Anni 951 – 962 circa

Anni 951-962 circa

Sarilo nuovo abate farfense,  contrastato da Ildeprando.
(Chronicon  Farfense. I .pp.42-44 e. 333). 
 

            Fu accesa in quel periodo una grande guerra tra Sarilo(ne) <marchese> ed Ascherio i quali si contendevano il dominio della Marca Fermana. Prevalse Sarilo(ne)  che uccise Ascherio e molti dei suoi <soldati> e si impadronì della Marca <Fermana>. Il re Ugo, saputa questa cosa, si infuriò contro di lui per l’uccisione di Ascherio suo fratello germano. (p.43) Allora Sarilo(ne) vedendo che non poteva sfuggire in alcun modo al re, si chiuse in un piccolo castello toscano: Indossò una veste di monaco e legatosi una fune al collo, una mattina si presentò a lui e si arrese senza condizioni. Il re, mosso a pietà, lo perdonò di quel delitto e lo mise a capo di tutti i monasteri di investitura reale che erano nei territori della Tuscia  e della Marca Fermana. Tutti gli abati di quei monasteri si sottomisero, eccettuato Ildeprando che gli resistette. Ma Sarilo(ne) per allora prevalse e lo cacciò dal castello di Santa Vittoria. Poi di nuovo tornò Ildebrando e cacciò Sarilo(ne), in modo vergognoso. Ma per la seconda volta Sarilo(ne) riuscì di nuovo e scacciò Ildebrando.e tenne sotto il suo potere tutti quei beni (Farfensi) che erano nella Marca <Fermana>, (poi) Sarilone visse poco tempo e là morì e fu sepolto. Alla fine fu Ildeprando a riprendere il dominio di questo luogo <Fermano> (p.333) Così reintegrato in pieno l’infausto possesso di Ildebrando su Santa Vittoria <in Matenano> egli, tutto trionfante, un giorno, fece preparare un grande festino per la concubina, per i figli e per le figlie e per i soldati; e di questi ne aveva molti e grossi; poiché sebbene non fosse riuscito mai a comandare nella Sabina, tuttavia, tutto quello che costituiva il patrimonio del monastero <Farfa> nella Marca <Fermana> lo governò come sua proprietà, fino al tempo dell’imperatore Ottone I… Ma nel giorno in cui fu celebrato questo festino, dopo la cena e sul far della notte, essendo tutti intontiti dal vino e dal mangiare, nessuno di loro poté sentire quando il fuoco cominciò a bruciare. In quell’incendio anche tutta la suppellettile portata colà dalla Sabina andò perduta, bruciata dal fuoco. (Michetti ‘Ttraduzione’i pp. 47-48)

This entry was posted in DOCUMENTI, Documenti in cronologia and tagged , , . Bookmark the permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Gentilmente scrivi le lettere di questa immagine captcha nella casella di input

Perchè il commento venga inoltrato è necessario copiare i caratteri dell'immagine nel box qui sopra