LE PREGHIERE DELLA GUARITRICE DI BELMONTE. Giustina guarda i malati e si mette a pregare
<1954 settembre> A voler trarre qualche considerazione dei numerosi commenti, critiche e segnalazioni di casi personali che ci sono stati fatti dopo quanto scrivemmo in un articolo a proposito di Giustina Sbaffoni, si dovrebbe dire che unico è il senso di essi, e cioè che è generale la convinzione delle non comuni virtù dell’umile donna di Belmonte. Soprattutto, la dimostrazione di una tale convinzione ci viene data da una sempre crescente folla che a lei ricorre, una moltitudine che, specialmente in quest’ultimo periodo, lascia veramente perplessi e stupiti.
Un pomeriggio ci siamo recati da lei. Erano circa le 16:30. Per curiosità abbiamo voluto contare le persone che sull’aia: attendevano il loro turno per conferire con lei: ne erano ben 65! Lì presso erano in sosta 4 grosse automobili,3 motociclette, 11 biciclette, 7 tra lambrette e ‘vespe’! Una mescolanza da non dirsi! Chi non mostrava meraviglia alcuna dinanzi a tutta quella folla era proprio lei, Giustina, seduta al suo solito posto, per nulla preoccupata, ascoltava tutti col suo abituale sorriso.
Ma noi non abbiamo avuto la costanza di attendere ed abbiamo chiesto l’appuntamento per la sera stessa a suo nipote. Ci siamo ritornati alle 21, come d’accordo, ma di gente ce n’era ancora molta. Per fortuna essa, però, era salita in casa e noi ne abbiamo approfittato. Appena ci ha visto: “Siete stati voi a scrivere di me sul giornale, vero?” – ci ha detto con dolce rimprovero.
La sua modestia non tollera pubblicità: una modestia voluta, tanto che né a noi né ad altri fu mai possibile fotografarla, perché lei, sempre accorta, si schernisce. Non le serve la pubblicità. La popolare Giustina è ovunque conosciuta. Una chiara testimonianza ce la danno l’enorme folla che da ogni parte d’Italia viene a Belmonte, come anche le numerose lettere che riceve.
Coloro che hanno bisogno di qualche cosa ricorrono a lei e Giustina prega per tutti. Ma la percentuale più alta è costituita dagli ammalati. Giustina li riconosce subito, li fa sedere accanto a lei ed incomincia a pregare, mentre guarda il paziente. Una preghiera lunga che si sente venire dal cuore, con frasi dolci. Una volta ci disse: “Le mie parole sono ispirate dal Signore, di cui io sono un umile serva”.
Terminata la preghiera, si chiude un attimo in se stessa, e poi formula la diagnosi. “Vai – dice infine – io pregherò per te e guarirai senz’altro”. Così è di fatto. E siamo in grado di citare tanti casi. Basta andare a parlare con quelle persone che attendono il loro turno sull’aia di Giustina per accertarsene: ognuna di esse racconta un suo caso personale. Quando, invece, Giustina si trova dinanzi ad un ammalato che ritiene grave ed irrimediabile, chiude gli occhi e dice desolatamente: “Il Signore non mi ispira nulla”. Non annuncia all’ammalato la prossima soluzione luttuosa.
Non è indispensabile neanche la presenza dell’interessato: a Giustina basta toccare un oggetto dell’ammalato, un fazzoletto, una camicia, una cravatta, e senza conoscerlo, senza mai averlo visto, senza sentir parlare di lui, pronuncia la diagnosi che risulta sempre in perfetto accordo con quella dei medici, i quali, incuriositi, si interessano vivamente di lei.
Quale sarà l’origine di tale virtù? Abbiamo chiesto un parere in merito anche all’illustre fisiologo dell’Università di Roma, prof. Silvestro Baglioni, che si trova attualmente nel suo paese natio di Belmonte, per un breve periodo di ferie, ma anch’egli non si è pronunciato.
Certo è, però, che le virtù di Giustina, di qualunque origine e di qualunque natura siano, sono un fatto concreto, sono davvero innegabili. E Belmonte, piccolo centro del Piceno, può ora vantare oltre che l’illustre scienziato com’è il professor Baglioni, anche le preghiere di questa donna umile, tanto miracolose.
< Adattamento da un articolo di Luigi Bertoni >
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