Anni tra 939-970 circa
Ildeprando e Campone abati dissipatori nella Marca Fermana.
(Regesto Farfa III p.84 doc. 379 senza data:Chronicon Farfense I pp. 324-325)
Nel governo del monastero presso la Marca <Fermana> vi era un altro (=oltre a quello di Farfa) abate, Ildeprando, tiranno scellerato e dissipatore dei beni del cenobio, separatosi dall’altro <abate> malevolo Campone che aveva sottratto moltissime cose al monastero, aveva fatto inique permute, aveva pigramente acquisito pochi beni, molti ne aveva elargiti anche ai suoi consanguinei. Costui alienò otto “curtes” <=agglomerati aziendali fondiari> ed un monastero: (curtes) 1. de Blotenano; 2. de Morra; 3. di S. Angelo fra le due Tenna; 4. di Montefalcone; il ‘monastero’ di Santa Maria presso il fiume Chienti; 5. di S. Martino di Aquatine; 6. di S. Martino che diede a suo figlio Alberto in dote ed alle sue nuore, 7. di Mogliano, 8. di Fassenaria.
( Chronicon Farfense I p. 325) “Curtes” : 1.Blotenano; 2. Montefalcone; 3. San Maroto; 4. Sant’Angelo tra le due Tenna; 5. Santa Maria Madre del Signore (Mater Domini); 6. San Salvatore in Nemore.
<Regesto Farfa III p. 84 anno 939 doc 379> “curtes”: 1- di S. Desiderio. 2- di S. Maria de Cuperseto. 3- di S. Maria del Columnelle. 4- di S. Salvatore in Offida. 5- di S. Angelo in Valle Veneria. 6- di S. Angelo in Villamagna. 6- di S. Sigismondo. 8- di S. Maria Mater Domini. 9- di S. Maroto. 10- di S. Maria de Ortezzano. 11- di S. Salvatore in Vemori (=<N>emori). 12-di S. Benedetto.
(Nota: Beni usurpati in Chronicon Farfense. II pp. 7; 177; 283. San Salvatore in: Vemori, Uemori, Nemori, Memori sono vocaboli riferiti alla stessa chiesa di S. Salvatore nel bosco= in Nemore che poteva essere quella di Collina, attuale Montevidon Combatte)