ALCUNI DOCUMENTI SU SAN GUALTIERO DA SERVIGLIANO reliquie asportate ad Ascoli Piceno papa Giovanni XXII

SAN GUALTIERO DI SERVIGLIANO

A Servigliano visse e morì San Gualtiero, le cui reliquie sono conservate nella chiesa della parrocchia di san Marco, dove non pochi al battesimo hanno ricevuto il nome Gualtiero.
NOTIZIA SULLA VITA DI SAN GUALTIERO DI SERVIGLIANO. Nella seconda metà del secolo XIII il religioso eremitano frate Gualtiero venne ad abitare con il sacerdote Armando o Armeno, in territorio serviglianese, prima nella valle Marana della zona di della chiesa di santa Lucia, poi nella pianura al margine della Valentella dove permane la chiesa dedicata appunto a san Gualtiero. Formò una comunità di religiosi. Lavorava e ed assisteva i malati. Viveva vicino alla popolazione per insegnare che da Dio proviene ogni bene. Con la sua paterna guida spirituale gli abusi umani per ricchezze, piaceri, poteri erano affrontati con l’aiuto della Grazia soprannaturale. Qui morì in odore di santità e di fatto san Gualtiero da Servigliano fu poi canonizzato per antico culto.
Dalla pianura dove era il romitorio, le sue reliquie furono portate nel castello sull’altura di Servigliano, e nel 1400 il pievano don Giovanni di Marino della pievania S. Marco fece riporre le reliquie del venerato Gualtiero in un’urna sotto una torre che faceva parte della facciata di questa chiesa di San Marco e per il suo capo (teschio) fece realizzare dagli orafi un magnifico reliquiario, un vero gioiello attribuito all’arte orafa marchigiana dell’anno 1403 su modelli praticati tra l’altro a Guardiagrele negli Abruzzi.
I nostri paesi non sono ricchi soltanto di beni paesaggistici, hanno l’importanza donata dalle persone operose e anche da quelle sante.
IL DOCUMENTO DEL 1326. Un’antica notizia del culto pubblico di San Gualtiero da Servigliano è nell’Archivio Vaticano, scritta nei registri delle bolle del papa Giovanni XXII, con data 7 ottobre dell’anno X del suo pontificato, cioè nel 1326. La bolla papale narra che gli Ascolani, dopo alcuni misfatti e la conseguente scomunica, avevano dato segno di ravvedimento, facendo domanda per ottenerne l’assoluzione. La vicenda si svolse nel contesto delle deplorevoli lotte tra le città di Ascoli e di Fermo. I Fermani non erano restati fedeli al Papa Giovanni XXII, che risiedeva in quel periodo ad Avignone. Allora, gli Ascolani marciarono con armi nel territorio Fermano per devastare, sequestrare persone e fare rappresaglie. Nella media vallata del fiume Tenna, nei piani di San Gualtiero, essi assalirono ed uccisero un sacerdote, ruppero l’arca dove era conservato il corpo di san Gualtiero, santo Serviglianese, manomisero la chiesa rurale che custodiva le sue spoglie. Al ritorno e nella consegna delle reliquie in Ascoli l’accoglienza di questo santo fu solenne. Il papa fu informato dei misfatti e decretò subito una scomunica contro gli Ascolani. Umiliati, essi scrissero una lettera per ottenere il condono della scomunica dal papa che incaricò il priore di Monte Pesulano, Padre Geraldo da Valle, affinché provvedesse al bene delle loro anime, dopo che avrebbero, riconsegnato, per dovere,  il corpo di San Gualtiero. Così, i Serviglianesi riebbero il loro venerato santo, e il Pievano loro pensò bene di collocarlo sotto la torre della pieve di S. Marco, dietro grate di ferro, in un altare dedicato a questo santo.
Si ha poi notizia che, nel 1360, fu costruita una nuova chiesa nei piani di San Gualtiero nei pressi dell’antico monastero dello stesso santo. Non vi furono mai più riportate le sue reliquie che restarono nella pievania S. Marco. Il Pievano, con il Vescovo, provvidero a far porre il venerato capo di san Gualtiero nello stupendo ostensorio a calice con una corona dorata, a forma esagonale su colonna e base bene ornate ed istoriate con immagini e con l’iscrizione: “Opera fatta nell’anno 1403 da don Giovanni di Marino pievano.”.
