1918 AEREO DI LUDOVICO CENSI SU VIENNA CON D’ANNUNZIO TERRE REDENTE ITALIA dagli scritti di Gabriele NEPI

Notizie desunte dagli scritti di Nepi Gabriele.
IL FERMANO LUDOVICO CENSI CON G. D’ANNUNZIO NEL BRILLANTE RAID SU VIENNA
Il 9 agosto 1918 si compiva la più bella ed ardimentosa impresa della prima guerra mondiale. Bella perché non causò lutti né rovine; ardimentosa perché fu un raid di mille chilometri, di cui ottocento in territorio nemico. Era il volo su Vienna di otto aerei italiani al comando di Gabriele D’Annunzio; era il sussulto della rivincita dopo l’infausta rotta di Caporetto, ma era anche il preludio della squillante vittoria, che avrebbe arriso alle armi italiane, dopo soli tre mesi dal raid dannunziano.
Tra gli otto, v’era un apparecchio pilotato da un tenente fermano, Ludovico Censi, il quale fu il primo ad atterrare nel glorioso evento, seguito dall’apparecchio di Gabriele D’Annunzio, pilotato dal capitano Natale Palli. Tutti gli apparecchi erano partiti al mattino del 9 agosto, dopo breve ‘orazione’ di D’Annunzio, che incitava gli otto ardimentosi piloti. Alle 9,20 erano giunti sul cielo di Vienna; si abbassarono allora a quota sotto gli 800 metri, lanciando un diluvio di manifestini inneggianti all’Italia ed all’immancabile vittoria delle armi italiane. “Sulle vie della città era chiaramente visibile l’agglomerato della popolazione”.
Così il comunicato ufficiale che proseguiva: “I nostri apparecchi, che non vennero fatti segno di alcuna reazione da parte del nemico, al ritorno volarono su Wiener -Neustadt, Graz, Lubiana e Trieste. La pattuglia partì compatta, si mantenne in ordine serrato lungo tutto il percorso e rientrò al campo di aviazione alle 12,40”. A sua volta, il comando dell’Aeronautica comunicava: “Uno stormo di valorosi aviatori al comando del Maggiore Gabriele D’Annunzio, la mattina del 9 corrente ha raggiunto Vienna, percorrendo in gruppo compatto oltre mille km. di cui più di 800 sul territorio nemico, per ripetere sulla stessa capitale nemica la nostra parola di fede e di sfida. Mai vittoria fu più completa e più nostra, perché italiane sono anche le macchine che hanno permesso agli ardimentosi aviatori di compiere la magnifica impresa. Con orgoglio di Capo addito i loro nomi: Magg. Gabriele D’Annunzio; Cap. Natale Palli; Ten. Antonio Locatelli; Ten. Aldo Pinzi; Ten. Pietro Massoni; Ten. Ludovico Censi; Ten. Giordano B. Granzarolo; Sotto Ten. Gino Allegri; alla riconoscenza ed all’emulazione di tutti i soldati dell’aria”.
Tre mesi dopo questa impresa, il 2 novembre 1918, un altro eroe del Fermano sarà il primo aviere italiano ad atterrare a Trieste portato in trionfo dalla folla delirante e gioiosa: Giuseppe Pagliacci di Porto S. Elpidio.
(Dalle notizie edite da GABRIELE NEPI 10 agosto 1994)

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