Notizie riguardanti la Beata Mattia di Matelica. L’UMORE SANGUIGNO RISCONTRATO NEI DOCUMENTI D’ARCHIVIO

Dichiarazione esistente nell’archivio del monastero di S. Maria Maddalena a Matelica riguardante il liquido sanguigno della Beata matelicese
(Sintesi)
Dalle Clarisse della beata Mattia Nazarei vengono dispensati alcuni involti con loro sigillo, contenenti polvere intrisa di sangue scaturito dalla salma della stessa beata Mattia.
Si è fatta l’osservazione su due involti posseduti da due religiose a Fermo. Si è constatato in particolare che queste reliquie sigillate della beata Mattia si erano inumidite. I tre sacerdoti presenti (si sottoscrivono) hanno aperto i sigilli e l’umidità è risultata evidentissima. Per mezzo di una lente da microscopio è stata osservata questa polvere sanguinolenta è sono risultate evidenti delle bollicine che risplendevano alla luce del sole. La lente d’ingrandimento ha consentito di distinguere nelle bollicine stesse altrettanti globuletti della parte sierosa del sangue.
Parimenti due reliquie del liquido sanguigno contenuto in due pezzette di lino anch’esse recanti il sigillo del monastero delle Clarisse della beata Mattia, in possesso di due sacerdoti di Fermo, sono state osservate e risultano inumidite con macchie di colore giallognolo. All’osservazione per mezzo della lente da microscopio hanno evidenziato bollicine identiche alle precedenti.
Questo esame è stato fatto il giorno 11 febbraio 1831 a Fermo
Erano presenti e si sottoscrivono:
– Il canonico arcidiacono ( del Capitolo metropolitano G.) Cordella Pro-vicario generale
– Il canonico Tobia Acciarini deputato alle Reliquie
– Il padre Gioacchino da Osimo Minore Osservante
– Il dottor Apollonio Maggi Medico Primario della città di Fermo
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