FIDANZATO FIDANZATA Vocazione al Matrimonio. Lettera di Padre Gino Beccerica

Verso il fidanzamento
La chiave della felicità sta dentro di noi; non di fuori; è il cuore che dosa la gioia. Nella “tua” scelta devi pensare non a ciò che riceverai ma a ciò che donerai. Poter dare e non poter avere. E poter dare realmente!
Non si può pretendere di “trovare” né un angelo né principe\ssa azzurro\a, ma una creatura umana, figlia di Adamo e di Eva, e quindi … con una dote di virtù e di difetti.
Non si deve mai sposare per pietà (commiserazione) né con la speranza che quella cambierà. Perché a nessuno piace essere commiserato ed è un miracolo, se, passando del tempo, non peggioriamo.
Il vestito deve piacere almeno quando si compera. Così a te, prima di sposarla, deve piacerti quella creatura- così quale è ora. E così ad essa, prima di sposarti, devi piacere tu così quale sei ora. Perché se vi piacete poco al presente, vi piacerete vi piacerete di meno in avvenire.
L’avvenire bisogna affidarlo alla divina Provvidenza, quando il presente è una scelta che piace. Ma deve piacere sotto tatti gli aspetti.
Abbi fiducia e in te e negli altri. Nell’Altra persona! Del principe azzurro il pianeta non è stato scoperto ancora, e non si scoprirà, perché non esiste!
Occorre cercare, individuare, trovare quel minimum indispensabile da mettere come “fondamento solido” alla costruzione. Il resto – l’ornatus – sarà frutto della tua, della sua, della vostra buona volontà.
Volere è potere. Ma è indispensabile quel ‘minimo’ come del germe per la futura-pianta. E qual è questo germe? Vedi! quando tu ti fai un paio di scarpe nuove su misura (e la scelta della persona compagna va fatta su misura), il calzolaio deve tener conto delle malformazioni del piede. Il compagno ha le sue malformazioni. Anche la compagna ha le sue malformazioni. Se ne tenga conto!
Deve; trattarsi di’ “accettazione” che equivalga a “scelta”. Perché così piace anche a voi: mettendosi d’accordo su questa base, il resto riuscirà bene, con i soliti accorgimenti. E abbi fiducia anche nella Provvidenza!
La vita in due deve, almeno all’inizio, riuscire di gradimento tanto a lei quanto a lui.
L’ideale sarebbe che l’amore, il piacersi senza riserve, il volersi bene nonostante tutto, l’accettarsi sempre così quali sì è, il sapersi comprendere, l’intuirsi a vicenda, l’aiutarsi scambievolmente, il sorridersi, il parlarsi e l’avvicinarsi anche quando non se ne ha voglia, facesse da “cemento” fra i due, finché non valga la morte a “separarli”.
Spesso però il dovere (di restare insieme) deve affiancarsi all’amore, perché non si rompa quell’unione che “può” diventare un debole e fragile filo!
E forse bisognerà talvolta fare appello al solo dovere! Come dover prendere e mangiare una pietanza senza sale perché si è malati. Ma non tutti hanno la forza e la costanza di sottoporsi a una dieta sgradita! Non perdete tempo allora! Se dopo qualche incontro, il vostro gusto non si adatta PIENAMENTE, vuol dire che ‘ le campane non sono ancora, suonate’. Non insistete. E’ meglio che ciascuno cammini per la sua strada, finché non arriverà l’anima gemella: ”alter ego”.

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