Anni 947-952 circa
Il principe romano Alberico stabilisce nuovo abate Dagiberto
(Chronicon Farfense I pp. 39-43 e 333)
(p. 39) Il principe di Roma, Alberico, intervenne a cacciare Campone e stabilì come abate Dagiberto, nativo della città di Cuma. Campone fuggì verso la città di Rieti dove cominciò ad abitare, sostenuto dall’aiuito dei parenti …( p. 41) Visto ciò Ildeprando che era restato nella Marca <Fermana> occupò di nuovo il castello di Santa Vittoria <in Matenano> con tutti i suoi possedimenti, e incominciò a distribuire tutto, anche le cose del monastero ai figli e alle figlie che erano parecchi. Diede pure la curte di Mogliano grande e splendida; la curte di San Benedetto e di F(r)assenaria e altri castelli e tenute. Con la dissipazione di questi due <abati Ildeprando e Campone> andò perduto tutte quello che aveva riunito l’abate Ratfredo.(…) Passati cinque anni di governo, alcuni pessimi monaci avvelenarono Dagiberto. Morì il principe Alberico e suo figlio Giovanni, che era stato eletto papa vivente il padre, ebbe avversione , come lui, per Campone …(p.. 42) A reggere le sorti del monastero <Farfa> elesse un abate di nome Adam, oriundo di una città della Lucania. Ma l’eletto rimase regolare per poco tempo e non seguì il buon esempio di Ratfredo e di Dagiberto, ma il cattivo operato di Campone e di Ildebrando, menando cioè vita scandalosa e sperperando quei beni che Dagiberto aveva recuperati nel Contado della Sabina. (Traduzione Michetti p.45)
(Chronicon Farfense I p. 327) Quando il principe Alberico ebbe cacciato il malvagio Campone (…) lo seppe Ildeprando, insediato nella ‘Marchia’ <Fermana> invase di nuovo il castello di Santa Vittoria <in Matenano> e cominciò con più accanimento a disperdere tutte le cose.