Anno 933 settembre 1
L’abate Ratfredo permuta terre con Sicolfo di Sassone.
(Regesto Farfense III p.49 doc.347; cfr. Chronicon Farfense I p.304)
Nel nome del Signore Gesù Cristo, Dio, Salvatore nostro. Durante il regno in Italia dei signori nostri Ugo e Lotario suo figlio, anni settimo e terzo, al tempo del duca Tebaldo, anno quinto del suo ducato, calende di settembre. Indizione settima. (Sintesi) Sicolfo figlio del fu Saxone chiede all’abate Farfense, Ratfredo, la permuta alcune terre. Consegna al monastero Farfense un terreno di cinque moggi con frutteto e alberi nel fondo Apriano, confinante da capo e da piedi con la strada, da un lato con la propria terra che Maurissio <=Maurizio> tiene in “prestarla” e fino al fossato; dall’altro lato fino a “rigagine”. E nel soprascritto casale quattro moggi di terra con frutteto e alberi a confine da capo con la terra di Guinigiso e dei suo ‘consorti’; da piedi la strada; da un lato la terra di Formoso e dall’altro lato quella dei suoi ‘consorti’. I Farfensi gli consegnano in permuta sette moggi di terra con frutteto e alberi in località Interragia a confine con altri beni del monastero che Sicario con i suoi ‘consorti’ tengono in “prestarla”; da piedi fino al fiume Tenna in “prestaria”; da un lato la terra del vostro monastero e la strada; dall’altro lato fino al fiume Tenna. Sono intervenuti i giudici regi Guido, Rodulfo; e Grauso ed i buonuomini dell’abate farfense: Gregorio preposto, Maio prete e Giovanni diacono che stimarono la permuta vantaggiosa per il monastero. Secondo la legge dell’editto, per chi la violasse, penalità di cento soldi “francisci” ferma restando la validità <di questo atto>. Scrive il notario Rodulfo. Firmano: il richiedente Sicolfo, inoltre Gaido, e Trasberto ed Hermisindo.