I TRIBUNALI DI FERMO NELLE VICENDE STATALI: notizie desunte dagli scritti di Gabriele NEPI. Tribunale Ecclesiastico a Fermo dal 1938 (nel 2018 ricorre l’80^ genetliaco). Statuta Firmanorum o dei castelli Fermani
“Dal dì che nozze tribunali ed are / dieder alle umane belve esser pietose / di se stesse e d’altrui …” Così Foscolo ne “I sepolcri”. A distanza di due secoli, i mass media, gli ambienti giudiziari, politici ed economici, parlano di soppressioni di tribunali, di ristrutturazioni e vi sono anche oggi “umane belve” che vorrebbero dilaniare istituzioni e realtà, esistenti da secoli.
Tribunale “organo giudiziario che esercita la giurisdizione in materia civile e penale nei modi e nei casi stabiliti dalla legge”. La società, nel corso dei secoli, si è data norme e leggi per uno svolgersi regolato ed ordinato della vita associata. Vi sono i tribunali civili e penali, i tribunali amministrativi (TAR) regionali, i tribunali militari, il tribunale delle acque, i tribunali dei minorenni, i tribunali ecclesiastici, etc.
A proposito di questi ultimi, diciamo che sono 18 (diciotto) in tutta Italia e, per l’intera Regione Ecclesiastica marchigiana, la sede è proprio Fermo.
Istituito nel 1938 da Papa Pio XI, giudica le cause matrimoniali dell’intera Regione e di alcune località dell’Abruzzo come Colonnella, Martinsicuro, Ancarano, Valle Castellana, S. Egidio alla Vibrata, perché appartengono rispettivamente alle Diocesi di S. Benedetto ed a quella di Ascoli.
Già nel 1500, prima di Cristo, esistevano i tribunali per giudicare chi contravveniva al codice di Hammurabbi. Veniva anche giudicato chi contravveniva al Decalogo di Dio dato da Mosé sul Monte Sinai. In tutto dieci comandamenti, e tali sono rimasti, perché non sono state ammesse né commissioni né sotto-commissioni per apportare emendamenti. Roma aveva le famose XII Tavole. Poche erano le leggi, e le cose andavano meglio di adesso. “Plurime le leggi, ma è malgoverno statale” scrivevano i Latini … Nel Medio Evo aveva vigore di legge tutto ciò che voleva il Principe. Ed il Principe stesso giudicava chi contravveniva a tale legislazione. Poi ogni Stato cominciò ad avere il suo tribunale perché il Principe non poteva occuparsi di tutto.
La città di Fermo, sin dall’alto medioevo, ebbe lo jus o diritto di mero e misto impero, cioè poteva giudicare le cause penali e civili non solo della città, ma del vastissimo suo territorio dei suoi castelli dall’Esino al Pescara, dagli Appennini al mare. [Gli Statutta Firmanorum sono le leggi dei castelli Fermani] Ovviamente a Fermo risiedeva il tribunale supremo di quella che era la Marca Fermana; tribunali minori erano disseminati nelle Terre della vasta area che ricalcava l’antico Piceno. Più tardi, nel sec. XIV, ebbe sede a Fermo la Curia della Marca, curia che venne confermata da Papa Bonifacio IX (1389-1404) che nominò Signore di Fermo suo fratello Andrea Tomacelli. Fermo, statisticamente, era allora la città più importante delle Marche, seguita da Ancona, Urbino, Ascoli, mentre Macerata e Pesaro erano piccole città.
Le Marche erano parte dello Stato della Chiesa e chi amministrava la giustizia erano i tribunali pontifici. Ma con la venuta di Napoleone, Fermo acquistò maggiore importanza. Divenne capoluogo del Dipartimento del Tronto, circoscrizione amministrativa napoleonica, che abbracciava il territorio della odierna Provincia di Ascoli, più l’allora Provincia di Camerino, inoltre la parte meridionale dell’attuale Provincia li Macerata. Fermo era sede del tribunale e della prefettura e da essa dipendevano le vice-prefetture di Ascoli e quella di Camerino. Dopo la caduta di Napoleone, vennero create le Delegazioni Apostoliche di Fermo e quella di Ascoli; ognuna aveva il suo tribunale.
