CON PAPA FRANCESCO ESPERTI IN UMANITà E CRISTIANITà

Con PAPA FRANCESCO ESPERTI DI UMANITA’ NELLE DIVERSITA’ CULTURALI con il papa
Una frase iscritta nella meridiana della casa parrocchiale a Servigliano dice: “ Quando incontro qualcuno non gli chiedo da dove viene. Gli chiedo dove va. Gli chiedo se posso fare un pezzo di strada insieme con lui“ (Papa Giovanni XXIII). Le conoscenze, le amicizie, le condivisioni si arricchiscono nelle diversità delle culture.
Il Padre celeste ci ha creati tutti suoi figli adottivi e ci ha resi capaci di parlare con cuore a cuore. Non è spontaneo vedere gli altri come fratelli e sorelle se non con il superamento della chiusura alle condivisioni. Il vero incontro con le persone fa capire le loro speranze, le loro aspirazioni e le loro difficoltà.
La capacità cristiana non si limita ad ascoltare le parole, ma accoglie le comunicazioni di esperienze di vita. La semplicità cristiana comunica con persone sconosciute con animo schietto. Non c’è vero incontro con chi è diverso da noi quando si preferiscono frasi fatte o gesti abitudinari.
In un mondo che tende a giocherellare con le ideologie di moda, molte evasioni allontanano dagli impegni di solidarietà. È vano cercare distrazioni occasionali di fronte a persone di provenienza, lingua, abitudini diverse. La paura è la prima nemica dell’apertura dell’animo perché spinge al relativismo, all’insicurezza, ai gesti burocratici di un’umanità che diventa animalesca.
L’attenzione alle reali diversità esistenti tra le varie componenti della società comporta l’apertura della mente e del cuore per accettare tutte le persone con fiducia. L’incontro sincero con Cristo, nostro amico e Salvatore, porta a cambiare le abitudini egoistiche per vivere con pienezza le vere relazioni con gli altri. L’accoglienza per conoscere persone nuove nasce da una volontà di aprirsi all’empatia. Un inno dice: “Il povero e l’oppresso ti acclamano fratello, amico e difensore che cerca la giustizia. Il divino Spirito dispensa con amore il pane e la parola sulla mensa dei piccoli”.
L’empatia è fraternità, solidarietà, senso autentico di condivisione, dialogo e sostegno. La nostra società è realmente multietnica e ancor più lo diventerà, senza dover per questo immaginare confusioni, timori, né isolamenti. La cultura del dialogo apre alla comunicazione con persone diverse da noi.
Dice Claudio Corpetti che non sono propense alla pratica della misericordia e della tolleranza, la cultura imperante nella nostra società attuale e la politica internazionale, entrambe più inclini all’uso della furbizia e della forza per efficientismo. L’uomo moderno, grazie all’enorme sviluppo della scienza e della tecnica, è tentato di salvarsi da solo, in assoluta autonomia, e di costruire la città secolare ignorando il Creatore.
Quando non si coltiva lo spirito, si va alimentando l’ego umano. Chi sta bene, non si interessa per niente dei fratelli che stanno soffrendo. Ma tutta la terra soffrirà gemendo nell’agitazione. La natura è svegliarina per quegli ignoranti che vivono unicamente del proprio “ego” e della propria comodità, a danno dell’ambiente.
Nella misura in cui oltrepassiamo noi stessi per aprirci all’ascolto degli altri, la vita nostra si rafforza nella sua autenticità. L’incontro con gruppi nuovi può essere l’occasione per diventare più autentici, non autoreferenziali, non autosoddisfatti. L’incontro con chi è diverso, il parlargli è sicura occasione per moltiplicare la propria capacità di benevolenza.
In un racconto russo si legge che un ragazzo incontrò all’angolo della strada un poveraccio che chiedeva l’elemosina, mentre lui non aveva cosa alcuna da offrirgli, nemmeno uno spicciolo; ma si fermò a salutarlo, a stringergli la mano fredda, rendendola più calda. Il cristiano è chiamato a usare umanità per rendere unite le diverse culture ed i diversi ceti sociali. Per umanità si incontrano gli altri come sono, non come vorremmo che divengano.
Le diversità tra le varie componenti della società facilmente suscitano sfiducia, esclusione, scarto. È l’eterno divino ‘Magnete’ che trasmette una corrente di mansuetudine, di umiltà, di superamento dell’egotismo. È dal Creatore e Salvatore del genere umano che proviene la misericordia di cui facciamo esperienza per noi stessi e per gli altri. Il cristianesimo porta all’esperienza della cultura del dialogo e del perdono.
L’attuale realtà del liberismo largamente praticato per valutare soltanto il ritorno economicistico delle attività personali crea comportamenti di efficienza, di pragmatismo per cui molti gruppi vivono nella separatezza, nel menefreghismo di fronte alle altrui situazioni. Non c’è attenzione per la persona inutile, per il vecchio improduttivo, per il figlio non voluto, da abortire, in un mondo di affari.
La lotta contro l’efficientismo pragmatico del denaro comporta la volontà di rendere le nostre abitudini più aperte per umanizzare le relazioni. Cresce sempre più in umanità chi è capace di condividere il dolore, ascoltare le ansie e i problemi degli altri.

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