LE VIRTU’ DELLA BEATA MATTIA DI MATELICA
La beata Mattia fu l’abbadessa delle monache di Matelica che chiese al vescovo diocesano che il suo monastero vivesse in povertà e le fu riconosciuto pubblicamente con la bolla di Rambotto, vescovo di Camerino datata 13 settembre 1286. Visse la povertà di spirito, la mansuetudine con la ricerca della volontà di Dio nell’affrontare le avversità per amore della giustizia del regno di Dio, come componente del corpo mistico di Cristo.
I gesti di misericordia, di pace, di purità le hanno meritato in terra quella serenità che è stata l’anticipo dell’eterna felicità. Ha raggiunto la pienezza di tutto quello che ha creduto, ha sperato ed amato, adorando l’unità e la trinità di Dio nel Verbo incarnato a cui si è affidata per aver forza di vivere l’umiltà, la castità e la povertà, non per se stessa, ma per la divina gloria.
I documenti notarili rimastici nelle pergamene ci fanno conoscere altre sue virtù.
Le scelte con cui ha voluto aiutare le consorelle nella vita monastica soddisfacendo alle loro esigenze nell’abitare, nel provvedere il cibo e l’acqua, nel tenerle protette da invadenze parentali, sono state azioni prudenti, adeguate a procurare i mezzi necessari. Le sue opere sono state benedette dal Signore.
Le azioni giudiziarie affrontate, le pacificazioni, le convenzioni concordate per risolvere le vertenze e soddisfare nel modo dovuto le richieste altrui, hanno manifestato il modo coraggioso del suo operare nella prudenza, nella fortezza e nella giustizia, consapevolmente in modo da riconoscere a ciascuno quanto gli si doveva.
La scelta forte della sua vita è stata quella di consacrarsi nella vita religiosa perché la sua famiglia era facoltosa e lei preferì la povertà, l’obbedienza, la castità nel mentre veniva fortemente ostacolata dai parenti. Volle affidarsi incondizionatamente a Gesù Cristo e dopo aver difeso la sua vocazione, difese quella delle consorelle e non esitò nell’affrontare le minacce e i pericoli per restare fedele nel servizio a Dio.
La scelta della povertà al modo di Chiara di Assisi la esercitò coraggiosamente nella temperanza per evitare i desideri disordinati dei piaceri e usare con moderazione dei bei materiali.
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