parte di Dio, ma esige l’attiva partecipazione di ogni uomo: Convertitevi perché il Regno di Dio è vicino” (A.Maggi).
“Il Regno di Dio non ha bisogno di passivi sudditi, ma di attivi collaboratori”. Il Regno di Dio esige il bene dell’uomo.
“Guai a voi ricchi”.
I “guai” pronunciati da Gesù non indicano una maledizione, ma grido di dolore. I ricchi, i sazi, i sorridenti, quelli irretiti dalla condizione di benessere, non riescono a comprendere il dono gratuito della salvezza.
Bisogna fare sempre un uso saggio della ricchezza, ma mai un uso astuto a danno degli altri.
La ricchezza, che domina l’uomo, lo distrugge e non gli permette di entrare nel Regno.
* “Alzati gli occhi verso i suoi discepoli Gesù diceva: Beati voi poveri, perché vostro è il Regno di Dio “.
“La proclamazione “Beati voi poveri” non ha un senso generico, ma ben determinato. Gesù si rivolge unicamente ai discepoli (voi poveri) che hanno già lasciato tutto per seguirlo: “tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono” (Lc.5,11).
La Beatitudine non si rivolge ai poveri resi tali dalla società, ma soltanto a quanti hanno fatto (e faranno) la scelta di lasciare tutto per seguire Gesù nella costruzione del Regno. Per Luca la povertà è una situazione che i discepoli hanno già scelto. Per Matteo la povertà è la condizione da scegliere per entrare nel Regno di Dio.
Dio esercita la Sua regalità su quanti decidono di essere poveri. Con l’accettazione della prima Beatitudine il Regno promesso è già presente, deve crescere ed espandersi. Gli uomini devono decidere se appartenervi o no.
Proclamando “Beati” i poveri, Gesù non intende gratificare i miserabili di questo mondo, ma assicurarli che la loro indigenza è finalmente terminata perché altri hanno scelto di condividere con loro tutto quello che hanno. Quelli che la società ha reso poveri sono proclamati “Beati” perché ci sarà chi si prenderà cura di loro. E quelli che decidono volontariamente di vivere poveri, vengono dichiarati Beati perché il Padre si prende cura di essi. A chi diventa responsabile della felicità del proprio fratello, Gesù garantisce che il Padre stesso si farà carico della sua felicità.
La fede nel Padre è il motivo che spinge ad entrare nella condizione di povertà” (A.Maggi).
“Ma guai a voi ricchi,
perché avete già la vostra consolazione”.
Gesù mette sempre il bene dell’uomo al di sopra di ogni legge. Egli è bontà, non maledice i ricchi e non li minaccia. Guai è la traduzione di un termine ebraico che significa grido di dolore, lamento per una persona morta.
Gesù piange i ricchi come si piange un morto. I ricchi, avvinti dalla loro ricchezza, non percepiscono la bellezza del messaggio evangelico; sono fisicamente vivi, ma sono cadaveri spiritualmente.
Il “guai” di Gesù è un grido di dolore per scongiurare i ricchi a cambiare vita.