Matelica. Carte per la storia del monastero delle Clarisse con la Beata Mattia negli anni1283-1284
1283 gennaio 31 = Lettera del giudice della Marca
Rainerio del signor Alioni da Montefiascone, giudice generale della Marca e Gratiolo balivo di curia danno ordine di far comparire tutti i testimoni indicati dall’amministratore del monastero di S. Maria Maddalena, Enrico, per l’accusa da lui fatta contro Nepolione Raineri e Paulunco suo servo , e ciò entro tre giorni dalla citazione a testimoniare di fronte al giudice. Data a Tolentino.
1283 febbraio 1 = Citazione in giudizio
Rainerio da Montefiascone, giudice generale nella Marca, scrive a Paolo servitore di Nepolione Raineri da Matelica, con ordine che compaia in giudizio entro tre giorni dal ricevimento della presente, per giustificarsi dell’accusa mossa contro di lui dal signor Enrico Guarneri. Data a Tolentino.
1283 febbraio 2 = Citazione a testimoniare
Il notaio Ventura Massei richiesto da Gratiolo, balivo della curia della Marca, trascrive le lettere 31 gennaio ed 1 febbraio passati con cui il giudice generale dispone la comparsa dei testimoni nella causa mossa da Enrico amministratore di S. Maria Maddalena contro Paulolo servo di Napoleone Raineri. E in data 2 febbraio il balivo riferisce di avergli consegnato la citazione alla presenza dei testimoni mastro Benvenuto e Barlario Bonacase Benvegnati, avanti alla casa dei figli di Bucaro. Lo stesso giorno il balivo dichiara che ha presentato l’ordine di comparizione anche agli altri testimoni convocati: Giovannuccio Compagnoni, Rubeo Benditti, Nicola Ugolini, Giacomuccio Petri, Pritiano Vitali: Sono presenti alla consegna Pietro di Sant’Angelo e Vegnato Jacobi davanti alla casa di mastro Ruggero. Data a tempo dì papa Martino IV.
1283 febbraio 10 = Convenzione per i molini
Attuzio del sig. Salimbene per sé e per Mattiolo Bucari di cui è tutore, Donna Clarissena del fu Scagno, per sé e per il figlio Guarinuccio, avendo una chiusa sul fiume Gino sotto ai molini del monastero, fanno una convenzione con Fra’ Pietro Egidi converso e procuratore di S. Maria Maddalena per regolare la quantità del flusso dell’acqua del fiume Gino che scorre attraverso la chiusa predetta. Stabiliscono che si rispetti il segno di ferro apposto alla colonna in modo che il segno resti sempre scoperto e l’acqua fluisca fino alla stanga (traversa) di Salvone. Sano testimoni il sig. Giacomo Plebani, Covitto di donna Altasere, Fra’ Stefano di Colle Stefano, Fra’ Vitale, ambedue conversi del monastero, Pietro da Sant’.Angelo, Clirolto Attoni Ivaldi, Giovannuccio Compagnoni presso i molini Rote e presso la chiusa del molino di Porta. Notaio Ventura Massei. Data a tempo del papa Maritno lV.
1283 febbraio 12 = Accordo per un lodo sui molini
Si fa un accordo tra l’amministratore del monastero di S. Maria Maddalena Fra’ Giacomo da Colle Stefano da una parte, e Nepoliono Raineri dall’altra per stabilire gli arbitri nella lite per la terra Rote è Acquime presso il fiume Gino. Affidano il lodo a Salimbene Bonagiunte presente ed a Benenease Ventura assente che faranno apporre i confini sul posto ad AIbricuccio Ugolini ed a Pietro Bentevegna. Sono testimoni il signor Finaguerra del sig. Albrico, Tigno (Tinglo) del signor Albertino, Zovitta (Zovetta) Attoni Rubei e Giovanni Petri Tarduzi nel monastero. Notaio Attone del signor Giacomo; Data a tempo del papa Martino IV.
