Matelica: documenti per la storia del monastero delle Clarisse e della Beata negli anni dal 1301 al 1312

Matelica: documenti per la storia del monastero della Beata negli anni dal 1301 al 1312

1301 marzo 24 = Procura per riscossione
Donna Mattia abbadessa e le consorelle Isabella, Graziadea, Mattiola, Eugenia, Bartolomea, Datadeo, Mansueta, Simonetta, Vittoria, Filippuccia, Gera, Agata, Diotama, Lucia, Angelica, Cecilia, Isaia, Clarella, Margherita, Daniela che sono suore e monache del monastero e del convento di S. Maria Maddalena riunite in capitolo ed unanimi fanno procura a Fra’ Giacomuccio per ricevere dal camerario (cassiere) del comune di Materica e da Buto Tomassi o da altri la somma loro destinata per pagare il prato come deliberato dal comune. Sono testimoni don Tomasso cappellano di S. Maria di Cerreto e Fra’ Guarinuccio Corradi Guidarelli. Scrive l’atto nel monastero, il notaio Ventura Massei. Data a tempo di papa Bonifacio VIII.

1303 ottobre 21 = Atto per i molini (in archivio comunale)
L’amministratore comunale per ordine del vicario del podestà concede in locazione a Tomasino Feste una dozzina di molini per nove anni e mezzo con vari obblighi verso i proprietari; tra questi un mulino del monastero di S. Maria Maddalena.

1311 gennaio 29 = Procura per appello al papa
La nobile donna Mattia abbadessa e ventitre sue consorelle: Francesca, Mattiola, donna Alcezina (Altegrima), Barbara, Filippuccia, Cecilia, Eugenia, Tuttasanta, Isaia, Manfreduccia, Gera, Agata, Marta, Lucia, Tomassuccia, Speraindio, Rosa, Zutia, Mita, Agnese, Angelica, Giacomuccia, Bartolomea, unanimi stabiliscono come loro procuratori il nobile Guarinuccio Guarini e il converso Fra’ Giacomuccio alla pari per presentare a don Bernardo vescovo di Camerino il loro appello al papa contro il suo precetto. Sono testimoni, nella chiesa del monastero: Nuccio Nalli di donna Savia, Francesco e Muzio Salimbeni Atti da Montemilone abitante a Matetica. Notaio Nallo Zoni. Data a tempo di papa Clemente V.

1311 agosto 19 = documento da VOGEL. Approvazione di confini tra parrocchie.
La parrocchia di S. Angelo de Valle retta dal cappellano don Venanzio e la parrocchia di S. Vito retta da don Leva si accordano sui loro confini con lodo arbitrale di don Francesco Salimbeni Pauli, rettore di S. Antonio. Ecco il confine: dal fossato che viene dalle Rote dei Morici nel Gorgo Terrigoli ed in linea dritta passa a trivio Villanova, per via Cayne e al trivio Pastoiani, discende per la via verso il molino che fu di Corrado Bernardi e prosegue nel Rigo Acoiani fino a Sassopezzuto ed alla chiesa di S. Angelo. Mentre per l’altra chiesa da via Coyne verso trivio Pastoiani fino a Rigo Acoiani verso la chiesa di s. Vito. Questo lodo è approvato da Fra’ Egidio priore di S. Nicolò di Grotte come Vicario di don Berardo vescovo camerinese. Sono testimoni nella chiesa del monastero di S. Maria: Fra’ Giacomuccio, Fra’ Salmbene, Puzio Tomasi, don-Nuzio, don Francesco e mastro Gentile. Notaio Giovanni del signor Deutalleve.

1312 luglio 8 = Quietanza di pagamento
Pace Mattioli per procura di don Giacomo Bicceri (Ricceri), cappellano e rettore di S. Salvatore di Valle Acorani di Matelica, dando 60 libre di metallo di una campana rotta, riceve 100 denari, ne rilascia quietanza a donna Mattia abbadessa di S. Maria Maddalena. Sono testimoni Giovannuccio Simonetti ed Atto Giunte da Fabriano nella chiesa del monastero. Notaio Francesco di mastro Matteo. Data a tempo di papa Gemente.
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