Anni 948-968 circa
Oggetti usurpati da Ildeprando a Santa Vittoria in Matenano.
(Regesto Farfa III p. 84 doc. 379; Chronicon Farfense I p. 325)
“Breve” <relazione> del tesoro di questo monastero di S. Maria che il presbitero Ildeprando ha portato via e rubato dal castello Matenano che è nella Marca, nel comitato di Fermo. Due vesti di altare (=tovaglie) di oro “brusto” con gemme: una per Natale, Risurrezione, Ascensione del Signore e un’altra del giorno del giudizio (?=funerale) con gemme mirabili. Altra vesta bianca (=tovaglia) con intorno ornamenti di oro “brusto” e nel mezzo una croce di oro “brusto” con gemme e perle. Un calice più grande di argento; ed uno indorato contenente un “sestario” con sua patena. Dodici calici più piccoli con patene. Una corona d’oro e una d’argento con otto “dalfini” <perle> . Una croce di purissimo oro lunga più di un braccio, circondata da mirabili gemme dall’una e dall’altra parte. Due altre croci d’oro con <reliquia del> legno del Signore. Un’altra in argento. Quattro libri con copertine in argento ed indorati. Cassa di purissimo oro con gemme che il re Carlo diede al monastero, per <il bene de>l’anima sua. Due altre cassette d’argento. Due sigilli d’oro che furono mandati in un precetto <diploma> da Carlo e dal figlio Pipino. Altri due sigilli d’oro che Guido e Lamberto mandarono in altro precetto fatto da loro. Due ottime dalmatiche. Due turiboli d’argento. Una paramento abbaziale da Messa cantata. Tre tuniche di seta. Un piviale. Due libri sul ‘Genesi’. Uno “scintillario” <di Sermoni>. San Luca. San Giovanni. La Storia dei Langobardi. Un libro: “la Cena” <ecucaristica> di Cipriano. De Civitate Dei <di S. Agostino>. Un libro delle Storie. Un antifonario. I Detti dei Padri. “Curtes” <= dodici agglomerati aziendali fondiari: vedi qui doc. XV>