1283 dicembre 4 = Convenzione per un vallato dei molini
L’amministratore di S. Maria Maddalena, che è il converso Fra’ Giacomo concede a Boncore Buzerti ed a- Mattiolo che sono figli del fu Bucaro, un corso d’acqua presso la terra del monastero, sopra sopra e sotto il confine di mastro Bernardo, per regolarlo in modo da evitare inconvenienti per i molini del monastero sul fiume Gino e non tagliare le piante esistenti nel terreno del monastero. Sono testimoni Giovanni Comnianoli (Commani) Giordani, Benencasa Venture, Sclacro Datali Bernardi davanti alla casa di Matiolo Bucari, Notaio ser Bartolomeo Scagni. Data a tempo del papa Martino IV.
1284 marzo 13 = Testamento con legati pii
Donna Ventura vedova di Rainerio Albertucci fa testamento per evitar liti sui suoi beni. Lascia. 20 soldi da dare secondo le consuetudini della diocesi di Camerino; altri 20 soldi per la sua anima a decisione della fidecommessa donna Massaria nel funerale; altri 20 soldi per i restauri alla chiesa di S. Paolo; altri 5 soldi per i restauri alla chiesa di S. Antonio; inoltre offerte e decime di 12 soldi al cappellano di S. Paolo; 5 soldi per eventuale maltolto; 12 soldi per sante Messe cantate; inoltre quattro legati pii tramite le seguenti persone: alla nipote Rosuccia Tomasi 100 soldi; a sua sorella Berta 40 soldi; a Bonagrazia Gennari 10 soldi; a Vanne da Firenze 6 soldi. Stabilisce sua erede per ogni altro bene e diritto e fidecommessa sua figlia donna Massaria. Chiede sepoltura nella chiesa di S. Antonio di Matetica. Sono testimoni Cagno Salvi Orselli, Bonagrazia Gennari, Bonconforto Jacobi Bruni, Attimo Atterri Raini, Cenamuzio Danieli, Salimbeme Ciceri, Rigozio Ascarano, Vanne da Firenze. Notaio imperiale Peregino Rube. Data a tempo del papa Martino IV.
1284 giugno 10 Procura per controversie
Donna Mattia abbadessa del monastero di S. Maria Maddalena con unanime consenso delle consorelle Cristina, Agnese, Andrea, Luzia, Berardesca, Margarita, Isabetta, Catalina, Daniela, donna Cristina, Amedea, Agata, Daniela, Giacomuccia, Barbara, Aurea, Cecilia, Graziadea, Giacomella, Mattiola, Alluminata, Vittoria, Filippuccia stabiliscono loro procuratore Fra’ Giacomo da Colle Stefano converso nella lite contro Federico del signor Alberto e suo tiglio Adelarduzio e contro il signor Matteo del signor Giovanni per i diritti sulla chiesa di S. Maria de Vablano (Vibiano), inoltre nella lite contro Corraduccio Bartoli ed eredi di Rainulduccio del signor Alberto, infine per ogni atto presso la curia della Marca o altra curia. Sono testimoni Lazano del signor Giacomo, Verliuzio del signor Giacomo, Fra’ Vitale, Fra’ Giacomuccio mentre il notaio Ventura Massei scrive l’atto nello stesso monastero. Data a tempo del papa Martino IV.
1284 luglio 11 = Lettera del vicario pontificio nella Marca
Maestro Stefano canonico di S. Pietre da Turrice, vicario generale in spiritualibus nella Marca,ordina a don Rainaldo rettore di S. Marcello a Matetica, di sequestrare le rendite della chiesa di S. Maria de Vibiano, nel distretto matelicese, a motivo della lite vertente tra il monastero di S. Maria Maddalena da una parte e dall’altra, per metà dei diritti, Federico del sig. Alberto con il figlio Adelarduccio e con il signor Matteo di Giovanni, per timore di rissa armata tra di loro. Data a Tolentino.
1284 luglio 13 = Consegna di precetto del vicario
La lettera di maestro Stefano vicario generale, come nell’atto precedente, con cui il giorno 11 luglio ordinava a don Rainaldo di sequestrare il fruttato della chiesa di S. Maria in Vablano (Vibbiano) per il pericolo di rissa, è consegnata da Fra’ Andrea amministratore di S. Maria Maddalena al predetto don Rainaldo a Materica presso l’abitazione di Giacomuccio Compagnoni. Sono testimoni Vitaliano, Venutolo di Morico Bernardi e Giovanni Accurrimbone Gincleri. Notaio Bartolomeo Scagni. Data al tempo del papa Martino IV.