Ma nel 1824 con motu proprio di Leone XII, in data 5 ottobre, venne soppresso il tribunale di Ascoli poiché quella delegazione venne riunita a quella di Fermo. Il 21 dicembre 1827 venne ricostituito tale tribunale. Mentre nel triennio 1824/1827 per i reati più gravi il tribunale di Fermo esercitò la sua giurisdizione anche per il territorio ascolano.
Si ha poi nel 1860 l’occupazione delle Marche da parte dell’esercito piemontese e, nel dicembre 1860, venne ingiustamente soppressa la Provincia di Fermo di gran lunga più importante di quella di Ascoli e riunita a questa. Tuttavia il tribunale (la cui giurisdizione in tutto e per tutto ricalca il territorio della soppressa Provincia pontificia) rimase.
Nel 1900 vennero diligentemente riordinati tutti i carteggi del Tribunale Fermano che, dopo l’unità d’Italia, venne sistemato dove si trova attualmente, in corso Cavour, nei locali della già Casa dei Padri Filippini, casa confiscata per le leggi eversive dal Governo Piemontese. Ma nel 1923, con Regio Decreto del 24 marzo n. 601, il Tribunale di Fermo venne soppresso ed il suo territorio compreso nella circoscrizione del tribunale di Macerata. Successivamente, lo stesso territorio fu trasferito dalla giurisdizione del tribunale di Macerata a quella del tribunale di Ascoli. Le disposizioni governative, però, avevano creato una situazione insostenibile, per cui dovettero costatare con mano, che avevano commesso un grave errore. Per cui, con Regio Decreto Legge del 28 settembre 1933, n. 1282, venne ricostituito il Tribunale di Fermo.
Molte personalità di Fermo e del Fermano si attivarono per tale ricostituzione. Mons. Augusto Curi, Arcivescovo di Bari (nativo di Servigliano) aveva interessato personalmente l’allora Capo del Governo Benito Mussolini. L’Arcivescovo Curi aveva poi comunicato all’Avvocato Giacomo Properzi, allora Presidente dell’ordine degli avvocati e procuratori di Fermo, che “la cosa era già sicura”. Il telegramma (che fino a poco tempo fa si conservava in casa dei nipoti del Curi) era “molto lungo e vibrante di esultanza”. Mons. Curi, tuttavia, non potette vedere il decreto reale, perché morì il 28 marzo 1933, esattamente sei mesi prima dell’emanazione del citato decreto. Anche Mons. Ercole Attuoni, Arcivescovo di Fermo (scomparso nel 1942), si diede molto da fare per il ripristino.
Attualmente, il Tribunale di Fermo ha una mole di lavoro cospicua […] con giurisdizione sui seguenti 38 Comuni della Provincia di Fermo: Altidona, Belmonte Piceno, Campofilone, Falerone, Fermo, Francavilla d’Ete, Grottazzolina, Lapedona, Magliano di Tenna, Massa Fermana, Monsampietro Morico, Montappone, Montefalcone Appennino, Monte Giberto, Monte Giorgio, Montegranaro, Monteleone di Fermo, Montelparo, Monte Rinaldo, Monterubbiano, Monte San Pietrangeli, Monte Urano, Monte Vidon Combatte, Monte Vidon Corrado, Montottone, Moresco, Ortezzano, Pedaso, Petritoli, Ponzano di Fermo, Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio, Rapagnano, Santa Vittoria in Matenano, Sant’Elpidio a Mare, Servigliano, Smerillo, Torre S. Patrizio. Inoltre, i seguenti 6 comuni della provincia di Ascoli Piceno sono sotto la giurisdizione del tribunale di Fermo: Cossignano, Cupra Marittima, Grottammare, Massignano, Montefiore dell’Aso, Ripatransone. Al contrario due comuni del Fermano esattamente Amandola e Montefortino benché più vicini e meglio collegati con Fermo fanno parte della giurisdizione del tribunale di Ascoli Piceno. Da notare che Montefiore dell’Aso dista da Fermo km 13 e il doppio da Ascoli (tribunale) km 26, anche Carassai, distante km 15 da Fermo, dipende dal Tribunale di Ascoli, a km 21.
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