Don Mario Blasi parroco nella XXII DOMENICA ORDINARIA (Mc7,1-8.14-15.21-23)
“Gli scribi e i farisei lo interrogarono: perché i tuoi discepoli non si comportano secondo le tradizioni degli antichi? “.
Nel mondo ebraico i farisei sono quelli che osservano scrupolosamente le tradizioni dei padri. Gli scribi, invece, sono quelli che interpretano la legge e la tradizioni; sono riconosciuti da tutti maestri e comandano nelle sinagoghe.
Gli scribi e i farisei pensano che, toccando gli oggetti della vita quotidiana, l’uomo si allontani da Dio e si contamini in modo particolare toccando gli oggetti che usano i pagani.
Per gli scribi e i farisei solo il lavacro elimina l’impurità che si è contratta. L’ebreo che non si lava le mani fino al gomito, ritornando dal mercato, non apprezza l’appartenenza al popolo santo.
I discepoli di Gesù, mangiando il pane con mani profane, fanno capire di non credere che il contatto con le persone o gli oggetti della vita quotidiana dei pagani sia motivo di impurità.
Gli scribi e i farisei di ogni tempo osservano la legge in maniera vuota. La loro pietà non nasce dal di dentro. E’ un’abitudine rittuale. Non hanno un cuore sincero. Non sono vicini a Dio grazie all’amore verso tutti.
Gesù insegna che Dio è Amore. Dio dona pienezza di vita a tutti. L’amore di Dio deve essere accolto e ridonato, senza distinzione di popoli e razze.
“Ascoltatemi tutti e intendete bene “.
Gesù enuncia un principio valido per tutti gli uomini e stabilisce ciò che allontana l’uomo da Dio e ciò che lo avvicina. Nulla è profano di ciò che Dio ha creato. Dio si interessa di tutto quello che ha creato e, in modo particolare, si interessa dell’uomo, del suo mondo, di tutto ciò che contribuisce al suo bene, alla sua crescita e al raggiungimento del suo pieno sviluppo.
E’ puro o impuro ciò che esce dall’interno dell’uomo. Le cose non sono pure o impure, gradite a Dio o no. Sono le persone con la loro disposizione interna che rende puro o impuro ciò che fa l’uomo.
L’uomo non viene contaminato da nulla a lui esterno, ma viene contaminato dall’interno del suo cuore.
Il creato, ciò che esiste, non è profano né sporco, ma l’uomo, all’interno di sé, può creare il profano, lo sporco e la macchia.
(da J.Mateos/F.Camacho)