XVIII DOMENICA ORDINARIA (Gv 6,24-35)
“Voi mi cercate perché vi siete saziati… procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna “.
L’uomo, per vivere con dignità, non solo ha bisogno del pane fatto dalle sue mani, che alimenta la sua vita passeggera, ma ha anche bisogno del Pane della vita: Gesù. Egli solo alimenta la vita definitiva. Gesù è il Pane della vita e questo Pane lo dona a chi gli dà adesione piena. Egli è l’Uomo sul quale il Padre ha messo il Suo sigillo.
Il Pane di Gesù non è come la manna che gli ebrei mangiarono lungo il cammino del deserto: la manna manteneva la vita che perisce.
Gesù dona un Pane di origine divina che supera la morte.
La gente socialmente debole va da Gesù e a questa gente Gesù promette un Pane che appaga la vera fame dell’uomo. Gesù esorta la gente ad avere l’alimento per la vita terrena e quello che dura senza fine.
Il Pane che dona Gesù contiene il Suo Amore e sviluppa e costruisce e realizza la vita piena.
L’alimento procurato con la fatica dell’uomo finisce, l’alimento di Gesù dona la vita che non muore. Porre tutta la speranza nel pane donato dal lavoro dell’uomo significa negare all’uomo la dimensione dello spirito, significa ridurlo alla carne e accettare la propria distruzione.
“Io sono il Pane della vita “.
Gesù è il Pane che dona la vera vita. Egli è il dono continuo di Dio; dono che sazia la fame di ogni uomo; dono dell’Amore di Dio che abbraccia l’uomo intero. Solo Gesù dà la vita definitiva, piena, unica, degna dell’uomo. L’uomo si realizza tramite l’adesione a Gesù. Gesù come Pane divino assicura il successo della liberazione dell’uomo che, per suo mezzo, sfugge alla morte.
Gesù, come Pane, comunica all’uomo fin da ora la vita propria del mondo definitivo. Solo con Gesù l’uomo evita il fallimento e raggiunge la meta.
(da J.Mateos/J.Barreto)