1254 febbraio 27 = Vendita a tutela della dote matrimoniale
Agnese del fu Vitale Attoni Tebaldi per la sua dote, assieme al marito Matteo di Massolo Agresti per i beni paterni, vendono a Giacomo Terzi alcuni terreni. Uno è sito nel Piano di Matetica a confine con la via e con Giacomo di Giovanni; un altro è sito al Vado dei Militi a confine con il vallato dei molini, con Michele Guidi e con i figli di Accursio Attolini; un altro terreno sito in località Querceto di Manfredo Mori a confine con Morico Paganucci, con mastro Pietro Paganucci, è venduto per la metà dei diritti ereditati da Atto Tebaldi, nonno di Agnese. Nella località Querceto un altro terreno a confine con i figli di Albrico Tebaldi, con Giunta Attolini; inoltre un terreno con canneto presso il Fossato Gudenzili a confine con il sig. Alberto Attoni Guarneri ed ivi anche un altro terreno con vigna presso il Fossato a confine con l’acquirente Giacomo e con Jonta (Giunta) Attolini. Altro terreno in Villa Casoie a confine con la via e con Jonta Attolini; inoltre una terra con vigna a confine con Benencasa Alessandri e con i figli del signor Sorello. Altro terreno in località Valle a confine con Matteo Rainaldi e la moglie donna Place. Altro terreno in località Monacesca a confine con Bencivegna Paganucci e con Giunta Attolini. Il prezzo stabilito sono 31 libre delle quali 11 libre già date e 20 libre son pagate nel fare l’atto. Le predette 31 libre vengono ora pignorate dal suocero Massolo a favore della stessa Agnese e di Bonvillano Benvenuti. Altre 41 libre erano dote di Agnese e per recuperarle i predetti coniugi Agnese e Matteo assieme con Massolo vendono allo stesso acquirente Giacomo un campo arativo sito a Villa Masiani in località Valle Bazzani a confine con la via, con i figli del signor Salvo Bernardi e con il fossato, al prezzo di 100 libre che Giacomo si impegna a pagare. I coniugi Agnese e Matteo non ancora venticinquenni si impegnano a rispettare la vendita. Sono testimoni Bonvillano Benvenuti, Benvenuto Andree, Scagnitto lacobi, Benvenuto Severini, Porriano Bonelli Sollis, Bentivegna Paganucci quando viene scritta questa vendita a Villa Masiani nella Cassina di Massolo Agresti nel contado di Camerino dal notaio Giacomo Sorelli. Data a tempo di papa Innocenzo [IV].
1254 ottobre 20 = Professione religiosa e dote monastica
Donna Crissimbene del fu Matteo Albrici lordani (Giordani), chiamata Paola, fa professione religiosa nel monastero delle ‘dominae\donne’ di S. Maria Maddalena sopra l’Isola. Promette in dono a Dio l’obbedienza al sindaco del monastero, mastro Albertino Lombardi ed alle consorelle; si obbliga alla stabile permanenza, alla castità, all’unità e alla necessità nel luogo della Vergine Maria e di S. Maria Maddalena. Dona alla stessa chiesa i suoi beni, tra cui una casa sita nel castello di San Severino, a confine con Lazano del signor Giacomo, con Guarnerio del signor Gentile e con la via; inoltre un campo in località Strada a confine con il figlio di Benvenuto Bendenari e con Ligorio. Sono testimoni Pietro Pertenevole, suo figlio Pietro, Morico di Pietro Rustichelli nel monastero delle ‘dominae’ di S. Maria Maddalena del Piano matelicese sopra l’Isola ove scrive questo atto il notaio Pietro Nicolai. Data a tempo del papa Innocenzo
1254 ottobre 28 = Professione religiosa ed oblazione
Bartolo del fu Attone Tornaguerra liberamente fa professione religiosa promettendo l’obbedienza al sindaco mastro Albertino Lombardi ed alle suore del monastero di S. Maria Maddalena obbligandosi alla permanenza, alla castità, all’unità ed alla necessità per amore di Dio, nel luogo della Vergine Maria e di S. Maria Maddalena. Dona anche i suoi beni tra cui un terreno con vigna nel distretto di San Severino in località Cave, a confine con i figli di Benvenuto Bertonfili, con il signor Bonacurte, con Pietro Tornaguerra e con Benvenuto Andree. Sono testimoni davanti alla casa di Alberto Lombardi, il signor Morico Uguictioni, Rainaldo di Attone Albrici, Venturello Brune, Giovanni Attoni Martini, Vitale Venuti. Notaio Pietro Nicolai. Data a tempo di papa Innocenzo [IV].
