A SCUOLA. Il futuro non può aspettare i ritardi digitali. (Dino Fattoretta)
Nei bambini e nei giovani c’è la disposizione mentale ad imparare ed a migliorare continuamente; anche gli adulti intelligenti in questo rassomigliano ai bambini. Le tecnologie in rapidissima crescita stanno attraversando il nostro vivere quotidiano, con vera utilità comune. Esse costituiscono la nuova sfida che chiama genitori, docenti e studenti a dedicarsi nel modo migliore all’istruzione e alla formazione.
L’applicazione del digitale crea una profonda trasformazione che esige cultura di base e consapevolezza critica. Le nuove opportunità utilizzate con intelligenza e con preparazione diventano patrimonio di tutti come mezzo di comunicazione oltre che di informazione. Fin dall’infanzia i figli familiarizzano con le tecnologie che fanno parte del comune habitat.
A scuola è utile avere a disposizione il computer per favorire la prassi digitale con aggiornamenti assidui, dati i rapidi tempi di obsolescenza. Una finalità non trascurabile della scuola è far sì che migliorino le tecniche dell’apprendimento di utenti in grado di accostarsi in modo corretto, sicuro ed efficace a strumenti che stanno rivoluzionando i metodi di fare cultura e di reagire con la realtà in cui viviamo.
C’è bisogno di agganciare il treno delle tecnologie con la consapevolezza che il trascurarle sarebbe un tragico errore con danno dalle conseguenze incalcolabili. La scuola talora è una sequenza di gesti di routine, con le mani che si annoiano ad infilare libri e quaderni nella borsa.
Occorre una vera accoglienza del sapere. Gli strumenti digitali opportunamente utilizzati favoriscono in modo determinante la crescita socio culturale, economica ed umana del nostro mondo. Il sapere richiede le giuste disposizioni ad accoglierlo e ad utilizzarlo, altrimenti non serve a niente, anzi la scuola diventerebbe un peso e non avrebbe ali, non riuscirebbe a volare, ad innalzarsi sopra la realtà che ci circonda per capire questa realtà ed affrontarla meglio.
L’esperienza di chi ha insegnato per quarant’anni nella scuola dice che la preparazione non è affatto questione della quantità delle nozioni apprese, è piuttosto la tessitura di un pensiero consapevole che si perfeziona e ci perfeziona tutti nella quotidianità. La storia non si ferma ad aspettare chi ritarda l’uso delle risorse digitali. I genitori non possono recuperare i ritardi, ma stanno favorendo l’istruzione dei figli perché si affidano alla qualità dell’insegnamento scolastico e all’assistenza dei docenti.
Controproducente l’ideologia radicale GENDER concordata ad Istanbul e imposta con il comma 16 della legge sulla scuola, chiedendo omertà. Necessita togliere questa imposizione di tirannia radicale