NOTIZIE SULL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI FALERONE collegata a Fermo
1491 -1757
I documenti qui riferiti riguardano alcune delle autorizzazioni che l’autorità amministrativa della città e governo dello Stato di Fermo, secondo gli Statuti dei castelli fermani, concedeva per le richieste presentate dalle Comunità locali al Consiglio di Cernita.
Per Falerone vengono riferite una quarantina di richieste approvate nel periodo di tempo negli anni dal 1491 al 1757. L’autore di queste sintesi, l’avvocato fermano Giuseppe Nicola Erioni difendeva la città contro le rivalse di indipendenza espresse dai castelli sottomessi che lamentavano di essere oberati nelle spese o tasse fermane.
Per un’indicazione molto sintetica dei contenuti degli atti basti accennare alle richieste per le riduzioni delle pene, più spesso per le opere murarie di privati sulle muraglie del castello e su alcuni torrioni, o ponte o scalinata.
L’autorità comunale esercitava la facoltà privativa nello scegliere il fornaio, il mugnaio, l’oste, il cancelliere, l’esattore locale e altri incarichi e ciò comportava la redazione di capitolati sottoposti all’approvazione Fermana.
Il Vicario che la città teneva nel castello per la durata di sei mesi, veniva talora proposto dai massari locali che erano ascoltati. Era facilitata la pacificazione tra i castelli confinanti in discordia, e scrivevano gli accordi fatti tra di loro.
Traduzioni dal volume: RATTA “ Summarium. Firmana concessionum”
01- Alcune persone di Falerone inviarono al Consiglio di Cernita delle città di Fermo la loro richiesta di grazia a favore di Amellini Cicco, faleronese, che, con l’aiuto di suo nipote Piero Marini, aveva falsificato un testamento scritto da un notaio, per cui erano stati condannati a pagare 300 libbre di denari e a subire il taglio di una mano. Il Consiglio di Cernita, il 10 maggio 1491, accoglieva la richiesta di non fare loro l’amputazione della mano, ma che pagassero altra penalità di 100 ducati aurei, somma destinata a costruire le mura fortificare il castello di Acquaviva.
\ 02- Inoltre l’autorità Fermana accolse la richiesta di Giovanni di Nicola Pauluzzi e di Giovanni di Nicola Petitti, faleronesi, condannati per falsa testimonianza nel testamento redatto dal notaio Ser Domenico, alla penalità di 100 libbre di denari e di portare la “mitria”
\ 03- Altra condanna riguardava il faleronese Antonio di Domenico che il giudice Nicola, podestà predecessore, aveva condannato alla morte per l’omicidio contro Venanzio Bernabei, faleronese, che aveva preso 12 alberi in un suo terreno. Il Consiglio di Cernita decise di commutare la pena con pagamento di 100 ducati al Comune.
\ 04- Nella Cernita del 4 ottobre 1532 fu deliberato sulla richiesta di Marino di Arcangelo, faleronese, condannato dal vice podestà Domenico Picenio alle pene della fustigazione e del taglio di un orecchio per il furto commesso nella casa di Domenico di Jacopo da Monsampietro Morico, ove rubò una vacca con vitello, valore di 45 fiorini in tutto. Fu commutata la pena con pagamento di 25 fiorini in contanti.
\ 05- Il Consiglio fermano di Cernita, in data 23 febbraio 1601, deliberava sulla richiesta di Vincenzo Bertucci, faleronese, per la concessione di uso un torrione. Veniva esaudito, ma con l’onere dei lavori di restauro e il dominio di questo torrione restava al Comune di Fermo.
\ 06- Il Consiglio fermano, in data 18 maggio 1601, accoglieva la supplica di maestro Simone da Falerone che chiedeva di costruire una scala in un vicolo chiuso, per fare un ingresso alla sua abitazione. Veniva autorizzato a condizione che non ci fosse danno per i vicini.
\ 07- Il giorno 10 maggio 1602 Conferma alla Comunità di Falerone, che aveva fatto i capitoli della locazione dell’appalto del pubblico mulino.
\ 08- Il 22 gennaio 1616 Conferma fermana per i capitoli sopra il forno e per il decreto presentato dai deputati faleronesi contro chi causasse danni al fiume Salino, con la penalità per ogni volta, di cinque fiorini per chi causasse danni al Salino.
\ 09- Il Consiglio di Fermo, il 16 aprile 1616, dava conferma ai capitoli scritti dai deputati faleronesi con gli appaltatori dei mulini della Comunità di Falerone.
