SAN GIACOMO DELLA MARCA e i confratelli a Fermo. (Desunto da un articolo di NEPI Gabriele)
Un fatto poco conosciuto, verificatosi proprio sul litorale fermano, ebbe per protagonisti: il beato Bernardino da Feltre, celebre fautore dei Monti di Pietà e P. Luigi Gonzaga (da non confondere con l’omonimo santo). Essi avevano partecipato a L’Aquila, al Capitolo generale degli Osservanti ed ora, via mare, tornavano nel Veneto. All’altezza della costa fermana, furono colti da una violentissima tempesta e, per scampare alla morte, si gettarono in mare. A nuoto riuscirono, a stento, a mettere piede a terra.
Riavutisi dallo shock e preso contatto con gli abitanti della zona, seppero che a Fermo si trovava il loro amico Giacomo della Marca. Figurarsi la gioia dopo tanti pericoli e sofferenze. Detto fatto, si diressero in città per incontrarlo. Padre Bernardino (era nipote del celebre Vittorino da Feltre) nel 1456 era stato accolto da Giacomo nel nuovo ordine dell’Osservanza. Questo nuovo incontro fu emozionante. Era stato determinato da una (provvidenziale) tempesta …
È noto che le spoglie mortali di San Giacomo, tornate da Napoli nella natia Monteprandone, stanno pellegrinando in varie città dove, in vita, soggiornò o vi predicò. Lo hanno accolto con commozione Matelica, Macerata, Ascoli Piceno, Camerino, Pesaro, Ancona, Fano, Jesi, Urbino, Recanati, Senigallia.
Nella città di Fermo operò moltissimo; forse più che nelle altre. Vi soggiornò nel 1442, predicandovi la Quaresima; ancora nel 1446, caldeggiando la pace tra Fermo ed Ascoli. Poi, successivamente, nel 1459 vi dettava le leggi suntuarie; nel 1462 vi costruiva il nuovo convento dell’Annunziata, purtroppo mal ridotto nell’ultimo secolo, a ospedale psichiatrico. Vi soggiornò, ripetutamente, negli anni 1470, 1471,1472.
Vi ritornò nel 1473 e se ne allontanò, corrucciato, il 7 maggio 1474. Infatti i cittadini di Fermo credettero più ad un mistificatore albanese che non a lui. Abbandonò città e cittadini “che non foro (furono) maj più digni (di) vedere questo santo homo”. Si vuole che prima di partire esclamasse “Povera Fermo governata da pupi”. Il suo biografo, Fra Venanzio da Fabriano, precisa che dopo la sconsolata partenza di S. Giacomo per Napoli . .venne pestilentia ed una mortalità sì grande… et quella terra (cioè Fermo) fo’ guasta tanto del judicio de Dio et de la pestilentia tanto che mai fo’ quella che era prima”.
I Fermani ricordano l’icona da lui donata ed esistente nella cattedrale; stando nel convento dell’Annunziata sorto per sua volontà, seguì l’amministrazione della città; più volte predicò nell’aereo Girfalco; nel Duomo; nella piazza del Popolo. Egli, santo della Marca per eccellenza che ne ha tanto bisogno.
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