LA SANTA PASQUA DEL CRISTO NELLA CATTEDRALE DI FERMO
Pasqua di Resurrezione! Il “cronista”, tenterà di dire qualcosa, sul più importante tempio di Fermo, il Duomo, dove da secoli si celebrano in questo giorno i riti pasquali. Ho detto importante, ma devo dire anche più grande. E non solo è più grande e vasto della città ma è superiore per lunghezza e larghezza, addirittura al Duomo di Torino.
Pasqua! Nel suo inno “La Resurrezione”, Manzoni ha dei versi stupendi: “Via co’ i palii disadorni /
lo squallor della viola: / L’oro usato a splender tomi; / sacerdote in bianca stola / esci a i grandi ministeri / tra la luce dei doppieri / il Risorto ad annunziar.”
Nell’inno manzoniano non si nomina l’organo … ma a Fermo quello che connotava la gioia ed il tripudio pasquale era proprio l’organo. Ricordo quel vecchio organista, il maestro Primo Calza, che inondava di note il duomo. Rapiva i fedeli in un’esultanza senza pari. Le canne dell’organo rispondevano gioiose, quasi avide, al tocco delle sue dita. Si facevano deliziose, dolci, vibranti. Ora divenivano impetuose, ora solenni, poi pacate, fievoli come un soffio di brezza arcana: d’improvviso. Flagellanti come uragani, tempestose come un mare in burrasca, poi solenni, squillanti, possenti. Su tutto e su tutti, spiccava nitido e maestoso il grido della fede, il peana della vittoria: “ Resurrexi! Sono risorto! “
E il nostro bel Duomo, esultava. Sembrava prendere parte anch’esso alle nostre capriole sul prato; ai nostri giochi di “scoccetta” consistenti nel colpire un uovo contro un altro e aggiudicarsi la vittoria se si riusciva a rompere quello dell’avversario.
Il nostro Duomo! Lo hanno visitato papa, vescovi, cardinali, beati, santi e una miriade di fedeli d’ogni parte. Da qui mossero le penne verso il pontificato Pio III e Sisto V; lo visitarono Pio V, Pio IX nel 1857 e s. Giovanni Paolo II nel 1988. Lo videro re, poeti, oratori, pittori e artisti di ogni genere e altri ancora.
Mentre le campane del suo- campanile suonano a festa (comprese la Viola, la Sbirretta, il Campanone) ripenso a quei versi di Ada Negri con cui ricorda la Pasqua
“ E con un ramo di mandorlo in fiore
a le finestre batto e dico: Aprite,
Cristo è risorto e germinan le vite
nove e ritorna con l’ApriI l’amore!
Amatevi fra voi, pei dolci e belli
sogni ch’oggi fioriscon su la terra,
uomini della penna e de la guerra
uomini de le vanghe e dei martelli.
Schiudete i cuori: in essi erompa intera
di questo dì l’eterna giovinezza;
io passo e canto che vita è bellezza,
passa e canta con me la primavera. “
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