IL CULTO
Secondo l’antica tradizione questo abate serviglianese partecipò alla vita della gente e la orientò alla fede, alla speranza ed alla carità fino al conseguimento sperato della beatitudine delle anime nella vita immortale.
In una pergamena furono raccolte le notizie dell’antica tradizione e la collocarono dentro l’urna posta davanti all’altare dedicato al Santo. Le notizie sono state pubblicate dai Bollandisti nel 1695. Il Vescovo di Fermo, in tutte le sue visite pastorali a Servigliano, constatò la grande devozione per san Gualtiero, la cui festa ricorreva il 4 giugno con grande afflusso di fedeli compaesani e di pellegrini da altri paesi, in particolare da Penna S. Giovanni, confinante sul fiume Tenna, e da Santa Vittoria in Matenano, confinante presso il fosso Tassiano nei pressi dell’antico monastero, confluente nel fossato denominato da allora di San gualtiero. Il Papa Innocenzo X concesse l’indulgenza plenaria ai devoti che si fossero recati dove erano custodite le reliquie, per pregare, pentiti, confessati, comunicati, e implorare il bene della Chiesa e dei governi.
NEL NUOVO CASTELLO CLEMENTINO
Nella seconda metà del sec. XVIII , molte frane, dovute ad infiltrazioni di acqua piovana, fecero crollare le mura urbane del castello dato che si sfaldarono le fondamenta degli edifici. Il papa Clemente XIV fece emigrare i profughi, costruendo per loro Castel Clementino nella pianura, oggi denominato Servigliano. Il reliquiario del capo e l’urna marmorea di san Gualtiero da Servigliano, furono trasferite nella chiesa di S. Marco nel 1780.
BIBLIOGRAFIA.
Inventario degli oggetti d’arte delle provincie di Ancona e Ascoli Piceno. Roma 1936, pp. 345-346; G. Barucca “Il gotico internazionale a Fermo e nel Fermano: Fermo, Palazzo dei Priori, 28 agosto – 31 ottobre 1999. Catalogo a cura di Germano LIBERATI. Sillabe Livorno 1999 Urbino 1998, pp. 54-55. A. SCHIAROLI, San Gualtiero da Servigliano, in “Flash” Ascoli Piceno n.271 a. XXI, p. 42. Documento base in Acta Sanctorum Junii 4, I, ed. 1695 pp. 405-407; presentano, in Acta Aprilis tomo III, un altro santo onorato dalla pietà dei fedeli a Servigliano, alla data 20 aprile: san Serviliano militare martire (+117) le cui reliquie provengono dalle catacombe romane e sistemate nella chiesa parrocchiale San Marco a Serviliano. Il culto di san Gualtiero da Servigliano fu esteso da Castel Clementino all’intera diocesi Fermana da Pio VI. La peculiarità distintiva di san Gualtiero da Servigliano era la stella a forma di croce sulla spalla destra. La stella a croce sulla spalla destra richiama il simbolo specifico della Madonna del Carmelo,
Per i fatti dell’anno 1326: Archivio Segreto Vaticano, Registri vaticani n. 113 lettera n. 1614 di Giovanni XXII.
Non si conosce bene l’ordine religioso cui appartenne san Gualtiero da Servigliano. Di fatto nel Concilio ecumenico di Lione nel 1274 furono soppressi molti ordini religiosi.
Per la frequenza dei pellegrini e i racconti delle grazie da essi impetrate, il cardinal Carlo Gualtieri arcivescovo Fermano dispose che fosse prelevata una reliquia di san Gualtiero da Servigliano e portata nella cattedrale di Fermo.
Innocenzo X in data 5 marzo 1652 per accrescere la religiosità e con l’intenzione della pia carità per la salvezza delle anime, concede l’indulgenza plenaria a remissione di tutti i peccati, nella misericordia di Dio, ai fedeli cristiani penitenti, confessati, comunicati che visiteranno la chiesa parrocchiale di san Marco a Servigliano, dai primi vespri al tramonto del giorno della festa di san Gualtiero. B. Montevecchi in “Fioritura tardogotica …” Urbi

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