NEPI GRABRIELE memorialista delle vicende del PALIO FERMANO in “Curiosità Storiche su Fermo e il Fermano”
Un “monitorio” del 1752 detta ai castelli le disposizioni per partecipare
(Si sta avvicinando la Festa dell’Assunta e di conseguenza la celebrazione del Palio e della Cavalcata, i più antichi in questo proliferare di manifestazioni consimili)
Come è noto, il Palio di Fermo, da ricerche effettuate dallo scrivente, ha documenti che lo fanno risalire al 1149 (Acta Diversa Firmi 1449). È sempre interessante sfogliare atti e documenti antichi e vedere nel corso dei secoli come venivano scanditi la Cavalcata e il Palio. Talvolta, come nel 1447, imperversava la peste e quindi nessuna manifestazione; tal’altra, ardeva la guerra; anche qui nulla. In alcuni anni le manifestazioni non hanno avuto luogo per non oscurare il compleanno e l’onomastico di Napoleone Bonaparte, che cade proprio il 15 agosto. Ciò si verificò dal 1808 al 1814.
Scartabellando, abbiamo trovato un editto del 9 luglio 1752; Fermo invia a tutti i castelli dipendenti un “monitorio” intimando l’invio di cavalieri nella solennità della Ss.ma Assunzione. Leggiamo:
“Ricorrendo il 15 agosto prossimo la solennità della Santissima Assunta, ricordiamo per mezzo di questa, di mandare li Cancellieri per l’accompagnamento della Cavalcata vestiti decentemente, con Cavallo (C-maiuscola) fornito di finimenti propri e con la solita offerta (sottolineato nel testo), poiché in caso contrario non saranno ricevuti e sin d’adesso resta a voi intimata la pena del Birro a stare per l’uno e per l’altro conto”.
Sono raccomandate anche le lettere credenziali, in altro monitorio di un mese dopo il 6 agosto 1752 che fra l’altro recita: “Magnifici nostri Carissimi, sul riflesso dello stato deplorabile degli Stendardini, che in occasione della solenne Cavalcata, che ogni anno suol farsi in questa città per la Festa gloriosissima dell’Assunzione di Maria Vergine, si è degnata la Sacra Congregazione Fermana di ordinare la loro rinnovazione, commettendo a questo Nostro Monsignore Illustrissimo Governatore (…) che indilatamente ne sia fatta la spesa e la Tassa di essa premessane la uniformità e la condizione eziandio di poter riportare ciascuna Comunità il proprio a casa sua sicché, in questo stato di cose, abbiamo procurata la sunnominata rinnovazione”.
La lettera prosegue precisando che ogni Comune deve pagare scudi 4,90 più altre “spesette”, ma ribadisce che tale somma deve essere assolutamente versata “li 14 corrente vigilia di detta Festa affinché si possa con essi e le altre somme dell’altre Comunità soddisfare il Mercante” (…) “mentre nell’atto istesso del pagamento, verrà consegnato lo stendardino”.
Le due lettere furono spedite dal Palazzo Priorale di Fermo. Ogni comunità doveva pagare inoltre al Messo bajocchi cinque.
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