CROCE DEL CRISTO NOSTRA SALVEZZA E GIOIA DI GRATITUDINE

CROCE di SALVEZZA (Maria Amedei)
\\Onorare. Gesù va onorato, il cristiano non lo onora soltanto solo per sé, ma anche per gli altri, quando vede che Lui riempie le creature di benefizi anche se esse non gli sono grate e neppure lo ringraziano. Il cristiano è grato come se fossero fatti a lui tutti i benefizi e ringrazia, con il bel fiore della gratitudine. Così di tutto quanto la creazione deve a Lui, pur tra l’ingratitudine nera di chi lo dimentica, la carità dell’anima che trabocca da sé, e lo fa per altri, con gloria, rende la bellezza di questi fiori di riconoscenza, più bella e più gradita
\\\ “ Ti adoriamo, o Cristo Salvatore, ti lodiamo e ti benediciamo perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo!” Ce lo fa dire la Chiesa nell’adorazione della Croce. È con la gioia della Potenza divina d’Amore che Lui ha voluto la croce per redimere l’umanità. E l’amore invincibile di Lui Crocifisso diviene la fonte della nostra gioia perché Lui risorto porta la liberazione dal male.
Il Padre celeste è unito a Gesù Cristo suo Figlio, nell’azione dello Spirito Santo, nel voler redimere ogni persona e farla risorgere, per mezzo della risurrezione del Figlio. Nella vittoria che Gesù riporta è la sua gloria e ne proviene la nostra liberazione. Molto bene ce lo riferisce l’apostolo Giovanni (Gv 12, 23). Gesù dice: ” E’ giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita, la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire, mi segua e dove sarò io, lì sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà”. I tralci e la vite. Gesù è la vite a cui siamo attaccati come tralci, e da lui riceviamo la linfa necessaria affinché noi riusciamo a fiorire e a fruttificare.
La croce della nostra salvezza viene onorata come un albero glorioso per i frutti. L’amore misericordioso sulla croce, ha fatto scaturire in noi i frutti della salvezza. Da quel terribile patibolo è venuta a noi nuova vita risorta. Ai piedi della croce stava Maria con il martirio nel suo cuore. Con Gesù Redentore lei è corredentrice. Guardiamo alla croce, strumento di dolore, guardiamo a tronco di legno perché – dice Luigi Garlando – è come a un piccolo aeroplano che ci solleva e ci porta a Dio”.
E’ Gesù che porta la croce con la sicurezza volontaria di aiutare chi soffre. Vediamo che il suo amore non si è fermato neanche di fronte all’offerta totale della vita sua nel sacrificio supremo. Cos’è questa croce dove Gesù muore? E’ l’altare della sua immolazione, è la cattedra con cui ci insegna la verità che vivere è amare per difendere la vita. La croce è il trono dove trionfa la sua regalità di amore. Lo capisce il buon ladrone che gli dice: “Ricordati di me quando sarai nel tuo regno!”. Noi glielo ripetiamo. Di fatto, più forte della morte dolorosa sul patibolo è l’amore del Figlio divino incarnato. Gesù Cristo non resterà morto in croce, ma risorgerà a nuova vitae lo fa per noi.
Nel libro biblico di Giobbe così si esprime questo uomo immerso nella sofferenza: “ Io so che il mio Salvatore vive e si emergerà sulla polvere”. Sul suo dolore ha messo radici la speranza nostra per cui guardando Gesù possiamo chiedere di condividere un regno che non è di questo mondo perché è del Paradiso. Preghiamo affinché ci conceda che in questo mondo non ci siano più violenze né morti a causa delle armi. Sappiamo che con le guerre si perdono vite umane e beni. Si perde tutto.” Divin Salvatore, mai più, mai più.” Gli uomini stanno distruggendo se stessi perché vogliono allontanarsi dal Divin Padre. Ci sono lacrime che non si dimenticano.”
A far uccidere è la miscredenza nel rifiuto della fede. L’iniquità del male causa nei cuori le tenebre che fanno morire. Impariamo la lezione dal terrore che fa piangere gli innocenti per deciderci ad abbandonare questo metodo omicida. Ma la croce non ha sconfitto definitivamente Gesù Cristo che scandalosamente è visto debole nel suo morire. Appare impotente sulla croce di fronte alla furia omicida di coloro che lo vogliono sopprimere. Il buon ladrone crocifisso e pentito delle sue colpe capisce che Gesù morente sarà vittorioso. Gli chiede: “ Ricordati di me nel tuo regno” e riceve la risposta: “Oggi sarai con me in Paradiso”. E’ misericordioso e sta inchiodato. L’amore vince la morte, vince il sepolcro, perché su questo Egli risorge vittorioso. La vittima crocifissa nel passaggio della Pasqua salva i suoi fedeli e garantisce a tutti la vittoria sulla morte nella risurrezione della carne.
La croce viene oltrepassata, è una fase di passaggio. Giobbe sofferente si domanda perché soffrire, perché morire. Alcuni vecchi dicono che così vuole Dio. Giobbe non convinto si rivolge direttamente a Dio. Gli risponde che è Dio della vita e che non vuole la morte. L’uomo che disprezza e rifiuta Dio si causa da sé la morte, eppure è riscattato dalla immolazione di Gesù Cristo sulla croce che ha liberato dal male perché ha scontato ogni colpa e ogni pena dell’umanità. Quando risorge dà il suggello alla sua vittoria sul male, sul demonio, sulla morte stessa. Lui, già crocifisso, è diventato il vivente glorioso immortale con il suo corpo piagato. Il culto della Croce serve a ringraziare, onorare il Redentore, chiedergli misericordia e offrire noi stessi ripatatori con Lui.

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