NEPI Gabrile Scaccio la pica -parte-
Nel pomeriggio della domenica di Pentecoste usavano a Monterubbiano feste e spettacoli.
Nel medioevo, «quando tutto il popolo era cavaliere» e si ammiravano quasi con culto, la gagliardia dei muscoli e l’agilità della memoria, andava famosa la Corsa dell’anello. A Monterubbiano si svolgeva nella Piazza maggiore, resa luogo chiuso con uno steccato; in fondo il palco dei Maestrati, che presiedevano a questa bella gara di destrezza, con il Potestà, i Priori, i Consoli, i Capitani, attorniati da alabardieri e donzelli.
In piazza, montati sopra superbi cavalli coperti di gualdrappe e con briglie a borchie d’argento si agitavano i giostratori. Fuori dello steccato, per le finestre, pei balconi, intorno, la solita folla spettatrice, pronta ad applaudire o disapprovare. Ad un segnale di tromba, i cavalieri, l’un dopo l’altro, si muovono, spronano, si slanciano a corsa vertiginosa e a braccio libero, colla punta della lancia procurano di infilare un anello d’argento che pende da una corda tesa ai due terzi della lizza.
E chi riusciva nella prova s’aveva le acclamazioni del pubblico, il sorriso delle dame, e dal Magistrato non l’anello d’argento che era conservato in Comune per gli anni successivi, ma un bel fiorino d’oro.
Più tardi vennero in uso la corsa dei berberi (= berberi) col premio di scudi 12; inoltre il tiro al gallo; l’albero della cuccagna, e altri spettacoli e giochi.
Domenica sera sfilano di nuovo le Arti verso la Chiesa di Santa Maria del Soccorso per la funzione di ringraziamento, e all’uscita i vecchi Capitani consegnano ai nuovi le bandiere quasi in segno di trasmissione del comando; questi poi, in pegno di accettazione, giunti in paese, offrono alla società plaudente in piazza un rinfresco.
Sull’imbrunire, mentre il paese si va illuminando, tutti si danno alla più pazza gioia: è una frenesia di canti, suoni, danze,” rispetti “ per le vie e per le piazze, un vociar di gente (quasi ubriaca) e par di assistere ad una orgia.
Dopo le precedenti notizie desunte da Luigi CENTANNI, “Bollettino Storico Monterubbianese” n. 5 del Maggio 1903, notiamo che il tempo — come prevedeva del resto l’illustre studioso — avrebbe portato delle variazioni di luogo e di circostanza che tuttavia non avrebbero intaccato la natura della Sagra.
Così l’edizione 1965 dello Scaccio la Pica e quelle che seguiranno sono reinterpretate in costumi duecenteschi e perché il documento originale che più autorevolmente ne parla risale al 1180 (citando le immemorabili manifestazioni precedenti tale data) e perché il complesso architettonico monterubbianese — nonostante le modifiche talora intemperanti registrate nel corso dei secoli — oggi conservato nel centro storico — si armonizza con i primi due, tre secoli dopo il mille.
La designazione dei vari Capitani, delle Dame e degli Alabardieri dell’Armata è relativa alla tradizione di famiglia in ordine alle quattro Corporazioni.
La Corporazione degli Artisti raccoglie artigiani, commercianti, studenti, insegnanti e professionisti.
La Corporazione dei Mulattieri raccoglie i lavoratori che – una volta con carretto e mulo, oggi con corriere, camion e taxi — sono impegnati nel settore dei trasporti.
La Corporazione dei Bifolchi comprende mezzadri e coltivatori diretti (da cui i due ceri della corporazione).
La Corporazione degli Zappaterra raccoglie coloro che, abitando entro la cerchia delle mura sforzesche, coltivavano piccoli appezzamenti di terra in agro monterubbianese, e cioè i cosiddetti “terrazzani”. Oggi la Corporazione raccoglie i discendenti delle famiglie ‘terrazzane’ d’una volta anche se, naturalmente, hanno cambiato professione.
L’Eccellentissimo Potestà è il Sindaco di Monterubbiano. I Magnifici Priori sono gli Assessori comunali. Essi insieme formano il Magistrato.
I Consoli sono i responsabili degli Enti o istituzioni del luogo. Le confraternite degli Ordini religiosi di Frati Minori francescani, Agostiniani e Carmelitani, chiamati Fraterie, le cui congregazioni ebbero in antico Conventi a Monterubbiano, da cui le Confraternite hanno ereditato o il titolo o i benefici.
Il Capitano dell’Armata veste in bianco e rosso, i colori della Terra di Monterubbiano; lo stesso motivo adorna la mazza del comando che riceve dall’Eccellentissimo Potestà dopo la lettura del patrio Statuto, con ciò delegando al capo dell’Armata di Pentecoste tutti i poteri costituiti.
……. L’eccellentissimo Podestà che va sempre solo indossa, come i Magnifici Priori — che procedono sempre in sei — toga scura e cappa di broccato.
. I colori degli Artisti — ripetuti dalla bandiera, come del resto rispettivamente succede per le altre Corporazioni — sono il giallo e il bleu.
. I colori dei Mulattieri sono il bianco e azzurro.
. I Bifolchi portano il giallo ed il rosso.
. Gli Zappaterra vanno in verde e bianco.
