Silvestro BAGLIONI. Notizie desunte da un articolo di NEPI Gabriele.
Grande figura di uomo e di scienziato (Belmonte Piceno 1876 – Roma 1957)
Un illustre marchigiano, Silvestro Baglioni nativo di Belmonte Piceno (FM), culla della civiltà picena come ci attestano i numerosi reperti archeologici ivi rinvenuti. Dopo gli studi classici, Baglioni si iscrisse all’Università di Roma laureandosi a pieni voti e lode in medicina e chirurgia, dopo essere stato assistente in Germania nelle Università di Jena e Gottinga. In Italia insegnò nelle università di Sassari, Napoli, Pavia; fu presidente dell’Accademia Medica di Roma, socio dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia di Stato Sanitario della Società fonetica ungherese, dell’Accademia Medica svedese, dell’Accademia Imperiale Germanica, dell’Accademia d’Italia e così via.
Partecipò col grado di maggiore medico alla prima guerra mondiale, ed effettuò studi sull’alimentazione del soldato, di psicofisiologia di volo, per rilevare l’attitudine psicofisica e effettuare la selezione attitudinale dei candidati piloti.
Attaccato a Belmonte, paese natio, vi ritornava spesso nelle brevi pause di riposo e, grazie al suo interesse, il paese venne risparmiato dalle ire teutoniche nell’ultima guerra. I suoi studi furono particolarmente incentrati sulle proprietà fisiologiche dei centri nervosi. Il Baglioni rilevò che si può avere la stimolazione chimica di parti circo-scritte del nevrasse per mezzo di sostanze che elevano o deprimono l’eccitabilità centrale.
Tale affermazione introduceva qualcosa di rivoluzionario nel campo della neurofisiologia, poiché gli studiosi erano pienamente d’accordo nel ritenere che la sostanza nervosa centrale non fosse eccitabile con stimoli artificiali. Baglioni, invece, attraverso un suo esperimento consistente nell’applicazione locale di deboli soluzioni di acido fenico sulla superficie dorsale delle regioni postero-laterali del cervello di rana, dimostrò il contrario.
Risultò, dopo un periodo di latenza, che si aveva una reazione da parte dell’animale che si manifestava con un grido. Il professore concluse quindi che l’acido fenico agisce specificamente elevando l’eccitabilità di determinati centri corticali. Proseguendo negli studi giunse anche a dimostrare che due diversi veleni, la stricnina ed il fenolo, pur avendo in comune la proprietà di provocare eccitabilità, determinano due tipi di eccitamento completamente diversi.
Eseguì l’esperimento sul midollo spinale di rana e costatò che l’avvelenamento da stricnina, provocava dei crampi tetanici a tutti i muscoli del corpo, abolendo ogni movimento coordinato, mentre, con il fenolo, l’esecuzione dei movimenti, si ha tramite scosse rapide, per cui l’animale presenta continui accessi di tremori localizzati nei diversi muscoli. Diverso quindi il veleno, diversa la zona attaccata e le reazioni. Veniva, con queste ricerche, attuato un nuovo metodo di differenziazione dei meccanismi gangliari.
Il Baglioni, per ampliare le sue esperienze, abbandonò la rana, indirizzandosi al sistema nervoso centrale di invertebrati e specialmente al “preparato centrale Baglioni” che è un preparato di midollo spinale di rospo completamente isolato ed allontanato dallo speco vertebrale, ma rimasto in connessione con i muscoli degli arti inferiori.
Di esso si servì per dimostrare l’azione elettiva centrale della stricnina e dell’acido fenico e la differenziazione farmaco-dinamica dei centri midollari sensitivo-coordinatori da quelli motori. Poté, altresì, con tale metodo catalogare le diverse sostanze chimiche in due categorie, a seconda degli effetti che producono, se applicate sulle aree eccitabili della corteccia.
L’acido fenico, acetico appartengono alla prima categoria; essi non esplicano alcuna azione sull’eccitabilità faradica delle aree sopra citate, soltanto quando sono concentrati deprimono l’attività dei centri. La stricnina e la picrotossina, facenti parte della seconda categoria, anche in piccole dosi fanno aumentare l’eccitabilità faradica delle aree stesse, dopo un brevissimo periodo latente, provocano dei movimenti che si ripetono ritmicamente in forma di tic caratteristici.
Ciò portò a far capire al professor Baglioni, che gli elementi gangliari della zona motrice corticale non si possono identificare con gli elementi motori spinali, ma sono da avvicinare agli elementi delle corna posteriori del midollo.
Un periodo molto fecondo dell’attività del professor Baglioni, andò dal 1900 al 1909, in cui si ebbe la parte più originale della sua produzione scientifica. Egli compì studi anche su altri campi di non minore importanza quali: la natura dei processi fisiologici degli organi elettrici; la fisiologia dei centri nervosi e degli organi di senso degli animali marini; il complicato meccanismo respiratorio della rana; la fisiologia dell’udito e della voce; la fonetica sperimentale; la meccanica respiratoria dell’uomo; la genesi centrale della scrittura speculare con la mano sinistra e tanti altri studi che hanno dato vita ad oltre trecento pubblicazioni.
Silvestro Baglioni docente di Fisiologia all’Università di Roma dal 1918, morì qui nel 1957, lasciando un grande vuoto nel campo scientifico, ma specialmente per i compaesani di Belmonte Piceno e per quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo e d’ apprezzarlo.
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