Anni 940-947 circa
L’abate Campone e Ildeprando, dissipatori di proprietà farfensi.
(Chronicon Farfense I pp. 313- 326)
Campone venne <a Farfa> dal territorio Fermano a far querele per le proprietà, insieme con il suo avvocato Rodaldo figlio di Guido(ne). (p.316) Campone cedette per sessanta soldi le proprietà a Monte Falcone in territorio Fermano; (p.319) cedette altri beni nell’Ascolano (p.321-323) a Force fino al fiume Aso, vendette duecento moggi della “curte” di Mogliano; (p.325) altre sedici “curtes” <=aziende fondiare> 1. a Blotenano, 2. a Morta, 3. a Sant’Angelo tra le due Tenna; 4. a Monte Falcone; 5. nel monastero <Santa Maria> presso il fiume Chienti; 6. a S. Martino di Aquatine; 7. a S. Desiderio; 8. a S. Salvatore in Offida; 9. a S. Angelo in valle Veneria; 10. a S. Angelo in Villamagna; 11. a S. Sigismondo; 12. a S. Maria Mater Domini; 13. a S.Maroto; 14. a S. Marina di Ortezzano; 15. a S. Salvatore in “Nemore”; 16. a S. Martino. Tra i tesori portati via dal Castello di Santa Vittoria da Ildeprando: tre tovaglie, due calici maggiori e dodici minori; due corone, tre croci, altro. (vedi anno 948)