CASULA RELIQUIA SAN TOMMASO DI CARTERBURY A FERMO studiata dal prof. David Storm Rice. Relazione scritta da Vagnoni Vincenzo vicario generale 1960

STUDI di David STORM RICE SULLA RELIQUIA ‘CASULA’ (a. 1116) DI S. TOMMASO DI CANTERBURY raccontati dal Vincenzo VAGNONI vicario generale -20 NOVEMBRE 1960
E’ doveroso rendere di pubblica ragione quanto abbia potuto conseguire il Prof. Storm Rice, con i suoi nuovi studi, da un punto di vista storico tecnico ed artistico, tanto più che il 3 ottobre 1959 nella Rivista « The Illustreted London News » il Rice stesso, con abbondanza di fotografie, ne pubblicava i risultati.
Il Prof. Storm Rice è docente all’Università W.C.I. di Studi Orientali ed Africani a Londra. Dirige gli scavi a Urfa in Turchia. In una sua lettera, dando un breve ragguaglio dei suoi lavori, esprime una grande stima per il Prof. Giorgio Levi Della Vida che considera come suo maestro. E’ in relazione con i nostri Sovrintendenti del patrimonio artistico italiano, ed ha anche degli incarichi da parte della Intendenza delle Belle Arti per il settore di arte mussulmana.
Il 18 luglio del 1950 scriveva alla Curia Arcivescovile di Fermo: «Mi preparo a venire in Italia per studiare vari oggetti musulmani che si trovano nei musei e nelle collezioni private. Nel 1898 il fu Prof. Ignazio Guidi dette, all’XI Congresso Internazionale degli Orientalisti a Parigi, la descrizione di un vaso di cristallo di rocca che si trovava nel tesoro della Cattedrale di Fermo. Vorrei venire a Fermo nel corso del mio viaggio (agosto-settembre) per esaminare e fotografare questo oggetto. Sarei molto grato se Lei avesse la bontà di dirmi se: 1) si trova questo vaso a Fermo; 2) ci sono altri oggetti o tessuti mussulmani”.
Dopo una risposta affermativa sull’esistenza del vaso di cristallo di rocca a Fermo, il Professore si determinava a fare una visita alla nostra città. Nel settembre del 1950 poteva esaminare attentamente il vaso, decifrare parole arabe sul collo del vaso stesso e fotografarlo. Con molta sua sorpresa ed interesse poi, tra i vari oggetti sacri del tesoro del Duomo, fermò la sua attenzione sulla Casula di S. Tommaso. Disse subito che i disegni riprodotti non avevano ispirazione cristiana e quindi non appartenevano al ciclo dei disegni bizantini. Prese molte fotografie e, con una certa riservatezza, fece intravedere che con l’esame delle fotografie qualcosa di molto importante avrebbe trovato.
Prometteva un suo ritorno a Fermo per prendere altre fotografie e proseguire nelle sue indagini. Dopo vari lavori per i suoi studi, finalmente poteva riprendere i suoi esami sugli oggetti mussulmani in Italia. Il 9 maggio 1958 annunziava la sua nuova visita a Fermo, dove si sarebbe trattenuto parecchi giorni. Intanto interessava il Direttore Generale delle Antichità e Belle Arti, al Ministero della Pubblica Istruzione Prof. Guglielmo De Angelis d’Ossat, e la Signora Mùller di Monaco di Baviera per un progetto di restauro della preziosa Casula.
Il 18 agosto il Prof. Rice era di nuovo a Fermo assieme alla Signora Mùller, esperta nei restauri di tessuti artistici ed antichi. Il giorno dopo era anche a Fermo il Prof. Giorgio Levi Della Vida per un esame completo della Casula da un punto di vista storico- tecnico-artistico. Così tre personalità competenti si trovavano insieme per esaminare la Casula. Le risultanze furono, né più né meno che, quelle intravviste in un primo momento dallo stesso Prof. Rice.
Finalmente si era certi che il ricamo era di origine mussulmana, si scopriva la data ed il luogo dove il lavoro era stato eseguito e, in parte, si decifrava l’iscrizione contenuta agli orli del pannello; e che prima era presa come motivo ornamentale. Si addiveniva anche ad una minuta descrizione delle varie parti della Casula e della tecnica con cui era confezionato il lavoro, nonché di quanto si dovesse eseguire per un completo restauro onde provvedere alla considerazione di un così importante tessuto. Questi risultati di pazienti studi erano più che soddisfacenti per un cultore e ricercatore di oggetti antichi.
