IL BURUNDI descritto = ricordo del missionario Blasi Vittorio belmontese fermano

BURUNDI
il Burundi è una repubblica stabilita nel 1966 con una superfice di kmq 27,38 e abitata da oltre undici milioni di persone, a confine con il Congo, con la Tanzania e con il Ruanda da cui si è staccata nel 1962. Due le lingue diffuse: Kirundi e Francese (dovuto al dominio coloniale belga). Il territorio, dal clima tropicale mitigato, è un altopiano continuamente ondulato da colline coperte da vegetazione, con molti boschi. Il lago principale è il Tanganica che ha anche un porto ed è molto pescoso. La popolazione del Burundi è stata prostrata e dissanguata da una serie di recenti paurose guerre civili con molti profughi. La capitale è Bujumbura di circa 606.000 abitanti (a. 2013), creata nel 1899 dalla Germania. Nel secolo 17º esisteva un governo dei Tutsi nelle alte colline del Nord ed un altro governo a sud di Hutu. Ma i Tutsi estesero il loro governo conquistando gli Hutu. Nel 1916 lo stato monarchico fu affidato dalla Società delle Nazioni al Belgio e di nuovo dall’ONU nel 1946, fino al 1962. Gli Hutu costituiscono la maggioranza (85%) della popolazione ma hanno sofferto decimazioni soprattutto nelle persone influenti per istruzione e per impieghi. La popolazione è quasi totalmente rurale, sparsa in nuclei di case e capanne creati da gruppi parentali. Il simbolo della loro ricchezza è la mucca. La durata media della vita è circa 51 anni. Oltre alla capitale, altre città sono Muyinga (abitanti circa 71.000), Ruyigi (ab. Ca. 40.000), Gitega ( ab. Ca. 23.000).
L’economia di sussistenza è organizzata con i prodotti agricoli e con gli allevamenti. Le attività artigianali e industriali offrono il necessario per gli utensili necessari alla popolazione. Vengono importati i tessuti, i macchinari, gli autoveicoli ed il petrolio e altri prodotti tra cui le armi. I valori fondanti questa società sono la famiglia governata dal marito, la maternità con l’assistenza ai figli ed agli anziani, l’ospitalità offerta con rispetto. La religione cattolica, praticata dal 85% della popolazione, sta affrontando varie novità portate dall’inurbanesimo, dalla globalizzazione delle culture, dal commercio delle armi che facilitano fenomeni delittuosi. Le rivalità, gli antagonismi sono di eredità tribale. Per il progresso sociale del Paese servono l’istruzione e la formazione scolastica. La forza del Burundi può scaturire da un grande progresso culturale attraverso una vasta campagna per l’istruzione pubblica, la quale non sta attualmente alla base dell’economia e della politica di questo paese, molto influenzato dal commercio delle armi che ha il centro nel medio oriente.
Il missionario padre Vittorio Blasi è vissuto in Burundi per favorire la pace, le scuole, la sopravvivenza dei bimbi concepiti e partoriti, fdal 1974 al 2015. E’ sepolto a Bujumbura. Recentemente i militari Ba-Tutsi, presenti nel Fermano agivano sugli immigrati neri profughi.

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