1256 dicembre 23 = Accettazione di persone religiose-in monastero
Francesca di Pietro detta Biadetta, Agnese di donna Venuta detta Berta, Benigna di Lenguatio detta Persa, suo padre Linguatio di Pietro e Ugolino da Rocca vivendo nel luogo e chiesa di san Francesco di Acquaviva senza una regola, né vincolo d’obbedienza e volendo sottomettersi alla regola e all’ordine di san Benedetto, e mettersi al servizio del Signore nel monastero delle ‘dominae\donne’ di S. Maria Maddalena, spontaneamente offrono se stessi ed i loro beni a questo monastero e al sindaco don Zaccheo presbitero, il quale li accoglie e riceve la donazione dei beni e diritti loro tra cui il luogo e chiesa di san Francesco di Acquaviva a confine con la via, con Paganello di Attone Massei e suoi parenti. In tal modo essi sono resi compartecipi del detto monastero come le altre persone che vi stanno. Scrive l’atto il notaio Grazia nel distretto del castello di Matelica presso la chiesa di san Francesco un tempo luogo dei Frati Minori alla presenza dei testimoni Abbrazzulo e Morico figli di Pietro Salvi e Pietro di Nicola. Data a tempo di papa Alessandro IV.
1256 dicembre 24 = Accettazione in altro monastero
Come nel precedente atto avevano fatto le persone della chiesa di san Francesco di Acquaviva ora anche Umile di mastro Pietro detto Bruna, Marina e Lavernuccio della stessa chiesa e luogo di san Francesco, donano se stessi ed i loro beni al monastero ed al convento di S. Maria Maddalena, di fronte agli stessi testimoni e notaio come nell’atto qui precedente 23 dicembre 1256.
1257 gennaio 25 = Lodo vescovile su beni monastici
Guglielmo, vescovo di Camerino in qualità di arbitro scelto dai contendenti per un lodo tra Lazano del signor Giacomo sindaco a nome della badessa e del convento del monastero di S. Maria Maddalena e, dall’altra parte, mastro Ammannito Petri sindaco da parte dell’abate e del convento De Rotis e dell’ abbadessa e convento del monastero di san Francesco d’Acquaviva, definisce amichevolmente la controversia riguardante le proprietà del monastero di san Francesco d’Acquaviva con il presente atto notarile. Dà sentenza che i beni di Lenguatio e delle figlie ed i beni che Ogolino da Rocca che avevano precedentemente dati al monastero di san Francesco sono ora presi in possesso dal sindaco del monastero di S. Maria Maddalena come beni personali donati. Invece i beni pertinenti al luogo e chiesa di S. Francesco d’Acquaviva vengono riconsegnati in possesso a donna Elia abbadessa e al suo convento d’Acquaviva, nonostante qualsiasi documento in contrario. Inoltre i beni di famiglia di Lenguatio sono riconsegnati alla sua casa, parimenti quelli delle donne di Acquaviva restano alle stesse. Questo lodo è pubblicato nel palazzo di S. Vittore de Clusis ove sono testimoni l’abate di Grotta San Vittore, don Giovanni da Bettonio, don Gualtiero canonico di Fabriano, don Vacumbene, mastro Benvenuto di Giovanni Guidoni. Notaio imperiale Offreduccio. Data a tempo di papa Alessandro [IV].
1258 ottobre 24 = Annuncio del banditore comunale
Micarello, banditore comunale di Matetica attesta di aver fatto il bando in piazza per ordine del giudice comunale Giacomo Sorelli dicendo che chiunque volesse difendere Pietro Sorelli ed i suoi beni, si presentasse entro cinque giorni al fine di stabilire la data per rispondere a tre posizioni di Giacomo Terzi e Francone Gennari. Sono testimoni mastro Giovanni Albrici e Pietro Attoni Rigi. Notaio Salimbene. Data a tempo di papa Alessandro [IV].