Subito il Prof. Rice spediva una relazione minuta al Direttore delle Belle Arti con il progetto di restauro. In essa affermava che la data della Confezione del ricamo era quella del 510° anno dell’Egira, corrispondente all’anno 1116 dell’Era Cristiana, e che il luogo dove era eseguito il lavoro era la città di Almeria in Ispagna all’epoca della dominazione degli Almoravidi, dinastia mussulmana che regnò ivi dal 1084 al 1147, data della riconquista di Almeria dalla parte di Alfonso VII.
La Casula è composta di 38 pezzi di seta blu, con tre specie di cuciture: a) pezzi di seta giunti prima del ricamo; b) pezzi ricamati, lasciando un centimetro di seta senza ricamo poi cuciti; c) pezzi uniti senza riguardo al disegno dopo il ricamo. Da ciò risulta che il ricamo era originalmente, sia un mantello regale (probabilmente quadrato non tondo), sia una tendina lunga simile al sudario di Autun in Francia.
A Londra il prof. Rice, il 26 febbraio 1959 (ottima data perché quella della Canonizzazione del martire era stata il 21 febbraio 1173) teneva una conferenza su «Una Reliquia mussulmana di S. Tommaso di Canterbury» davanti alla Società degli Antiquari di Londra, ente augustissimo, più antico dell’Accademia Britannica. Ed il 1° giugno dello stesso anno, teneva la seconda conferenza sulla Casula all’Università di Londra e curava la stesura dell’articolo citato. Nel ritorno dall’Italia si prendeva anche cura di fermarsi alla Cattedrale di Autun, Lione e nel Museo di Cluny a Parigi per esaminare i frammenti di altro ricamo mussulmano molto simili a quello di Fermo.
Nella pubblicazione poi del «The Illustrated London News» il Rice, oltre le notizie sopra riferite e la descrizione delle diverse figure ricamate, cerca di affrontare il problema del come S. Tommaso sia venuto in possesso del prezioso ricamo e come poi si sia giunto alla cattedrale di Fermo. Ma, per quanto siamo nel campo delle ipotesi, possiamo però concludere che attraverso gli studi del Rice, indirettamente, abbiamo una nuova conferma su quanto la tradizione ci aveva tramandato. Difatti la certezza della data di confezione del lavoro ci riporta all’epoca in cui visse il santo Martire, la presenza di altri ricami mussulmani in Francia della stessa epoca ci dice come non fosse difficile che un simile lavoro potesse giungere in Inghilterra, tanto più che tale nazione si è sempre distinta per le relazioni commerciali con altri popoli. Infine possiamo meglio immaginare come simile lavoro per ragioni religiose sia passato dall’Inghilterra a noi che non dalla Spagna a Fermo.
Il merito quindi del Dott. Rice è quello: a) – di essere riuscito a scoprire e decifrare la iscrizione araba, stabilendo con precisione data e luogo in cui il ricamo veniva confezionato; b) – di avere colto il significato di ciascuna figura in confronto dell’arte araba del tempo; c)- di avere fatto un esame accuratissimo della tecnica con cui il lavoro era stato eseguito; d) – di avere presentato un progetto di restauro per la migliore conservazione del prezioso tesoro; e) – di avere caldeggiato con molta insistenza l’opera di restauro.
Oggi, per interessamento della Soprintendenza delle Belle Arti e della Scuola di Restauro, il lavoro di ripristino della preziosa Casula è un fatto compiuto e noi possiamo ammirare questo capolavoro di ricamo mussulmano fresco e lucente, come è uscito dagli stabilimenti tessili di Almeria nel 1116.
Fermo, ma specialmente il Capitolo della Cattedrale Metropolitana, debbono essere sommamente grati al Prof. S. Rice per la passione e l’impegno con cui ha studiato questo cimelio artistico, unico al mondo che tanto lustro dà alla Città e tanto interesse suscita da parte di studiosi ed amanti di arte e da parte di turisti.

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