Questi Zappaterra interpretano il mito dello « Sciò la Pica », in fondo al corteo che rientra in città dopo i riti religiosi che si svolgono nel Santuario di S. Maria del Soccorso. Indossano un ‘guazzarone’ antico costume chiaro che i terrazzani indossavano sopra il consueto vestimento quando attendevano al lavoro dei campi.
La Chiesa di Santa Maria del Soccorso, fino agli ultimi anni del secolo XVIII, non era dov’è attualmente, ma a mezzo chilometro a nord del paese, lungo la strada per Fermo, nel punto detto oggi la “Croce”. Cadde per le fenditure del terreno, che fecero far mossa alle fondamenta, né più fu ricostruita. Era di mediocre grandezza, a tre navate, tutta adorna di preziosi affreschi dei Maestri medievali; di tanta venerazione che il misticismo medioevale la fece meta di lunghi pellegrinaggi, e si dice che ai suoi tempi vi si recasse anche S. Francesco d’Assisi.
L’Albero degli Zappaterra, che sfila la domenica di Pentecoste, negli antichi tempi era portato fin dentro la Chiesa del Soccorso (usanza abolita dall’arcivescovo fermano, Cardinale Ferretti nel 1838) dove, sempre con accompagno di suoni e canti liturgici, veniva celebrata una Messa solenne, prima di far ritorno in paese.
Fino al secolo XVII la Processione si ripeteva il lunedì con lo stesso ordine della domenica, eccettuato il Clero; ma poi essendo stata fissata per quel giorno la grande fiera, a causa della confusione, fu dovuta sospendere.
Il terzo giorno, martedì, il corteo si rinnovava: in Santa Maria del Soccorso erano celebrate le Messe, al termine delle quali tutti lasciavano le loro offerte.
La Giostra dell’Anello, che si svolge il pomeriggio della domenica di Pentecoste, in origine si teneva in Piazza Maggiore, ridotta a luogo chiuso. Essendo oggi limitato lo spazio dell’antico sito per il prevalere dei grandi edifici pubblici sul vecchio incasato che permetteva la visione del torneo dalle finestre! e dai balconi degradanti, viene giocata al Campo Sportivo Comunale. Rimane il tradizionale percorso.
Attualmente il Palio d’argento raffigurante lo stemma di Monterubbiano sostituisce la consegna de fiorino d’oro, che rappresentava il premio della Giostra. Al fantino della Corporazione vincente spetta in soldi il valore equivalente, mentre il Palio d’argento va in consegna alla Corporazione che — a discrezione — lo conserva per un anno nel palazzo di Città (Municipio), o in S. Maria de’ Letterati (Sede del Capitolo) o in San Francesco (Sede delle quattro Corporazioni); allo scadere dell’anno sulla Bandiera della Corporazione vincente viene appuntata una medaglia che rimane a segno d’un Palio conquistato.
Il fraterno banchetto delle Corporazioni si tiene il martedì di Pentecoste.
Davanti alle Sale che ospitano le Corporazioni sono esposte le Bandiere, che ne indicano la sede ufficiale.
Il rinfresco — offerto dai Capitani entranti, tirati a sorte — viene consumato invece a S. Rocco.
== Le fasi della Sagra dei Piceni si susseguono in questo ordine:
* Venerdì
– Imbandieramento delle torri e delle mura
– Sparo delle artiglierie e suono della campana maggiore
** Sabato
– Sparo delle artiglierie e suono della campana maggiore.
– Decorazione della Bandiera della Corporazione che riconsegna il Palio sul sagrato di S. Francesco.
– Sorteggio dell’ordine di corsa dei giostranti nel Torneo dell’Anello.
*** Domenica di Pentecoste
I Figuranti delle Arti vengono accolti nel Palazzo di Città; schierano la Guardia; il Potestà riceve la loro Dama
– Gli Artisti partono dal Cassero;
– I Mulattieri partono da Porta San Basso
– I Bifolchi vengono da Porta Sant’Andrea
– Gli Zappaterra partono dal Torrione Còccaro
– Poi il ricevimento della Dama dei Palio.
Ore 11 – Schieramento delle Corporazioni in Piazza Maggiore
Lettura dello Statuto della Terra dalla Loggia del Palazzo di Città ed investitura del Capitano dell’Armata di Pentecoste
Corteo delle Corporazioni
Saluto alla folla sul Campo del Palio
Offerta dei Ceri in Santa Maria del Soccorso.
Ritorno in Città Sciò la Pica
Deposizione delle insegne nella Sala dei Priori.
Ore 16 – Corporazioni in corteo al Campo del Palio.
Saluto al Magistrato.
Delimitazione del Campo di gara con Ceri e Bandiere
Consegna delle lance ai giostranti
Pegno augurale della Dama al Cavaliere
Sfilato dei Cavalieri.
Chiamata alla partenza.
In ordine di sorteggio, tre tornate per ogni Cavaliere e assalto agili anelli via via più piccoli.
Ricomposizione del corteo e ritorno in Città.
.Premiazione del Cavaliere vittorioso in Piazza Maggiore
*Lunedì di Pentecoste
— Grande fiera
— Maggiolata alle Dame del Corteo
*Martedì di Pentecoste
— Ore 11 – Estrazione a sorte dei Messeri delle Arti
— Ore 13 – Sparo delle artiglierie per le Corporazioni a convegno.
— Fraterno banchetto delle Corporazioni.
— Ore 16,30 – Baccanale dello « Sciò la Pica » a S. Rocco.
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