Padre Vittorio Blasi Bujumbura 27 marzo 2009
Ecco il messaggio di riconciliazione che potrebbe venire dal Burundi. E’ ancora un tentativo di inculturazione che ho fatto (da) circa 20 anni e che diventa di attualità in questi giorni. Cerca di far circolare questo scritto anche su Internet, potrebbe essere uno stimolo per altri a pregare per il Burundi. Avrei bisogno di tante corone di ROSARIO. Le corone che desiderano tanto sono quelle che conservano la luce. Stateci accanto perché il tempo stringe e il nemico di Dio vuol farci del male, ma lo combattiamo con la s. Messa e con il Rosario.
Carissimi,
In seguito alla visita del Papa all’Africa dal 17 al 23 marzo 2009 vorrei farvi giungere i miei auguri. E’ sulla sua scia che vorremmo continuare il nostro lavoro apostolico in favore dei più demuniti (indifesi) come facciamo da tanti anni.
Vorremmo fare una piccola pausa di riflessione culturale per approfondire la portata della presenza di Gesù in terra africana. Spesso ho cercato di farvi partecipi della mia preoccupazione per trovare uno spiraglio di speranza tra tante situazioni di dolore che ci circondano. Voi ci avete aiutati a dare fiducia ai bambini orfani ed abbandonati e la speranza si trasforma in vita nuova che prende forma giorno dopo giorno davanti ai nostri occhi. Vogliamo rendere grazie a Dio ed alla vostra solidarietà.
Per costruire il mondo nuovo fondato sulla speranza abbiamo cercato di approfondire e lo stiamo facendo anche ai nostri giorni su come potremmo impostare una vita da riconciliati alla luce della tradizione e dell’esperienza del passato.
Di fronte a tanta situazione di morte ci siamo chiesti se in Burundi ci fosse stato il significato del peccato prima dell’arrivo dei missionari. Abbiamo constatato che il senso del peccato esisteva anche in una cultura non cristiana: si aveva coscienza di peccare contro Dio e contro gli uomini.
Contro Dio si peccava soprattutto per lo spergiuro.
A DIO si poteva domandare perdono, ma bisognava ritrovarsi in un luogo speciale ‘benedetto-sacro’ sotto l’ombra dell’albero sacro riservato soprattutto per il culto del perdono. Si doveva addobbare il luogo con un tappeto di erbe e si issava lo sgabello per il rappresentante di Dio. Il peccatore, da parte sua, poteva inginocchiarsi e battendo le mani, discretamente, in segno di umiltà, chiedeva perdono. Il rappresentante di Dio, seduto sullo sgabello, confermava il perdono accordato, da parte di Dio.
Per domandare perdono agli altri, il peccatore doveva sempre cercare un amico intercessore- mediatore tra offeso ed offensore. L’offensore non poteva mai andare da colui che aveva offeso senza passare dall’intermediario che faceva da ponte. L’intermediario doveva informare l’offeso della richiesta di perdono, in seguito comunicava all’offensore la risposta e le condizioni per ottenere il perdono. Il peccatore poteva informare la famiglia per essere aiutato a riparare l’offesa compiuta. Dopo aver rimborsato la causale del perdono accordato, la riparazione è fatta, e tutta la famiglia partecipava alla festa della riconciliazione.
L’analisi riassuntiva di questi elementi culturali ci ha fatto scoprire come potremmo dare una struttura nuova più adatta per la comprensione del sacramento della Riconciliazione.
Il Papa nel suo viaggio africano desidera aiutarci a fare il cammino della riconciliazione seguendo i canoni della cultura africana.
Nella nostra cultura europea abbiamo perso tanti elementi del nostro vivere comunitario e l’individualismo predomina nelle nostre relazioni interpersonali. La cultura africana burundese potrebbe essere il trampolino di rilancio per la nostra società troppo individualistica.
Nella tradizione del Burundi, tra i cristiani per riconciliarsi con il fratello e con la comunità questo ruolo dovrebbe e potrebbe essere assunto dal sacerdote: infatti è lui che fa da tramite tra Dio e il peccatore; è lui che accoglie le miserie del peccato confessato e le presenta a Dio Padre; è lui ancora che propone il rimedio e che indica la ricompensa da devolvere in segno di perdono, ed è ancora lui, il sacerdote, che offre il banchetto del Padre nel dono dell’EUCARISTIA al peccatore pentito ed alla famiglia che fa festa.
La cultura africana che siamo richiamati a riscoprire ci farà capire quanto siano assurde ed irrispettose le situazioni di violenza che ci circondano. Anche il Burundi è vittima di tante contraddizioni ma ci stiamo sforzando per superare queste divisioni diaboliche.
Nel firmamento del Burundi sono tante le stelle che brillano nella gioiosa constatazione che i centri di speranza si stanno diffondendo un po’ ovunque nelle città e nelle campagne. A titolo di esempio vi nomino i piccoli focolari che cerchiamo di alimentare.
I ragazzi del Foyer Santa Maria Madre della Misericordia (FOMAMIOR). La scuola della Madre della Misericordia (MAMMI). La Casa della gioia, la Casa di Nazaret, il Foyer di Gesù e Maria. Le ragazze della misericordia divina, gli Amici della Croce, che si occupano di malati e moribondi; Mamme che aiutano i figli abbandonati ed orfani nei quartieri …
La Mamma celeste ci sprona a questa strada di misericordia.
I segni di tanta speranza non mancano e brillano nel cielo oscuro e tenebroso di questi tempi che sono gli ultimi . Noi attendiamo con gioia e grande fiducia la stella luminosa di GESU’, RISORTO. Con LUI presto e speriamo proprio tanto presto, ci accingeremo a celebrare la PASQUA della VITTORIA di Gesù sulla morte.
Mi scuso con tutti voi, ma vorrei darvi uno spiraglio di speranza perché in molti mi scrivete della vostra sofferenza permanente.
Per affrettare i tempi della PASQUA di GESU’ facciamo ancora uno sforzo per la diffusione del Santo Rosario perché con la corona in mano innalzeremo il vessillo della VITTORIA.
PASIKA NZIZA Grazie di tutto BUONA PASQUA
Vi benedico in Gesù e Maria
P. Vittorio Blasi
Per la vostra solidarietà: Ass. Amici degli Orfani del Burundi . Via S. Antonio 145. Val Mir
63027 PETRITOLI (FM) c c p. 13551635
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