\ 10- Il 22 febbraio 1616 il Consiglio fermano approvava la nomina per Ieronimo Sinfonio da Falerone, a Vicario fermano a Mogliano, nei prossimi sei mesi, perché aveva esercitato l’ufficio con fedeltà e diligenza.
\ 11- Il 16 giugno 1617 Fermo accoglieva la supplica Sestilio di Catervo di Falerone per costruire di nuovo un ponte nelle muraglie del castello per comodità della sua casa. I Priori e Regolatori di Fermo davano incarico ad un cittadino per vedere il luogo in modo che non vi fosse alcun pregiudizio del pubblico o del privato.
\ 12- Fermo confermava i capitoli degli appalti del forno di Falerone erano stati aggiornati dai deputati faleronesi e il 20 gennaio 1621.
\ 13- Il 5 agosto 1621, la Cernita deliberava a favore di due richiedenti: per i torrioni e altre muraglie castellane. Diomede Amici da Falerone chiedeva gli fosse concesso un torrione scoperto esistente presso un suo orto, contiguo alle mura castellane e si offriva a coprirlo. Il capitano Sacripante Saraceni da Monte Vidon Combatte chiedeva la licenza di poter alzare il torrione del forno contiguo alle sue case al livello di queste. Per evitare pregiudizio al pubblico, e ai privati era stato incaricato Valerio Sanfonio. Faceva obbligo che li mantenessero a loro spese con riservata giurisdizione di Fermo che la esercitava in occasione di guardie o altri bisogni.
\ 14- Il 19 agosto 1622 la Cernita di Fermo accolse la domanda rinnovata da Diomede per la concessione di un torrione antico diroccato e scoperto, contiguo al suo orto, offrendosi lui ad accomodarlo a sue spese, con patto di darlo alla Comunità di Falerone per ogni bisogno del castello.
\ 15- La licenza di fare una cisterna nelle mura castellane fu data da Fermo il 22 luglio 1624 a Giacomo Arcangeli da Falerone, con la relazione fatta da Ludovico Savini sul fatto che non vi era danno alcuno.
\ 16- Il Consiglio fermano accoglieva la richiesta di conferma della nomina del Vicario fermano a Falerone per messer Andonezzo Andonezzi, il 27 agosto 1627.
\ 17- La Cernita, in data 27 agosto 1631, accoglieva la supplica di Giacomo Arcangeli da Falerone di poter alzare una muraglia per circondare il sito contiguo alla sua casa. Valerio Sanfoni era incaricato per un sopralluogo in modo che il muro fosse alto tanto che non vi si potesse salire sopra.
\ 18- La Cernita del 10 settembre 1631 approvava una delibera con cui la Comunità di Falerone aveva risoluto in parlamento che nessun Massaro potesse proporre alcun Vicario per riforme a Falerone sotto pena della privazione dell’ufficio e penalità di scudi 10.
\ 19- Approvazione Fermana ai Massari di Falerone, il 28 dicembre 1632, per la surrogazione dei consiglieri locali assenti o impediti. Il giorno 26 si era fatta l’estrazione dei nomi dei Massari. Il capo Massaro era malato e degli altri tre suoi compagni due erano assenti ed uno abitava in campagna. Ottennero di poter fare un’altra estrazione.
\ 20- La Cernita confermava il 31 agosto 1632 i capitoli della Comunità di Falerone sopra il forno del pane venale, rivisti dai deputati. Confermato Quirino Massi.
\ 21- Sostituzione del Vicario di Falerone in data 18 novembre 1633 a seguito della rinuncia presentata da Ser Gio. Battista Severino, allora Vicario che doveva assentarsi a motivo di una lite che egli aveva a Roma. Il Magistrato Fermano provvedeva a sostituirlo.
\ 22- Messer Giacomo Arcangeli da Falerone presentò la domanda per la licenza di poter fabbricare una grotticella per uso di conservare i suoi vini dentro la casa in questo castello, occupando per una “canna” circa sotto terra verso la piazza della Comunità. La relazione fu fatta da Urelli Rosati. Il 3 febbraio 1634 la licenza gli veniva accordata con obbligo di risarcire eventuali danni.
\ 23- I deputati di Falerone avevano rivisto i capitoli con il cancelliere e con l’esattore locale. Il 24 settembre 1636 ne ebbero conferma dalla città di Fermo.
\ 24- Ricevuta la richiesta dei Massari e della Comunità di Falerone, che voleva fare il macello in un sito di fortificazione della muraglia comunale, il 4 aprile 1637 la Cernita fermana faceva fare il sopralluogo per decidere.
