NEPI GABRIELE – IL PICENO ROMANO – breve sintesi geografica in “Il Piceno nei classici Greci e Latini” Fermo 2010 pp. 4-5

NEPI GABRIELE – IL PICENO ROMANO – breve sintesi geografica in “Il Piceno nei classici Greci e Latini” Fermo 2010 pp. 4-5
Il Piceno si estendeva dall’Esino al Matrino e dai Sibillini all’Adriatico. A nord, il territorio era occupato dai Galli Senoni; in seguito fu incorporato nell’Umbria. Polibio include l’Ager gallicus nel Piceno e Tito Livio parla della colonia di Rimini come fondata nel Piceno (Polibio II, 21; Liv. Epit. XV). Ma i veri confini furono stabiliti da Augusto nella divisione dell’Italia in regioni. Il Piceno era la quinta (Plinio III, 13; Strabone Geografia V). Secondo Strabone la lunghezza della regione era di 800 stadii (Ibid), con una larghezza dalle 30 alle 40 miglia. La parte sud del territorio era abitata dai Pretuzi. Plinio chiamò tale regione Pretuziana e Tito Livio più volte parla di Praetutianus Ager distinto dall’Ager Picenus. Accreditati storici dell’antichità parlano di origini sabine dei Piceni, i quali sarebbero emigrati dalla conca di Rieti per voto di Primavera Sacra. Il toponimo deriva dall’uccello totemico il picchio (picus) che ha dato il nome alla regione e agli abitanti (unde nomen genti) (Strabone, Geo. V; Plinio III, 13; Festo, passim).
Secondo Plinio, prima dei Piceni la regione era abitata dai Siculi e dai Liburni (Ibid); Truento era ciò che rimaneva del loro dominio in Italia. Ancona e Numana erano state fondate dai Siculi fuggiti alla tirannia di Dionigi (380 a.C.). Ancona costituiva l’unica colonia greca. Dopo vari scontri, alleanze e federazioni, i Piceni entrarono nell’orbita di Roma e sebbene avessero sostenuto i Romani nelle guerre puniche, subendo tutti i danni relativi e sebbene avessero fornito audaci marinai alla flotta romana, il loro nome non compare più nella storia fino allo scoppio della Guerra Sociale (91-89 a.C.). Di essa parlano Appiano (Bellum Civile I, 46, 48); Livio (Epit. LXXIV LXXVI), Orosio (V), Floro (III, 18). Nel 49 a.C. Caio Giulio Cesare occupò il Piceno senza incontrare resistenza come vediamo nei passi che riportiamo del De Bello Civili. Nelle guerre civili tra Vitellio e Vespasiano (69 d.C.) la regione fu occupata dalle forze di quest’ultimo (Tacito, Hist. III, 42). Fiorente provincia durante l’Impero Romano, sebbene decaduta dall’antica potenza e ridotta nel numero degli abitanti (Plinio parla di una ricchissima moltitudine, un tempo: quondam uberrimae multitudinis, III, 13), tuttavia ebbe notevoli ed importanti città. Erano: Ancona, Fermo, Ascoli, Atri e Teramo, le quali erano colonie. Altre Comunità erano: Truento, Castro Truentino, Potenza, Numana, Cupra Marittima, Falerone, Urbisaglia, Tolentino, San Severino Marche, Treia, Cingoli, Ricina, Pausola (odierna Corridonia), Civitanova. Troviamo poi che il Piceno nel tardo impero insieme alla Flaminia costituivano un quid unicum comprendendo a nord parte del territorio degli Umbri. Successivamente Flaminia e Piceno vennero separati e il Piceno diviso in Picenum Suburbicarium corrispondente alla quinta regione di Augusto e Picenum Annonarium nome dato al tratto tra l’Esino ed il Rubicone in precedenza chiamato Ager Gallicus e poi ai tempi di Augusto passato agli Umbri (Cfr. Lib. Coloniarum, Paolo Diacono II, 19).
Nella Guerra Gotica, subì le conseguenze relative, mentre Osimo fu ripetutamente occupata da Belisario. Cacciati i Goti dall’Italia il Piceno passò all’Esarcato di Ravenna continuando così a dipendere dagli imperatori greci fino alla fine dell’Esarcato. Si venne poi alla Pentapoli costituita da Ancona e Numana, Senigallia, Fano, Pesaro, Rimini.
Era la Pentapoli Marittima. V’era anche la Pentapoli montana costituita da Urbino, Fossombrone, Cagli, Jesi, Osimo, Gubbio.
Nella V Regione corrispondente al Piceno:
Ancona
Numana
Osimo (Auxjmum)
Cingoli (Cingulum)
Potentia Picena (Potenza Picena)*
Tolentino (Tolentinum)
San Severino Marche (Septempeda)
Cluentum vicus (Civitanova Marche)*
Pausulae (Corridonia)
Urbs Salvia (Urbisaglia)*
Falerio (Falerone)
Fermo (Firmum)
Ascoli Piceno (Asculum Picenum)
Truentum*
* = Antiche diocesi
\\\\\nella VI Regione \\\\
Camerino (Camerinum)
Matelica (Matilica)
Iesi (Aesis)
Senigallia (Sena Gallica)
Ostra
Pitinum Mergens
Sant’Angelo in Vado (Tifemum Metaurense)
Fossombrone (Forum Sempronii)
Fano (Fanum Fortunae)
Pesaro (Pisaurum)
Urbino (Urbinum)

il sorgere del Cristianesimo il Piceno ebbe 15 diocesi: di cui la più importante era Fermo: le amtiche diocesi Potentia Picena, Cluentum; Pausolae, parte di Urbs Salvia e Truentum ebbero ad essere incorporate in quelle viciniori.

“O Marchigiano ingegno sottile /scusso d’argento /e ricco di talento /pigli il pennello / e ti chiami Gentile / e ti chiami Raffaello / canti e sei Gigli. / Pure c’è un ’arte / che tu dal ceppo / che diede Bramante che diede Spontini / Leopardi e Rossini /Non saprai mai vendere bene la merce che hai…” Così Giorgio Umani (+1965) nella poesia il Marchigiano. Ma che dire degli umanisti Piceni? Ciriaco di Ancona, Francesco Filelfo da Tolentino, Panfilo di San Severino e i lessicografi Carboni in tandem con Campanini, Mariotti…\ Palazzi, Gabrielli, Panzini, Mestica tutti marchigiani per i dizionari di lingua italiana (Nepi Gabriele)

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