\ 25- Su richiesta della Comunità di Falerone per ottenere la conferma di messer Antonio Adonolfi a Vicario nell’ufficio di Vicario di Falerone, il Consiglio fermano lo approvò il 20 febbraio 1637.
\ 26- Ser Gio. Battista Antici di Montottone, Vicario fermano di Falerone, ottenne incarico sostituendo Ser Ancideo Pioranetti nello stesso vicariato, in data 28 settembre 1638.
\ 27- Il 2 novembre 1639 la Cernita approvò la richiesta di far permutare gli uffici di vicariato, quando messer Giuliano Capeccio da Monte Vidon Corrado era Vicario al Loro Piceno e messer Giovanni Doria Vicario di Falerone, nel semestre passato e si scambiarono le sedi per il semestre successivo.
\ 28- La richiesta fatta dalla Comunità di Falerone di ultimare ed accomodare le strade pubbliche del suo territorio, fu esaminata il 14 dicembre 1639, con delibera di far agire i Massari e il Vicario di Falerone ed eseguire i lavori nella larghezza delle strade secondo gli statuti.
\ 29- Tra Falerone e Penna San Giovanni erano nati screzi poi si erano accordatii con capitoli e convenzioni in forma scritta. Il Consiglio fermano li approvò il 29 aprile 1639.
\ 30- Il 2 gennaio 1640 Consiglio della città di Fermo concedeva licenza ai sindaci di Falerone per fare un foro nelle muraglie, con obbligo di rimurarlo entro 10 mesi nella stessa forma attuale.
\ 31- La Cernita il 18 maggio 1641 confermava i capitoli con l’oste, presentati dalla Comunità di Falerone.
\ 32- Il Consiglio Fermano il 28 dicembre 1643 confermava i capitoli fatti dalla Comunità mdi Falerone con l’ufficio dei danni dati, tramite i suoi deputati.
\ 33- Il 18 marzo 1645 furono confermati da Fermo i capitoli che la Comunità di Falerone aveva fatti, tramite i deputati, con l’oste locale.
\ 34- Alcune Comunità, tra le quali anche Falerone, erano state condannate dall’autorità Fermana perché non avevano fatto presentare i balivi per dare sicurtà di riportare i malefici, chiesero di ottenere il condono il 28 aprile 1645.
\ 35- Il 18 agosto 1645 l’autorità Fermana, dato che la Comunità di Falerone chiedeva la licenza per fare una stanza per il macello, dispose che si procedesse con il sopralluogo.
\ 36- Messer Giuliano Capecci chiese di poter sostituire nel Vicariato di Falerone suo nipote messer Giacinto Perozzi e l’autorità Fermana glielo concesse il 27 ottobre 1655.
\ 37- I sindaci del monastero femminile di Falerone, nel ricostruire il loro monastero avevano necessità di introdurre i materiali necessari e gettar fuori il terriccio, per cui chiedevano di aprire una porticella nelle muraglie del castello. Il 22 aprile 1672 l’autorità Fermana autorizzava quest’apertura con obbligo di richiuderla al compiersi dei lavori, entro sei mesi.
\ 38- Il Consiglio della Comunità di Falerone aveva deliberato di proibire ai massari locali di proporre nei parlamenti o nei consigli ogni memoriale dei danni dati nella Selva della Piaggia e negli altri beni comunali sotto precisate penalità. L’autorità fermana in data 11 dicembre 1676 confermava questo decreto faleronese stabilendo che le somme delle penalità fossero devolute a favore del mantenimento delle campane del Duomo diocesano.
\ 39- Il Consiglio Fermano faceva ingiunzione, il 30 maggio 1704 alla Comunità di Falerone di dover stipulare l’strumento per il concordato con i gabellieri di scudi quattro all’anno in perpetuo per la gabella in occasione delle due fiere annuali concesse dal sovrano. Il magistrato Fermano con i regolatori decideva di stipulare questo istrumento conforme a quello praticato con altri castelli.
\ 40- Per la festa dell’Assunta, il 15 agosto 1745, la Comunità di Falerone inviava il suo Cancelliere con la solita offerta ad effetto di assistere alla pubblica cavalcata.
\ 41- Il 3 ottobre 1757 l’autorità fermana concedeva un sito richiesto dai Frati Francescani Conventuali di Falerone per una porta da farsi nelle mura del castello. Prima di procedere ai lavori i Massari avrebbero esaminato il sito più adatto e l’estensione della nuova porta.
….Digitazione di Vesprini Albino
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